Primula di Palinuro | |
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Primula palinuri | |
Stato di conservazione | |
In pericolo[1] | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superasteridi |
Ordine | Ericales |
Famiglia | Primulaceae |
Genere | Primula |
Specie | P. palinuri |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Ordine | Primulales |
Famiglia | Primulaceae |
Genere | Primula |
Specie | P. palinuri |
Nomenclatura binomiale | |
Primula palinuri Petagna, 1787 |
La primula di Palinuro (Primula palinuri Petagna, 1787) è una pianta appartenente alla famiglia delle Primulaceae, endemica di alcuni tratti delle coste calcaree tirreniche lucane (Campania meridionale e Basilicata) e calabresi[1][2].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Di portamento suffruticoso, si presenta dotata di un robusto rizoma sormontato da una folta rosetta di foglie carnosette, vischiose, coriacee ma non rigide, con margine dentato cartilagineo, in stretta aderenza alla roccia. L'infiorescenza è costituita da numerosi fiori di colore giallo-dorato intenso, dal calice bianco e farinoso, posti alla sommità di uno scapo alto 15-20 cm.
Il tubo calicino, liscio e cilindrico, evidenzia l'affinità con Primula auricula (detta anche orecchi d'orso), che cresce però in ambiente montano[3] e dalla quale comunque si discosta per l'assenza sulle foglie del margine cartilagineo.
Viene correntemente considerata un paleoendemismo appartenente a una sezione più antica (Paleoauricola), specie relitta di vicende risalenti almeno al quaternario antico, che ne hanno fatto l'unica primula in ambiente non montano.[4][5] Queste conclusioni non riscuotono il consenso di altri, che vi riconoscerebbero un endemismo di recente formazione.[6][7]
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]La primula di Palinuro è presente in alcune colonie sulle falesie calcaree delle zone litoranee del Tirreno meridionale, a un'altitudine fino a 200 metri, preferendo le pareti esposte a Nord e a Nord-Ovest. Attecchisce sull'orlo di cenge o nelle fenditure della roccia, dove le radici si insinuano profondamente nel terreno di accumulo.
Si accompagna a tipiche specie rupicole camefite, come Dianthus rupicola, Iberis semperflorens, Centaurea cineraria, Daucus gingidium, Limbarda crithmoides, Crithmum maritimum.
Le sue stazioni delineano un areale ridotto e frammentato, ristretto alla fascia costiera campana[8] di Capo Palinuro e di Costa degli Infreschi (Camerota), alle coste rocciose presso Scalea (in Calabria) e nell'unica località di Punta Caina sulla costa della Basilicata, presso Maratea.[9] I popolamenti meglio costituiti di tutto l'areale si possono osservare in Calabria, sull'Isola di Dino, a Praia a Mare. Questo probabilmente perché le stazioni di Primula su Dino sono accessibili con difficoltà e sono dunque poco disturbate. Infatti su Dino si notano frequentemente gruppi di Primula che, abbandonato il loro habitat rupestre, si spingono tra la vegetazione erbacea, fin sotto i lecci. Singoli esemplari o piccoli gruppi si osservano anche sulla spiaggia, abbarbicati alla scogliera di Fiuzzi, a Praia a Mare, di fronte all'Isola di Dino.
Conservazione
[modifica | modifica wikitesto]La Lista rossa IUCN classifica Primula palinuri come specie in pericolo di estinzione (Endangered).[1]
Primula palinuri è specie protetta sia a livello regionale che comunitario.[10]
Le stazioni campane sono tutte incluse nel territorio del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, che ha eletto il fiore a simbolo del parco, inserendone l'immagine nel proprio logo.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c (EN) Gangale, C., Uzunov, D. & Cesca, G. 2011, Primula palinuri, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 15 ottobre 2023.
- ^ (EN) Primula palinuri, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 15 ottobre 2023.
- ^ Primula auricula è presente nella vegetazione delle rupi in ambiente altomontano, nel non lontano massiccio calcareo del Monte Cervati
- ^ A. Fiori, Nuova Flora analitica d'Italia. Vol. II, p. 210, Firenze, 1925-29
- ^ Alberto Chiarugi, Primula palinuri Petagna: Posizione sistematica e significato fitogeografico attraverso l'analisi citogenetica. Webbia, 11, pp. 861-888, 1955
- ^ M. Guadagno, Flora Caprearum nova, Arch. Botanico, 8, p. 276, 1931-32.
- ^ G. F. Tucci and M. Ricciardi, Hexaploid populations of Primula palinuri Petagna in some recently discovered stations from its Thyrrenian range. Webbia, 34(2) pp. 637-641 1980.
- ^ Dove fu scoperta dal Linceo Fabio Colonna nel 1592.
- ^ Si veda il lavoro di Massimo Ricciardi citato in bibliografia.
- ^ Si veda la relazione congressuale di P. Masucci e V. La Valva, Primula Palinuri Petagna. Analisi ecologico-distributiva... citata in bibliografia
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Luigi Fenaroli, Flora Mediterranea. Giunti, Firenze, 1985
- AA.VV., Conosci l'Italia. La Flora. Touring Club Italiano, Milano, 1958
- Giovanna Abbate, Francesco Corbetta, Anna Rita Frattaroli, Gianfranco Pirone, Il Parco del Cilento. Ambiente, flora e vegetazione, in Natura e Montagna, n. 1/2, a. XLIII.
- Paola Masucci e Vincenzo La Valva, Primula Palinuri Petagna. Analisi ecologico-distributiva ed implementazione G.I.S. per il monitoraggio e la conservazione - Relazione al 101º congresso della Società Botanica Italiana (2006) Abstract
- Massimo Ricciardi, Nuove stazioni di Primula palinuri Petagna lungo la costa tirrenica meridionale. Webbia, 28(2): 417-421, 1973
- Vincenzo La Valva e Massimo Ricciardi, "Flora e vegetazione dell'Isola di Dino"
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Primula palinuri
- Wikispecies contiene informazioni su Primula palinuri
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Centro Studi Interdisciplinari Gaiola - Progetto Primula Palinuri
- Immagine dal sito pcvd.it (JPG), su pncvd.it. URL consultato il 5 giugno 2007 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2007).
- Sito del Comitato Nazionale Italiano per l'IUCN, su iucn.it.
- (EN) Sito ufficiale dell'IUCN, su iucn.org.
- (EN) Sito dell'iniziativa Countdown 2010, su countdown2010.net. URL consultato il 5 giugno 2007 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2007).