La Raffineria di Livorno (popolarmente nota come Stanic) è sita a cavallo tra la zona industriale del comune di Livorno e il paese di Stagno, frazione del comune Collesalvetti.
L'impianto, di proprietà Eni, è installato su un'area di circa 150 ettari. Ha una capacità di raffinazione di 84.000 barili/giorno e produce prevalentemente benzine, gasolio, olio combustibile per bunkeraggi e basi lubrificanti. Oltre che gli impianti di distillazione, dispone di due linee di produzione di lubrificanti.[1]
All'interno dello stabilimento si trova anche una centrale elettrica costituita da due gruppi turbogas da 25 e 149 MW, oltre che da tre caldaie per la produzione di calore nell'ambito della raffineria e di elettricità per gli stessi impianti e la rete nazionale.[2]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La raffineria fu fondata negli anni antecedenti la seconda guerra mondiale con l'istituzione dell'Azienda Nazionale Idrogenazione Combustibili (Anic). Dopo le devastazioni belliche, che distrussero completamente l'impianto, la raffineria tornò operativa grazie all'accordo, siglato nel 1950, tra Anic e la compagnia statunitense Standard Oil, che diedero vita alla Stanic. Con l'ammodernamento degli impianti, tra il 1950 e il 1955, la capacità di lavorazione di petrolio greggio passò da 700.000 tonnellate a 2 milioni di tonnellate,[3] mentre a servizio della raffineria, nel vicino porto industriale, fu costruita la "Darsena Petroli". Accanto alla raffinazione del petrolio furono realizzati impianti per la produzione di paraffine e lubrificanti. Dal 1982 la proprietà è al 100% dell'Eni.
Nell'ottobre 2022, Eni ha annunciato la conversione del polo in bioraffineria: il progetto prevede tre impianti per la produzione di biocarburanti idrogenati, inclusi un'unità di pretrattamento, un impianto Ecofining™ da 500.000 tonnellate/anno e un impianto per la produzione di idrogeno. Questa iniziativa rientra nella strategia di decarbonizzazione di Eni, mirata alla neutralità carbonica entro il 2050 e all'aumento della capacità di bioraffinazione. Eni ha interrotto le importazioni di greggio e avviato la fermata di alcune linee produttive; continueranno le importazioni di prodotti finiti (raffinati) che saranno stoccati nei serbatoi già esistenti nel polo e distribuiti poi attraverso l'oleodotto Livorno-Calenzano e tramite autocisterne La costruzione e conversione degli impianti inizierà dopo le autorizzazioni, con completamento previsto entro il 2026. Gli impianti utilizzeranno scarti vegetali per produrre biocarburanti come HVO diesel e bio-GPL.[4]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ www.eni.com, Raffineria di Livorno, su eni.com. URL consultato il 01-08-2013 (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2013).
- ^ www.enipower.it, Stabilimento di Livorno, su enipower.it. URL consultato il 01-08-2013 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2013).
- ^ L'industria. Rivista di economia politica, p. XVII, 1955.
- ^ Eni conferma la conversione della raffineria di Livorno in bioraffineria, su www.eni.com. URL consultato il 30 settembre 2024.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giovanni Wiquel, Dizionario di persone e cose livornesi, voce "Raffineria di Livorno", pubblicato sulla rivista La Canaviglia, Livorno, Ugo Bastogi editore, 1976 - 1985, p. 558.
- AA.VV. Raffineria di Livorno - Aggiornamento della dichiarazione ambientale 2004, Rev. 2, anno 2006 Ed. 1 del 28-04-04, Rev. 2 del 09-06-06
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