Pardo (... – 1042) fu per breve tempo catapano d'Italia nel 1042, dopo il breve mandato di Giorgio Maniace.
Nel luglio 1042, Maniace fu destituito e richiamato da Costantino IX Monomaco per volere di Romano Sclero, fratello dell'amante dell'imperatore. Secondo Giovanni Scillitze, Romano aveva addirittura violentato la moglie di Maniace. Nel settembre 1042,[1] Pardo arrivò con un esercito a Otranto per subentrare a Maniace al comando. Secondo Lupo Protospata, portò con sé una crisobolla, ma il significato è incerto.[2] Pardo era accompagnato da Nicola I, arcivescovo di Bari, che, pur essendo sotto la giurisdizione della Santa Sede, pare fosse un leale bizantino, e da Tubaki, un Protospatario. È probabile che l'arcivescovo si fosse unito al catepano in un precedente sbarco, durante il quale i greci avevano negoziato con il capo ribelle longobardo Argiro. In seguito, Argiro abbandonò la causa longobarda per quella greca. Pardo e Tubaki furono però arrestati a Otranto e giustiziati da Maniace, che fu acclamato imperatore dalle sue truppe.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ L'anno è indicato come 1043 da Lupo Protospata, che però inizia il suo anno a settembre.
- ^ (FR) Ferdinand Chalandon, Histoire de la domination normande en Italie et en Sicile, [ed. italiana Alberto Tamburrini (a cura di), Storia della dominazione normanna in Italia e in Sicilia, Francesco Ciolfi Editore, 2008, ISBN 978-88-86810-38-8, OCLC 876611126.], Paris, Picard, 1907, p. 108 nota 8. URL consultato il 23 settembre 2022.