Rabbit Junk | |
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Paese d'origine | Stati Uniti |
Genere | Digital hardcore[1] Rock elettronico[1] Industrial metal[2] |
Periodo di attività musicale | 2004 – in attività |
Etichetta | Megaforce Full Effect |
Album pubblicati | 3 |
Studio | 3 |
Sito ufficiale | |
I Rabbit Junk sono un gruppo musicale digital hardcore statunitense, formato nel 2004 a Seattle dall'ex-frontman dei The Shizit JP Anderson. La loro musica risente di influenze hip hop, black metal e new wave, con sonorità definite da JP come hardclash.[3]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Inizi, Rabbit Junk e REframe
[modifica | modifica wikitesto]I Rabbit Junk si formano nel 2004 dopo lo scioglimento del primo gruppo di JP; i The Shizit. Con l'ingaggio della cantante addizionale Jeniffer "Sum Grrl" Bernett alla band, il duo pubblica Rabbit Junk nel 2004. L'anno successivo il gruppo firma un contratto con la Glitch Mode Recordings e pubblica il successivo REframe, che dà alla formazione maggiore successo.[4]
In quest'album mostrano sonorità più dure e influenze da vari generi, tra i quali black metal, industrial metal e digital hardcore, particolarmente influenzati dai The Mad Capsule Markets. È stato realizzato un video per la canzone In Your Head No One Can Hear You Scream, prodotto dalla Kandycore Design Company. Il progetto si trasforma quindi in una band dal vivo, con l'aggiunta di chitarristi e percussionisti ai concerti.
Dopo la pubblicazione di REframe i Rabbit Junk sono apparsi con la canzone Industrial IS Dead nella compilation della Glitch Mode Hordes of the Elite. Successivamente hanno realizzato una cover degli Atari Teenage Riot, Start the Riot, pubblicata nell'album di tributo al gruppo tedesco della D-Trash Records, The Virus Has Been Spread.
Dal 2007
[modifica | modifica wikitesto]Nell'ottobre 2007 i primi due album dei Rabbit Junk vengono rimasterizzati da Tom Baker, che ha lavorato con artisti come Marilyn Manson, Nine Inch Nails e The Bloodhound Gang, quando la band firma un contratto con la Full Effect Records. Viene quindi pubblicato il terzo album di studio, This Life Is Where You Get Fucked, il 28 aprile 2008. Il disco è un concept album, consta di tre suite, Ghetto Blasphemer, This Death Is Where You Get Life e The Struggle, ciascuna con i propri temi e le proprie influenze.[3]
Nel settembre 2008 i Rabbit Junk pubblicano tre nuove tracce sul loro MySpace ufficiale, intitolate Power, Blood e Home.[3] La seconda parte della suite Ghetto Blasphemer, basata sui lavori di Lovecraft, è stata pubblicata nel luglio 2009 nel loro sito ufficiale.[5] Anderson ha annunciato nel MySpace che la seconda parte di This Death Is Where You Get Life è ancora in via di completamento e sarà presto pubblicata.[3]
Formazione
[modifica | modifica wikitesto]- JP Anderson
- Jeniffer "Sum Grrl" Bernett - voce addizionale
Discografia
[modifica | modifica wikitesto]Album studio
[modifica | modifica wikitesto]EP
[modifica | modifica wikitesto]- 2005 - Hare Brained: The Remixes (non ufficiale)
- 2008 - Project Nonagon: The Struggle II
- 2009 - Drek Kick: Cyanotic vs Rabbit Junk
- 2009 - Project Nonagon: Ghetto Blasphemer II - From the Stars
- 2014 - Pop That Pretty Thirty
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) Review :: Rabbit Junk - REframe, su regenmag.com. URL consultato il 1-04-2010 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2010).
- ^ (EN) Rabbit Junk, su allmusic.com, allmusic.com. URL consultato il 1-04-2010.
- ^ a b c d (EN) Rabbit Junk, su myspace.com, myspace.com. URL consultato il 1-04-2010.
- ^ (EN) Artist Spotlight :: Rabbit Junk, su regenmag.com. URL consultato il 1-04-2010.
- ^ (EN) Project Nonagon - This Life Is Where You Get F**ked Completion, su rabbitjunk.com. URL consultato il 1-04-2010 (archiviato dall'url originale il 16 marzo 2010).
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Rabbit Junk
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Sito ufficiale, su rabbitjunk.bandcamp.com.
- Rabbit Junk, su Last.fm, CBS Interactive.
- (EN) Rabbit Junk, su AllMusic, All Media Network.
- (EN) Rabbit Junk, su Bandcamp.
- (EN) Rabbit Junk, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Rabbit Junk, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
Controllo di autorità | ISNI (EN) 0000 0004 7118 1769 |
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