Paolo De Majo (Marcianise, 15 gennaio 1703 – Napoli, 20 aprile 1784) è stato un pittore italiano di scuola napoletana, il cui operato artistico è riconducibile al periodo tardo barocco-rococò.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Paolo De Majo nacque a Marcianise il 15 gennaio del 1703 da Giovanni Pietro De Majo e Ovidia Izzo.[1] Insieme al suo fratello maggiore Ludovico (1695-?) si formò nella giovinezza a Napoli presso la scuola artistica di Francesco Solimena,[1][2] che era la più affollata, ambita e prestigiosa[3] che vantasse la Napoli della prima metà del XVIII secolo. Sappiamo ciò anche grazie a Bernardo De Dominici, il quale nelle sue Vite lo citò nel nutrito elenco degli allievi del Solimena, dandone questo giudizio parzialmente positivo: «uno de' scolari che con assiduità hanno assistito alla scuola, e benché non sia giunto al valore de' più eccellenti, ad ogni modo si porta bene, e non gli mancano continuamente delle faccende, vedendosi molte opere esposte al pubblico».[1][4] Le sue opere documentate, su tela e ad affresco, vennero perlopiù realizzate per varie chiese di Napoli (sua città adottiva), Marcianise (sua città natale) e di altri centri campani, lucani e pugliesi; non tutte però sono giunte sino ai nostri giorni.[1] Ad esempio, i bombardamenti su Cassino del 1944 causarono la perdita di alcuni suoi lavori per la celebre Abbazia[1] mentre la grande tela absidale della Chiesa di Gesù e Maria negli anni 1990 è stata trafugata e sezionata in frammenti (in parte recuperati dai carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Culturale) da ladri d'arte.[senza fonte]
Nel 1772 Carlo Vanvitelli lo volle come uno degli insegnanti dell'Accademia Borbonica di Disegno. Uomo dedito all'arte e anche alla fede religiosa, fu amico fraterno di Alfonso Maria de' Liguori. Morì a Napoli nel 1784.[1]
A lungo ignorato dagli studi sulla pittura napoletana del Settecento per l'inferiore originalità tecnica e stilistica rispetto al maestro Solimena e ad altri suoi allievi che pure si ersero a protagonisti della scena artistica napoletana e talvolta italiana di quel secolo (come ad esempio il Giaquinto, De Mura, il Conca, il Vaccaro e il Bonito), sta andando incontro a una rivalutazione da parte di critici e appassionati, volta a evidenziare il suo essere un sensibile interprete di un tardo barocco imbevuto di Arcadia dai teneri slanci devozionali e dagli esiti formali sempre decorosi.[5]
Opere (elenco non esaustivo)
[modifica | modifica wikitesto]- Il Martirio di Santa Barbara (tela, 1733), Chiesa di Santa Barbara di Caivano.[1]
- San Gregorio Magno invoca il Cristo per la fine della peste su Roma (tela, 1735), Chiesa di San Gregorio Magno di Crispano.
- La Madonna del Rosario (tela, 1739), Chiesa di San Domenico di Bitonto.[1]
- La Sacra Famiglia (tela, 1740), Complesso di San Vincenzo de Paoli, Oratorio d'Estate, Napoli
- Pietà (tela, 1741), Cattedrale di Foggia.[1]
- Santo Monacone che compie il miracolo (tela, 1742), Chiesa di Gesù e Maria a Napoli.[1][6]
- Il Sacrificio della Messa; La Processione sul Gargano (tele, 1743), Duomo di San Michele di Marcianise.[1]
- Il Martirio di San Matteo (tela, 1745), Chiesa di San Matteo di Agerola.
- La Circoncisione di Gesù (tela, 1751), Chiesa del Santissimo Rosario di Latiano.
- La Sacra Famiglia (tela, 1757), Chiesa della Santissima Annunziata di Genzano di Lucania.
- Piscina Probatica (affresco, 1759), Duomo di San Michele di Marcianise.
