Pierre Charles (Schaerbeek, 3 luglio 1883 – Lovanio, 11 febbraio 1954) è stato un presbitero, filosofo, teologo e missiologo belga della Compagnia di Gesù.
A lui si deve l'animazione degli incontri annuali della Settimana missiologica di Lovanio. In risposta a molteplici richieste, viaggiò molto e la sua conoscenza delle terre di missione e dei loro popoli gli insegnò a collaborare con le agenzie nazionali e internazionali. Charles tenne anche numerosi ritiri per sacerdoti e religiosi, divertendosi perché poteva esporre meglio le sue idee rispetto alla predicazione sul pulpito. Fu un rinomato professore e teologo, conferenziere e scrittore, riconosciuto come un pioniere della missiologia, in particolare nell'area francofona dell'Europa, e fondatore di partenariati per assistere le iniziative missionarie.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Gioventù e formazione
[modifica | modifica wikitesto]Dopo aver completato gli studi umanistici presso il Collegio gesuita di Saint-Michel di Bruxelles, Pierre Charles entrò a far parte della Compagnia di Gesù nel 1899. La sua formazione gesuitica fu molto internazionale. Dopo aver studiato filosofia a Lovanio, proseguì la sua formazione a Hastings, in Inghilterra, dove i Gesuiti avevan o posto la sede del loro teologato in esilio e dove rimase dal 1907 al 1910. In questo periodo ebbe tra i suoi maestri: Ebbe tra i suoi professori Léonce de Grandmaison e Albert Condamin e come compagni: Pierre Rousselot, Joseph Huby, Auguste Valensin, Paul Doncœur e Pierre Teilhard de Chardin di cui rimase amico fino alla morte. Inoltre, strinse anche amicizia anche con Auguste Valensin.
Ordinato sacerdote il 24 agosto 1910, continuò a specializzarsi in teologia a Lovanio per un altro anno.
L'ultimo anno di formazione dei gesuiti, noto come "terz'anno" o "terza probazione", si svolse sotto la direzione di padre August Petit, a Tronchiennes, dal 1911 al 1912. Durante altri due anni di specializzazione teologica all'Università cattolica di Lovanio si recò a Parigi dove studiò all'Institute catholique, alla Sorbona, dove conobbe Henri Bergson e Victor Dubos[1], nonché al Collegio di Francia e alla Scuola di studi superiori.
Professore di teologia
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1914 Charles fu nominato professore di teologia dogmatica presso il teologato gesuita di Egenhoven/Lovanio, dove insegnò per il resto della sua vita. Come insegnante affascinava i suoi studenti e, sebbene insegnasse quasi tutti i trattati teologici, il suo preferito era il trattato Sull'Incarnazione del Verbo di sant'Atanasio di Alessandria, che lo portò a sviluppare idee originali sulle radici della fede cristiana tra i popoli di culture diverse. Questa fu l'origine della sua “Teologia della Missione” o missiologia. Nel 1972 la Facoltà di Missiologia fu istituita presso l'Università Gregoriana di Roma e la sua collana annuale Studia missionalia fu inaugurata nel 1943[1].
Solidamente basato su una profonda conoscenza della filosofia e della teologia, e animato da una profonda convinzione personale, era sempre orientato verso una sintesi. Il suo approccio originale e le sue idee si cristallizzarono nel suo libro di meditazioni più venduto La prière de toutes les heures, pubblicato nel 1924.
Missiologia
[modifica | modifica wikitesto]Già nel 1920 difendeva l'idea della fondazione di Chiese autonome nei Paesi di missione[1]. Questo aspetto della sua missiologia non era scontato all'epoca in cui conduceva la sua battaglia per un'effettiva "cattolicità" (la cui etimologia significa appunto "universalità") della Chiesa. Era solito dire che non era normale che un giapponese dovesse convertirsi due volte: alla fede cristiana e a una sua espressione negli schemi culturali occidentali.
In risposta a una richiesta dei missionari del Lemfu Seminary, primo centro di formazione dei seminaristi del Congo, nel 1923 lanciò una raccolta di monografie, la Xaveriana, che trattava i problemi socio-culturali incontrati dai missionari. Da allora, ha cercato di sviluppare una "missiologia", al punto che è stata pienamente accettata come una delle materie teologiche a Lovanio. Se Joseph Schmidlin è considerato il primo missiologo nella Chiesa cattolica, Charles fu comunque unico nell'area teologica francofona. A partire dal 1922, gli incontri annuali noti come Settimane Missiologiche di Lovanio, iniziate da Albert Lallemand, permisero a teologi e specialisti di discutere in modo approfondito temi legati all'inculturazione della fede cristiana: matrimonio, poligamia e famiglia, stregoneria, ruolo della donna, liturgia, ecc.
