Inviti "archiviati"
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Questa pagina di archivio raccoglie paragrafi di invito alla lettura inseriti nel quadro del Progetto Letteratura. Tali passaggi letterari sono stati precedentemente alternati nell'apposito box del Caffè letterario | |
2005[modifica wikitesto]Maggio[modifica wikitesto]
Giugno[modifica wikitesto]
Alex ha la capacita' di immaginarsi come un episodio secondario nella vita degli altri. Non è un concetto astratto. Alex non capirebbe il significato della parola "astratto": ha solo dodici anni. Sa semplicemente che se immagina di nuotare in mare, ecco, laddove la maggior parte dei bambini penserebbe immediatamente allo squalo cinematografico in agguato sotto il pelo dell'acqua, Alex, psicologicamente parlando, sta con il bagnino. Si vede come quella macchilina all'orizzonte, la testa scambiata per una boa ballonzolante, le braccia freneticamente agitate nascoste dalla cresta delle onde. Vede il bagnino, un languido, abbronzato giovanotto americano in piedi sulla sabbia con le braccia conserte, convincersi che laggiu' non c'e' niente. Alex vede il bagnino ciondolare per la spiaggia in cerca di una bibita fresca e delle tedesche mezze nude avvistate il giorno prima. Il bagnino compra una coca da un venditore ambulante. Lo squalo trancia di netto il polpaccio destro di Alex. Il bagnino si avvicina furtivamente a Tanya, la tedesca carina. Lo squalo trascina Alex nell'acqua in un cerchio insanguinato. Il bagnino si rivolge affabilmente all'amica brutta e piatta come una tavola, sperando cosi' di riguadagnare punti. Le vertebre cominciano a schiantarsi. Hai visto laggiu', una foca! fa Tanya, scambiando la mano disperata di Alex per l'ammiccare di una lucida pinna. Poi lui scompare. È forse un uccello? Un aereo? Una foca? No, sono io che affogo. È cosi' che funzionano le cose per Alex. Quella che lui vive è una specie di stenografia dell'esperienza. Una sua versione televisiva: Alex appartiene alla generazione di quelli che guardano. Zadie Smith (da L'uomo autografo, Arnoldo Mondadori Editore, 2004) (proposto da --lucamaro 23:44, Mag 28, 2005 (CEST)) Agosto[modifica wikitesto]Se posso spiegare perché volevo buttarmi dal tetto di un palazzo? Certo che posso spiegare perché volevo buttarmi dal tetto di un palazzo. Cavolo, non sono mica deficiente. Posso spiegarlo perché non è un fatto inspiegabile: è stata una scelta logica, la conseguenza di un pensiero fatto e finito. E neanche di un pensiero troppo serio. Non voglio dire che fosse un capriccio - solo che non era tremendamente complicato o angoscioso. Vediamo un po'... immaginate di essere, che so, un vicediretore di banca di Guildorford. Avevate già accarezzato l'idea di emigrare quando vi viene offerto un posto di direttore in una banca di Sidney. Be', d'accordo che la scelta è abbastanza lineare, ma viene naturale rifletterci un momento, o no? Se non altro per capire se vi sentite di fare armi e bagagli, di lasciare amici e colleghi, di sradicare moglie e figli. Magari vi mettereste a sedere con carta e penna e stilereste una lista di pro e contro. Esempio:
Non c'è storia, che ne dite? Il golf club? Ma vi prego. Naturalmente, i genitori anziani potrebbero imporvi uno stop di riflessione, ma niente più di uno stop: uno stop, e neanche troppo lungo. Dopo dieci minuti sareste al telefono con l'agenzia viaggi. Bene, io mi sentivo così. In breve: non avevo abbastanza motivi per fermarmi, e ne avevo una quantità per buttarmi. Nick Hornby da Non buttiamoci giù , Guanda 2005
Settembre[modifica wikitesto]Madame Pilou è arrivata sull'isola una mattina di settembre. Settembre è un mese azzurro da noi, perché l'aria diventa più fine e l'acqua ritorna chiara, si riposa da tutti quei gommoni che in agosto la smuovono di sotto e la fanno più verde. Paola Mastrocola da Una barca nel bosco , Guanda, 2004
