Il regno di Sicilia fu il nome di uno stato sorto tra l'omonima isola e il Mezzogiorno d'Italia, scisso infine nelle due corone di Trinacria e Sicilia con capitale Napoli (poi Regno di Napoli).
La nascita del Regno di Sicilia è da ricondurre ad una vicenda che vide coinvolti, nel 1130, Papa Innocenzo II e il suo Antipapa Anacleto II, entrambi successori di Onorio II, nonché Ruggero II d'Altavilla, Conte di Sicilia, Duca di Calabria e Puglia fin dal 1128 per mano dello stesso Onorio II. Il Duca di Puglia concluse, nel settembre 1130, una vera e propria alleanza militare con il Papa, in seguito alla quale questi emise una Bolla che consacrava il Conte di Sicilia, nonché Duca di Calabria e di Puglia, Rex Siciliae. Dopo di che, nella notte di Natale del medesimo anno, riprendendo un cerimoniale già visto nel lontano anno 800 in occasione dell'incoronazione di Carlo Magno, fu incoronato a Palermo come Ruggero II, Re di Sicilia, Puglia e Calabria.
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Gli Altavilla
Dinastia reale originata da Tancredi, Conte di Hauteville, in Normandia (XI secolo), i cui figli intrapresero la conquista e l'unificazione politica dell'Italia meridionale, conclusa nel 1130 da Ruggero II, terzo Conte di Sicilia e quarto Duca di Puglia e Calabria della stirpe, che unì al proprio dominio tutti i feudi normanni nel Mezzogiorno (Principato di Capua, Ducato di Napoli etc.) costituendo il Regno di Sicilia. Un Regno che si estendeva a Corfù, Malta, Gozo e a tutta la costa dell'Africa settentrionale, compreso l'entroterra tra Bona e Tripoli.
Alleati del Papa, Boemondo I d'Antiochia, Ruggero II e Guglielmo II d'Altavilla furono fra i capi delle prime tre crociate. Boemondo I d'Antiochia - figlio di Roberto il Guiscardo, primo Duca di Puglia e Calabria - protagonista della prima Crociata, si impadronì del Principato d'Antiochia. Tancredi - cugino di Boemondo I - segnalatosi alla presa di Nicea, Antiochia e Gerusalemme, ebbe in feudo il Principato di Galilea e Tiberiade ed il Tasso lo celebrò nella Gerusalemme liberata.
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Federico II
Federico II Hohenstaufen, Federico II di Svevia o Federico I di Sicilia (Jesi, 26 dicembre 1194 – Fiorentino di Puglia, 13 dicembre 1250) è stato un sovrano tedesco, imperatore del Sacro Romano Impero. Ereditò il regno di Sicilia per via della madre Costanza d'Altavilla.
Federico condusse una intensa attività legislativa nel Meridione d'Italia e in Sicilia: a Capua nel 1220, a Messina nel 1221, a Melfi nel 1224, a Siracusa nel 1227 e a San Germano nel 1229, ma soltanto ad agosto del 1231, nel corso di una fastosa cerimonia tenutasi a Melfi, ne promulgò la raccolta organica ed armonizzata secondo le sue direttive, avvalendosi di un gruppo di giuristi quali Roffredo di Benevento, Pier delle Vigne, l'arcivescovo Giacomo di Capua ed Andrea Bonello da Barletta. Questo corpo organico, preso lungamente a modello come base per la fondazione di uno stato moderno, è passato alla storia col nome di Costituzioni di Melfi o Melfitane anche se il titolo originale Constitutiones Regni Utriusque Siciliae rende più esplicita la volontà di Federico di riorganizzare il suo stato, il Regno di Sicilia: quest'ultimo, infatti, fu ripartito in undici distretti territoriali detti giustizierati, poiché erano governati da funzionari di propria nomina, i giustizieri, che rispondevano del loro operato in campo amministrativo, penale e religioso ad un loro superiore, il maestro giustiziere, referente diretto dell'imperatore che stava al vertice di questa struttura gerarchica di tipo piramidale.
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La «scuola siciliana».
La scuola siciliana si sviluppò tra il 1230 ed il 1250 presso la corte itinerante di Federico II di Svevia, imperatore del Sacro Romano Impero.
Egli si stabilì per un lungo periodo in Sicilia, luogo di incontro e fusione di molte culture per la sua centralità nel Mediterraneo, dove creò una scuola di poeti ed intellettuali . Con la Scuola Siciliana egli volle creare una nuova poesia che fosse laica, e si potesse così contrapporsi al predominio culturale che la Chiesa aveva nel periodo, non municipale, da opporsi alla produzione poetica comunale (l'imperatore era in lotta con i comuni) e aristocratica, che ruotasse, cioè, intorno alla sua figura. Gli esponenti della scuola siciliana furono: Jacopo da Lentini, considerato anche il caposcuola e largamente noto perché a lui è attribuita l'invenzione della forma metrica del sonetto, Ruggieri d'Amici, Odo delle Colonne, Rinaldo d'Aquino, Arrigo Testa, Guido delle Colonne, Pier della Vigna, Stefano Protonotaro, Mazzeo di Ricco, Jacopo Mostacci, Percivalle Doria, Re Enzo, Federico II e Giacomino Pugliese. A questi vanno aggiunti Cielo d'Alcamo, Tommaso di Sasso, Giovanni di Brienne, Compagnetto da Prato e Paganino da Serzana.
