Renato Marino Mazzacurati (Galliera, 22 luglio 1907 – Parma, 18 settembre 1969) è stato uno scultore e pittore italiano e uno dei rappresentanti della cosiddetta Scuola Romana, capace nell'arco della sua carriera produttiva di avvicinarsi e rappresentare le correnti artistiche del cubismo, dell'espressionismo e del realismo, dimostrando un'importante apertura mentale per quel che concerneva le arti. La politica ebbe un ruolo fondamentale per la sua produzione. Egli riteneva infatti che l'arte potesse svolgere una funzione sociale[1].
Scoprì il pittore Antonio Ligabue dandogli la possibilità di coltivare il suo talento.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Stabilitosi a Roma nel 1926, conobbe e frequentò Scipione, Mario Mafai e Antonietta Raphaël, formando con loro quel sodalizio che Roberto Longhi chiamò la Scuola di via Cavour.
Nel 1931 si recò a Parigi, dove si interessò soprattutto all'opera di Rodin, Matisse e Picasso, come mostrarono sia la sua produzione pittorica (1931-1935) sia le sculture caratterizzate da un espressionismo che forza la struttura fisica fondamentalmente naturalistica (vedi per es. Ritratto del conte N., 1936) o la deforma in mostruose figure grottesche (vedi Imperatori e Imperatrici, 1942-1943). Successivamente Mazzacurati tese ad un più crudo realismo, aderendo nel 1947 al "Fronte nuovo delle arti". Nel dopoguerra lavora con altri artisti per dieci anni nella Villa Massimo di Roma.[2] Suoi sono anche il Monumento al Partigiano di Parma (1964), il Monumento al Partigiano di Mantova (1969), il Monumento alle quattro giornate di Napoli, il Monumento ai caduti di tutte le guerre a Sansepolcro (realizzato in collaborazione con l'architetto Giuseppe Persichetti, tra il 1959 e il 1960), e il mosaico di Santa Barbara nell'omonima chiesa a Colleferro.[3]
Vita privata
[modifica | modifica wikitesto]La figlia Rosy Mazzacurati ha svolto l'attività di attrice negli anni 50 e 60, mentre il figlio maggiore, Pietro Mazzacurati, architetto, partecipò all'edificazione di diverse opere paterne commemorative della Resistenza in gioventù.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ F. Negri Arnoldi, Storia dell'Arte Moderna, Fabbri Milano 1990. Vedi anche Scheda dell'artista, su scuolaromana.it. URL consultato il 27 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2011).
- ^ (DE) Jobst C. Knigge, Italienische Künstler in der Deutschen Akademie Villa Massimo in Rom (1947-1957) (PDF), Berlin, Humboldt Universität, 2018.
- ^ Cfr. anche Francesco Negri Arnoldi, Storia dell'Arte Moderna, Milano, 1990.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- G.C. Argan, Marino Mazzacurati in "Atti dell'Accademia Nazionale di S. Luca", Roma 1965-66
- M. Maccari, Mazzacurati, cat. mostra, Accademia Nazionale di S. Luca, Roma 1966
- V. Martinelli, "Scipione e Mazzacurati pittore", in Studi in onore di V. Viale, Torino 1967
- Marino Mazzacurati, catalogo mostra, Municipio Reggio Emilia 1983, con scritti di R. De Grada, G.C. Argan, R. Guttuso, et al.
- M. De Luca, , V. Mazzarella, R. Ruscio, Il Museo Marino Mazzacurati, opere dalla donazione Carla Marzi, Reggio Emilia 1995
- Francesco Negri Arnoldi, Storia dell'Arte Moderna, Milano, 1990.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Renato Marino Mazzacurati
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Mazzacurati, Marino, su sapere.it, De Agostini.
- Flavia Matitti, MAZZACURATI, Renato Marino, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 72, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2008.
- (EN) Opere di Renato Marino Mazzacurati, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Renato Marino Mazzacurati, su Olympedia.
- (EN) Renato Marino Mazzacurati, su sports-reference.com, Sports Reference LLC (archiviato dall'url originale il 1º novembre 2017).
- Registrazioni audiovisive di Renato Marino Mazzacurati, su Rai Teche, Rai.
- Scheda dell'artista, su Scuolaromana.it. Consultato 27/05/2011
- Lottatori, scultura (1943), immagine su Scuolaromana.it. Consultato 27/05/2011
- Ritratto di Scipione, olio su tela (1929), immagine su Scuolaromana.it. Consultato 27/05/2011
- Sito del Museo della Scuola Romana, su museivillatorlonia.it.
- Sito dedicato interamente alla Scuola Romana, su scuolaromana.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 69727701 · ISNI (EN) 0000 0001 2138 3977 · SBN CFIV006301 · BAV 495/143274 · Europeana agent/base/128439 · LCCN (EN) n86865053 · GND (DE) 118897799 · BNE (ES) XX1026753 (data) |
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