In linguistica, il termine "pertinenza" rinvia ad ogni tratto linguistico in grado di rilevare una distinzione. Si chiama "pertinentizzazione" l'operazione che stabilisce quali caratteristiche sono pertinenti in un dato contesto.[1][2]
Sia il concetto di tratto sia quello di tratto distintivo sono nati in ambito fonologico, ad opera della Scuola di Praga.[3]
Per comprendere meglio il concetto di pertinenza, si osservi il fenomeno dell'aspirazione delle occlusive sorde ad inizio di sillaba in lingua inglese: parole come pit ('pozzo'), cap ('berretto') e town ('città') vengono pronunciate rispettivamente [ˈpʰɪt], [ˈkʰæp], [ˈtʰaʊn]. Negli stessi contesti, le occlusive sonore non vengono aspirate (si vedano le parole bit, 'pezzo', gap, 'vuoto' e down, 'giù', pronunciate [ˈbɪt], [ˈgæp], [ˈdaʊn]). Nella coppia minima pit/bit, l'opposizione è affidata al tratto [±sonoro] (che è quindi pertintente) e non all'aspirazione, che risulta quindi essere un tratto "ridondante".[4]
Su questa base fonologica, il termine è stato poi usato anche in altri ambiti (ad esempio, in sintassi, in semantica, in prosodia ecc.).
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Gian Luigi Beccaria (a cura di), Dizionario di linguistica, 2ª ed., Torino, Einaudi, 2004 [1994], ISBN 88-06-16942-4.
- Marina Nespor, Fonologia, Bologna, il Mulino, 1993, ISBN 88-15-03808-6.
- Raffaele Simone, Fondamenti di linguistica, 19ª ed., Roma-Bari, Laterza, 2008 [1990], ISBN 978-88-420-3499-5.
- Alberto A. Sobrero (a cura di), Introduzione all'italiano contemporaneo, vol. I, Le strutture, Roma-Bari, Laterza, 1993, ISBN 88-420-4309-5; 11ª ed., 2011, ISBN 978-88-420-4309-6.