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La Citazione
Però ch'amore non si pò vedere
e no si tratta corporalemente,
manti ne son di sì folle sapere
che credono ch'amor sïa nïente.
Ma po' ch'amore si face sentire
dentro dal cor signoreggiar la gente,
molto maggiore presio de[ve] avere
che se 'l vedessen visibilemente.
Per la vertute de la calamita
como lo ferro at[i]ra no si vede,
ma sì lo tira signorevolmente;
e questa cosa a credere mi 'nvita
ch'amore sia; e dàmi grande fede
che tuttor sia creduto fra la gente.
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Apostolica legazia di Sicilia.
L'Apostolica Legazia di Sicilia fu un istituto religioso e politico creato da papa Urbano II allorché l'isola fu sottratta dai normanni agli arabi, dapprima come entità giuridica autonoma, poi come regalia dei re di Sicilia.
La prima istituzione della Legazia di Sicilia risale al 1096, allorché fu inviato da papa Urbano II in Sicilia un legato pontificio, per rappresentare il vescovo di Roma, il patrimonium ecclesiae siciliano e l'unità delle diocesi cattoliche fedeli alla diocesi di Roma e non subordinate al Patriarca di Costantinopoli. Il titolo di legatus Siciliae era ereditario, e legato dapprima al titolo di comes Siciliae di Ruggero I, e quindi a quello di rex Siciliae fino a Carlo d'Angiò, e poi, dopo la pace di Anagni, a quello di rex Trinacriae. Il titolo di legatus Siciliae rimase identico nei secoli, perciò la corona siciliana rimase sempre identificata come Regia Monarchia di Sicilia, benché lil titolo della sovranità sull'isola nella storia sia stata espressa secondo diverse denominazioni (re di Sicilia, re di Trinacria, viceré spagnolo).
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La Citazione
«Rosa fresca aulentisima ch'apari inver' la state,
le donne ti disiano, pulzell' e maritate:
tràgemi d'este focora, se t'este a bolontate;
per te non ajo abento notte e dia,
penzando pur di voi, madonna mia».
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Divisioni amministrative
La tradizionale suddivisione amministrativa della Sicilia risale all'epoca arabo-normanna, in base alla quale l'isola risultava ripartita nelle seguenti province:
È da notare che vallo (e non "valle") è termine di origine araba e indicava le ripartizioni amministrative originarie (quelle dell'ultimo periodo pre-unitario erano i dipartimenti, le province, i distretti, i circondari e i comuni).
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L'università di Catania
L'Università degli Studi di Catania, o Siciliae Studium Generale, Siculorum Gymnasium, Studij Publici o Almo Studio, fondata nel 1434, è la più antica università siciliana e la tredicesima in Italia.
L'Università di Catania, fu fondata il 19 ottobre del 1434 da Alfonso il Magnanimo. La bolla pontificia di Eugenio IV che autorizzò la costituzione fu emanata il 18 aprile 1444. L'Università era autorizzata a tenere diversi insegnamenti: Teologia speculativa, dommatica e morale, Diritto civile, canonico e feudale, istituzioni romane, Medicina, Chirurgia, Filosofia, Logica, Matematica ed Arti liberali.
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Idrisi
Abū ‘Abd Allāh Muhammad al-Idrīsī ( أبو عبد اللّه محمد الإدريسي), detto anche Edrisi, El Edrisi, Ibn Idris, Hedrisi o al-Idrīsī, Ceuta 1099 ca - Sicilia 1164 fu un geografo e viaggiatore.
Dopo aver viaggiato per tutti i paesi del Mar Mediterraneo, giunse in Sicilia e si stabilí a Palermo presso la corte normanna di re Ruggero II, intorno al 1145, divenendo geografo reale.
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Statuti e costituzioni
Il regno di Sicilia ebbe diversi Statuti nella storia, emessi da più sovrani, che ne regolamentavano le leggi e i fondamenti giuridici.
- Assise di Ariano (Ruggero II d'Altavilla)
Le Assise costituivano un corpo di leggi che regolavano molti aspetti della vita burocratica, economica e militare del Regno. Si tennero in Ariano (l'attuale Ariano Irpino) in due sessioni: la prima nel 1140 sull'altipiano di Camporeale, all'altezza del valico appenninico della sella di Ariano; la seconda nel 1142 nell'antica località di Silva Marca, sull'altipiano della Difesa-Ferrara ai margini della selva Mala. Venivano estesi di molto i limiti al potere feudale già posti dalle corti di Melfi del 1129, e veniva asserita la visione che Ruggero aveva della monarchia siciliana — essenzialmente, una monarchia assoluta di stampo bizantino, temperata dal pragmatismo occidentale e dalla necessità di far convivere pacificamente i cinque popoli (Normanni, Lombardi, Arabi, Greci ed Ebrei) e le tre religioni (Cristiana, ulteriormente divisa fra Cattolici e Ortodossi; Islamica; Ebraica) del Regno.
- Costituzioni di Melfi (Federico II di Svevia)
Il potere tornava pienamente nelle mani dell'imperatore, il quale era affiancato dalla Magna Curia, il consiglio dei principali funzionari imperiali, di cui il «maestro giustiziere» e il «maestro camerario» erano i rappresentanti più autorevoli; dalla Magna Curia dipendevano poi tutti gli altri funzionari. Tuttavia i principî fondamentali già stabiliti nelle Assise di Ariano furono in gran parte confermati.
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