- Sant'Emidio, Madonna con il Bambino e San Giuseppe (tele, 1764), Chiesa di San Giovanni Battista di Atella.
- La Circoncisione di Gesù (tela, 1772), Chiesa di San Domenico di Barra, a Napoli.
- Madonna del Rosario, San Francesco da Paola (tele, 1772), Chiesa di Santa Maria Donnaromita, Napoli (ora in deposito).
- Madonna della Purità, o Madonna delle Tre Corone (1776), Santuario di Maria Santissima delle Tre Corone a Sarno.[1]
- Autoritratto (tela), Museo d'Arte della Fondazione Pagliara di Napoli.[1]
- Gli Evangelisti (tele, 1782), Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini di Napoli.[1]
- Lo Sposalizio della Vergine, San Carlo Borromeo, Sant'Andrea Avellino (tele), Chiesa di San Nicola alla Carità di Napoli.[1]
- San Pietro che battezza, San Paolo che predica (tele), Chiesa di Santa Maria dei Monti di Napoli.
- Pietà (tela), Chiesa di Santa Teresa a Chiaia di Napoli.[1]
- Pietà (tela), Chiesa di San Francesco delle Monache di Aversa.[1]
- Natività, Madonna con il bambino e i santi Monica, Agostino, Gennaro e Antonio (tele), Chiesa di Santa Maria della Consolazione a Villanova di Napoli.
- Santissima Trinità appare a San Gennaro e Sant'Irene; Madonna con il bambino e le sante Maddalena dei Pazzi e Teresa d'Avila; I Beati carmelitani Angelo Mazzinghi e Giovanna Scoppelli (tele); opere presenti alla Basilica di Santa Maria del Carmine Maggiore di Napoli.
- Disputa tra i dottori (tela), Chiesa della Santissima Annunziata di Marcianise.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q M.A. Pavone, Dizionario biografico degli italiani, vol. 38, 1990.
- ^ Gabriele Jannelli, Qual è la storia vera della nuova città di Marcianise?: ovvero Marcianise in rapporto alla chiesa e città di Capua e suoi feudatarii; osservazioni e documenti, G. Nobile e Company, 1879. URL consultato il 22 maggio 2021.
- ^ Solimena - L'Abate Ciccio “maestro di tutte le arti”, su solimena.me. URL consultato il 22 maggio 2021.
- ^ Torna a splendere “La Pietà” nella cattedrale di Foggia. Il restauro interamente finanziato da "Opera Tua" di Coop Alleanza 3.0, su immediato.net, "l'Immediato", 10 dicembre 2020. URL consultato il 22 maggio 2021.
- ^ Achille Della Ragione, PAOLO DE MAJO opera completa, su achillecontedilavian.blogspot.com, 18 novembre 2020, SBN LUA0562473. URL consultato il 19 maggio 2021.
- ^ Chiesa di Gesù e Maria | Napoli, su fondoambiente.it, Fondo Ambiente Italiano. URL consultato il 25 marzo 2022.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Mario Alberto Pavone, DE MAIO, Paolo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 38, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1990. URL consultato il 25 marzo 2022.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Paolo De Majo
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Paolo de Maio, su marcianise.italiani.it. URL consultato il 25 marzo 2022.
- De Màio, Paolo, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 25 marzo 2022.
- Geppe Inserra, La bellezza resiliente: il ritorno de “La pietà” nella Cattedrale di Foggia, su letteremeridiane.org, 12 gennaio 2021. URL consultato il 25 marzo 2022.
- “La Pietà” della cattedrale di Foggia torna a splendere grazie alla sammarchese Daniela Pirro, su sanmarcoinlamis.eu, 10 dicembre 2020. URL consultato il 25 marzo 2022.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 67547478 · ISNI (EN) 0000 0000 6683 9336 · CERL cnp01073837 · ULAN (EN) 500030715 · LCCN (EN) n78012227 · GND (DE) 129498009 |
---|