Queste settimane ebbero un grande successo. Nel 1926, prese vita la pubblicazione Dossiers de l'Action missionnaire) che fu una lontana preparazione al Concilio Vaticano II. Essa sosteneva che il lavoro essenziale delle missioni era, in primo luogo, quello di "far metere radci" alla Chiesa. Per questo, il loro obiettivo primario era l'istituzione di un clero autoctono. Pio XI continuò i suoi sforzi e, consacrando i primi vescovi indigeni in Africa, Cina e India, approvando indirettamente queste idee di CHARLES.
- Charles insisteva sulla decolonizzazione dei popoli e soprattutto delle Chiese. Incoraggiò la formazione del clero locale e la nomina di vescovi indigeni.
Protocolli dei savi di Sion
[modifica | modifica wikitesto]In uno studio critico e comparativo pubblicato dalla Nouvelle Revue théologique, Pierre Charles mise in evidenza l'inautenticità del testo dei Protocolli dei savi di Sion, che era in realtà un brutto plagio del Dialogo agli inferi tra Machiavelli e Montesquieu, pubblicato nel 1864 a Bruxelles da Maurice Joly, che denunciava un complotto bonapartista. L'inganno diventa evidente semplicemente confrontando i due testi riga per riga[2].
Fondatore dell'AUCAM
[modifica | modifica wikitesto]Mediante i suoi sermoni d'Avvento per gli studenti di Lovanio, mobilitò un gruppo di accademici con i quali fondò l'Association universitaire catholique pour l'aide aux missions (Associazione universitaria cattolica per l'aiuto alle missioni, AUCAM) , che si impegnava a formare in modo capillare i laici congolesi nei settori scientifici della medicina e dell'agricoltura. Il loro Istituto Universitario Congolese, fondato nel 1940, fu all'origine della prima università congolese, l'Università Lovanium (1951), che divenne poi l'Università di Kinshasa.
Profeta dell'unificazione mondiale
[modifica | modifica wikitesto]- Come Teilhard, a cui era molto legato, prevedeva l'inevitabile avvicinamento, la convergenza delle energie e la crescente unificazione della razza umana. Nella Bibliographie nationale belge, Joseph Masson lo descrive come un ardente apostolo, un profeta dell'unificazione del mondo, dell'equiparazione delle razze, dell'emancipazione dei colonizzati, della necessità di dare alla Chiesa una pluralità di volti a seconda delle diverse aree culturali.
- Pur non essendo vallone, immaginava facilmente la partecipazione della Vallonia a questo grande movimento di integrazione delle energie umane. Scriveva in La Terre wallonne:
«Chi sono coloro che credono che la Vallonia abbia bisogno di aiuto e che pensano che, per aiutarla, bisogna insegnarle ciò che è? Che si presentino in tutta tranquillità: che parlino con franchezza. Facciamo appello con tutto il cuore a tutte le persone sincere che sono disposte a unirsi a noi nei nostri sforzi disinteressati. Non abbiamo ancora una cronaca sociale. L'arte vallone è in cerca di storici. L'inventario religioso delle nostre province non è stato nemmeno abbozzato. Tutto è ancora da fare, e questo è un bene, perché se tutto è ancora da fare, è perché nulla è ancora stato fatto male.»
Scritti
[modifica | modifica wikitesto]Charles fu anche un autore di successo di opere spirituali. Questa spiritualità nasceva dalla stessa teologia dell'incarnazione e dall'impegno per le realtà concrete del mondo e della vita quotidiana.
- La robe sans couture, Louvain, 1923
- La prière de toutes les heures (3 vol.), Bruxelles, 1924
- La prière missionnaire, Paris, 1935
- Dossiers de l'action missionnaire, Louvain, 1939
- Missiologie, Paris, 1939
- Les protocoles des sages de Sion, Paris, 1939
- La prière de toutes les choses, Bruxelles, 1947
- Études missiologiques, Bruges, 1956
- L'Église, sacrement du monde, Bruges, 1960.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c (FR) Etienne Fouilloux, Les Jésuites, Histoire et Dictionnaire, Paris, Bouquins éditions, 2022, p. 556, ISBN 978-2-38292-305-4.
- ^ Pierre Charles, Les protocoles des sages de Sion, dans Nouvelle Revue théologique, vol. 65, 1938, pp.56-78, 966-969, 1083-1084.
- ^ Pierre Charles, Notre tâche religieuse, in La Terre wallonne (15.10.1921), p. 8-27
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Pierre Charles, Dante et la Mystique, in Revue néo-scolastique de philosophie, 23ᵉ anno, n. 90, 1921, pp. 121-139.
- Jean Levie, In memoriam : le père Pierre Charles, in Nouvelle Revue théologique, vol. 76, 1954, pp. 254-273.
- S. Brown, Fr. Pierre Charles, in R. Nash (éd), Jesuits, Dublin, 1956
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