| Babbuino di Kinda | |
|---|---|
| Stato di conservazione | |
Rischio minimo[1] | |
| Classificazione scientifica | |
| Dominio | Eukaryota |
| Regno | Animalia |
| Phylum | Chordata |
| Classe | Mammalia |
| Infraclasse | Eutheria |
| Superordine | Euarchontoglires |
| (clade) | Euarchonta |
| Ordine | Primates |
| Sottordine | Haplorrhini |
| Infraordine | Simiiformes |
| Parvordine | Catarrhini |
| Superfamiglia | Cercopithecoidea |
| Famiglia | Cercopithecidae |
| Sottofamiglia | Cercopithecinae |
| Tribù | Papionini |
| Genere | Papio |
| Specie | P. kindae |
| Nomenclatura binomiale | |
| Papio kindae Lönnberg, 1919 | |
| Nomi comuni | |
|
babbuino di Kinda | |
Il babbuino di Kinda (Papio kindae Lönnberg, 1919) è una scimmia della famiglia dei Cercopitecidi.
Prende il nome dalla località di Kinda, nel sud della Repubblica Democratica del Congo, dove venne osservato e descritto per la prima volta.[2]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]È di colore dorato, con una corporatura leggera e un aspetto snello e dinoccolato. La sua pelliccia è leggermente più lunga, meno ruvida e molto più morbida rispetto a quella di altre specie di babbuini. È il più piccolo tra tutti i babbuini: i maschi adulti, infatti, hanno all'incirca le dimensioni delle femmine adulte di altre specie del genere Papio.[3] P. kindae è caratterizzato anche da un muso più corto e da cerchi rosa intorno agli occhi. I cuccioli nascono solitamente con il pelo bianco anziché nero (quest'ultimo colore è tipico dei cuccioli delle specie tassonomicamente affini).[4] Il dimorfismo sessuale in Papio kindae è più moderato che in qualsiasi altra specie di babbuini.[5]
Comportamento
[modifica | modifica wikitesto]Vive in gruppi misti di maschi e femmine, similmente al babbuino giallo (P. cynocephalus) e al babbuino oliva (P. anubis); si tratta di gruppi molto numerosi, comprendenti anche più di cento esemplari.[4] A differenza delle specie simili, i babbuini di Kinda sono tendenzialmente docili; i maschi sono spiccatamente propensi a instaurare e a mantenere buone relazioni sociali con gli esemplari di sesso femminile: questa caratteristica è unica tra le specie del genere Papio.
Nei gruppi esiste una rigida gerarchia sociale, con un ruolo predominante delle femmine trasmesso dalle madri alle figlie; questa matrilinearità è stata osservata anche in alcune specie affini. I maschi, invece, possono scalare le gerarchie anche dopo essersi uniti a un gruppo precostituito, ma è raro che ciò avvenga mediante combattimenti violenti.[6]
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]È presente soprattutto nei boschi di miombo (termine in lingua swahili che designa genericamente le piante del genere Brachystegia) e il suo areale si estende tra l'Angola, la Repubblica Democratica del Congo, lo Zambia e, presumibilmente, il nord del Malawi e l'ovest della Tanzania.
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]Un tempo P. kindae era considerato una sottospecie del babbuino giallo (Papio cynocephalus); una rivisitazione del 2013 ha riclassificato l'animale come specie a sé stante.[7]
Popolazioni ibride
[modifica | modifica wikitesto]Babbuini di dimensioni comprese tra quelle del babbuino di Kinda e quelle di Papio cynocephalus sono presenti nello Zambia nord-orientale[8] e, probabilmente, anche in alcune zone circoscritte di Tanzania[8] e Malawi.[9] Un'area di intergradazione così ampia è stata considerata la prova di un diffuso interscambio genetico tra i due taxa.
I babbuini di Kinda, inoltre, si ibridano con i babbuini chacma (Papio ursinus) nel parco nazionale del Kafue, nello Zambia meridionale.[10]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Wallis, J., Petersdorf, M., Weyher, A.H. & Jolly, C.J., Papio kindae, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
- ^ (EN) Contributions to the knowledge about the monkeys of Belgian Congo, in Revue zoologique africaine, vol. 7, 1919, pp. 107-154, DOI:10.5962/bhl.part.15112, ISSN 0771-0488.
- ^ (EN) Jolly, C.J., Species, subspecies, and baboon systematics, in W.H. Kimbel; L.B. Martin et al., Species, Species Concepts, and Primate Evolution, New York, 1993, DOI:10.1007/978-1-4899-3745-2, ISBN 978-1-4899-3747-6.
- ^ a b (EN) Rogers J, Burrell AS, Cotterill FP, Jolly CJ, A preliminary report on the "Kinda" baboons of Zambia, in Folia Primatologica, vol. 75, S1, 2004, p. 61. URL consultato il 28 novembre 2025.
- ^ (EN) Kinda Baboons, su Kasanka Baboon Project. URL consultato il 28 novembre 2025.
- ^ (EN) Weyher, Anna H.; Phillips-Conroy, Jane E.; Fourrier, Marc S.; Jolly, Clifford J., Male-Driven Grooming Bouts in Mixed-Sex Dyads of Kinda Baboons (Papio kindae), in Folia Primatologica, vol. 85, n. 3, 2014, pp. 178-191, DOI:10.1159/000362544, ISSN 0015-5713, PMID 25012475.
- ^ (EN) Papio kindae, su Integrated Taxonomic Information System. URL consultato il 28 novembre 2025.
- ^ a b (EN) Freedman L., A biometric study of Papio cynocephalus skulls from northern Rhodesia and Nyasaland, in Journal of Mammalogy, vol. 44, n. 1, 1963, pp. 24-43, DOI:10.2307/1377165.
- ^ (EN) Ansell WF, Dowsett RJ, Mammals of Malawi, St. Ives, The Trendrine Press, 1988, ISBN 0-9512562-0-3.
- ^ (EN) Jolly, Cliff; Burrell, Andrew S.; Phillips-Conroy, Jane; Bergey, Christina M., Kinda baboons (Papio kindae) and grayfoot chacma baboons (P. ursinus griseipes) hybridize in the Kafue River Valley, Zambia, in American Journal of Primatology, vol. 73, n. 3, marzo 2011, pp. 291-303, DOI:10.1002/ajp.20896, PMID 21274900.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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