Mio marito cominciò ad analizzare razionalmente la situazione: in fin dei conti quel che era accaduto era inaccettabile, Emerenc non aveva alcun diritto di offendersi semplicemente perché noi volevamo circondarci di oggetti consoni al nostro gusto; se invece se l'era presa male d'ora in avanti avremmo vissuto facendo a meno della vecchia. Io mi sentivo spossata, era una sensazione quasi irreale, non avendo né motivo né diritto di esserlo, poiché non ero stata costretta a fare nulla di faticoso e avevo trovato il pranzo pronto nel frigorifero come le altre volte; ovviamente non riuscii a scrivere una sola riga, ma sia il blocco della scrittura sia l'ispirazione, nei giorni fortunati, dipendono da uno stato di grazia. Magda Szabó da La porta, Einaudi, 2005 Ottobre[modifica wikitesto]"Avevamo finito di cenare. Davanti a me il mio amico, il banchiere, grande commerciante e monopolista ragguardevole, fumava come chi non ha pensieri. La conversazione, che era andata spegnendosi, giaceva ormai morta tra di noi. Cercai di rianimarla, a caso, servendomi di un'idea che mi passò per la mente. Sorrridendo, mi rivolsi a lui". Fernando Pessoa da Il banchiere anarchico (Passigli 2001)
"All'inizio di ottobre Hassan Ardavi invitò sua madre a venirlo a trovare dall'Iran. Lei accettò subito. Non era stato chiaro quanto la visita sarebbe durata. La moglie di Hassan riteneva che tre mesi fossero un periodo giusto. Hassan aveva pensato piuttosto a sei mesi, e così aveva proposto nella sua lettera. La madre, invece, trovava che dopo un viaggio così lungo sei mesi fossero troppo poco, e in cuor suo contava di fermarsi per un anno. La bambina di Hassan, che non aveva nemmeno due anni, non possedeva alcuna cognizione del tempo: le fu detto che sarebbe venuta sua nonna, ma lei ben presto se ne dimenticò." Anne Tyler da Il tuo posto è vuoto, Guanda, 2005 "Ero in viaggio. Il paesaggio in mezzo a cui mi trovavo era di una grandiosità e nobiltà irresistibili. Senza dubbio in quel momento qualcosa di esso passò nel mio animo. I miei pensieri volteggiavano con una leggerezza pari a quella dell'atmosfera; le passioni volgari, come l'odio e l'amore profano, mi apparivano ora tanto lontane quanto le nuvole che filavano via in fondo agli abissi sotto i miei piedi; la mia anima mi sembrava vasta e pura come la volta del cielo da cui ero avvolto; il ricordo delle cose terrestri non arrivava al mio cuore, indebolito e affievolito, come il suono della campanella delle greggi che invisibili passavano lontano, molto lontano, sul versante di un'altra montagna". Charles Baudelaire da Lo spleen di Parigi, Garzanti, 1989 2006[modifica wikitesto]Gennaio[modifica wikitesto]
Nella sera oppressa da ammaliante luce
Federico García Lorca da La ballata di Cappuccetto Rosso, Guanda, 2005 "Provenivano da due piccole, misere fattorie agli angoli opposti dello Stato: JacK Twist da Lightning Flat, su a nord, a ridosso del Montana: Ennis del Mar dai dintorni di Sage, presso il confine con lo Utah; entrambi ragazi di campagna che avevano lasciato la scuola alle superiori, senza prospettive, rotti al lavoro duro e alle privazioni, entrambi zotici di modi e di linguaggio, abituati a far vita spartana". Annie Proulx - da Gente del Wyoming, Baldini Castoldi, Milano 2005 Febbraio[modifica wikitesto]"Non c'è avvenimento, della storia conosciuta che non abbia lasciato un segno, una cicatrice, un graffio sulla sua scorza. Roma non sarà mai la città dell'ordine, delle simmetrie, del nitido svolgersi dei fatti secondo un disegno, l'esito coerente di un progetto. Se la storia degli uomini altro non è che violenza e frastuono, Roma è stata nei secoli lo specchio fedele di questa storia". Corrado Augias, da I segreti di Roma (storie, luoghi e personaggi di una capitale) - Mondadori, 2005
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