Piz Kesch | |
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La montagna vista da nord-ovest | |
Stato | Svizzera |
Cantone | Grigioni |
Distretto | Regione Albula Regione Maloja |
Altezza | 3 417,7 m s.l.m. |
Prominenza | 1 502 m |
Isolamento | 23 km |
Catena | Alpi |
Coordinate | 46°37′16.7″N 9°52′21.4″E |
Altri nomi e significati | Piz d'Es-cha |
Data prima ascensione | 1846 |
Autore/i prima ascensione | J. Coaz, J. Rascher, C. Casper e J. Tscharner |
Mappa di localizzazione | |
Dati SOIUSA | |
Grande Parte | Alpi Orientali |
Grande Settore | Alpi Centro-orientali |
Sezione | Alpi Retiche occidentali |
Sottosezione | Alpi dell'Albula |
Supergruppo | Catena Kesch-Chüealphorn-Grialetsch |
Gruppo | Gruppo del Kesh i.s.a. |
Sottogruppo | Gruppo del Kesh in senso stretto |
Codice | II/A-15.II-B.4.c |
Il Piz Kesch (3.417 m s.l.m.[1] - in romancio Piz d'Es-cha) è la montagna più alta delle Alpi dell'Albula nelle Alpi Retiche occidentali.
Si trova sul confine tra la regione Maloja e la regione Albula nel Canton Grigioni.
Geografia
[modifica | modifica wikitesto]Il Piz Kesch è la montagna più alta delle Alpi Orientali situate sopra il fiume Eno. Sul versante nord del monte si trova il ghiacciaio Porchabella.
Ai piedi del monte si trovano due rifugi alpini: la Chamanna d'Es-Cha (2.594 m) e la Chamanna digl Kesch (2.625 m).
Salita alla vetta
[modifica | modifica wikitesto]La prima salita alla vetta avvenne nel 1846 da parte degli alpinisti J. Coaz, J. Rascher, C. Casper e J. Tscharner.
Si può salire sulla vetta partendo dal passo dell'Albula e passando dalla Chamanna d'Es-Cha. La salita avviene tramite il versante est.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (DE) Alois Draxler, Alpenvereinshütten Südalpen, Bergverl. Rother, 1995, p. 623. URL consultato il 27 maggio 2024.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Piz Kesch
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Piz Kesch, su SummitPost.org.
- (EN) Piz Kesch, su Peakbagger.com.
- Descrizione della salita alla vetta del Piz Kesch su vienormali.it, su vienormali.it. URL consultato il 27 aprile 2011.