Paolo Amato (Ciminna, 24 gennaio 1634 – Palermo, 3 luglio 1714) è stato un architetto italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Appartenne fin da giovane all'ordine dei Camilliani e probabilmente la sua formazione avvenne all'interno dell'ordine. Sembra sia stato anche allievo di Angelo Italia. Ebbe una lunga e feconda carriera, anche grazie all'incarico di Architetto del Senato di Palermo, carica per cui fu spesso incaricato di progettare carri e apparati effimeri per la festa di Santa Rosalia.
Paolo Amato fu, anche, progettista di decorazioni; per lui lavorava un'équipe di marmorari e scalpellini che spesso arricchì le sue opere con spettacolari decorazioni a commessa.
Fu maestro di Giacomo Amato.[1] È sepolto insieme al fratello Vincenzo (affermato musicista) nella Chiesa di Santa Ninfa dei Crociferi.[2]
Opere
[modifica | modifica wikitesto]La sua opera più importante, iniziata nel 1682, è la chiesa del Santissimo Salvatore, a pianta dodecagonale allungata, sormontata da una cupola ellittica.
Nel 1681 realizzò un teatro marmoreo per feste musicali al Foro Italico, che fu distrutto a metà del XIX secolo e sostituito dal palchetto progettato da Carlo Giachery e Domenico Lo Faso Pietrasanta. Alcune parti dell'edificio di Paolo Amato furono riutilizzate nella nuova costruzione.
Nel 1698 realizzò l'edicola del Genio del Garraffo a Palermo, che dalla seconda metà del XX secolo versa in gravi condizioni di abbandono e degrado.[3]
Altra importante opera di Paolo Amato fu la chiesa di San Giuliano con l'annesso monastero,[4] realizzata nella seconda metà del XVII secolo e che venne abbattuta alla fine del XIX secolo per far posto al costruendo Teatro Massimo di Palermo.
Gli viene anche attribuito il progetto della facciata barocca della chiesa di San Giovanni Battista nella sua città natale.
Paolo Amato fu anche autore del trattato La Nuova Pratica di Prospettiva, pubblicato a Palermo nel 1732.
- Monumenti funebri di Giovan Battista Marassi, duca di Pietratagliata, e di Girolamo Marassi Drago, barone di Fontana Salsa, manufatti di eleganti forme rococò, opere presenti nella "Cappella del Santissimo Crocifisso" della chiesa di Santa Ninfa dei Crociferi.
- Cappella di Nostra Signora della Soledad, realizzazione del manufatto dell'ex chiesa di San Demetrio di Palermo.
Modelli e disegni
[modifica | modifica wikitesto]- XVII secolo fine, Disegno di ostensorio per un apparato delle Quarant'ore realizzato con la collaborazione di Antonio Grano, matita nera, inchiostro bruno e acquerellature in toni di bruno, opera custodita nella Galleria regionale della Sicilia di «Palazzo Abatellis» di Palermo.
- XVII secolo fine, Disegno di credenza di sacrestia per un monastero realizzato con la collaborazione di Antonio Grano, inchiostro bruno su tracce di matita nera, acquerellature in toni di grigio e di amaranto su carta bianca fine, opera custodita nella Galleria regionale della Sicilia di «Palazzo Abatellis» di Palermo.
- 3 10 1713 - 24 12 1713, Apparati effimeri, macchine e opere di architettura realizzati con la collaborazione di Andrea Palma per l'arrivo e l'incoronazione di Vittorio Amedeo II di Savoia e Anna Maria di Borbone-Orléans.[5]
Riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]- Il Comune di Ciminna ha intitolato la villa comunale con il suo nome. Esiste anche un circolo nella piazza locale, che prende il nome di Paolo Amato.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Giacomo Amato, su comune.palermo.it. URL consultato il 9 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2011).
- ^ Pagina 152, Gaspare Palermo, "Guida istruttiva per potersi conoscere ... tutte le magnificenze ... della Città di Palermo" [1], Volume quarto, Palermo, Reale Stamperia, 1816.
- ^ Edicola marmorea del Genio del Garraffo (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2011). Scheda del FAI. URL consultato il 9 marzo 2011.
- ^ Pagina 121, Gaspare Palermo, "Guida istruttiva per potersi conoscere ... tutte le magnificenze ... della Città di Palermo" [2], Volume IV, Palermo, Reale Stamperia, 1816.
- ^ Pagina 139 - 190, Gioacchino di Marzo, "Diari della città di Palermo dal secolo 16 al secolo 19" [3], Volume VIII, Palermo, Luigi Pedone Laurel Editore, 1871.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Paolo Amato
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Amato, Paolo, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Luigi Biagi, AMATO, Paolo, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1929.
- Amato, Pàolo, su sapere.it, De Agostini.
- Giacomo Spadafora, AMATO, Paolo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 2, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1960.
- Opere di Paolo Amato, su MLOL, Horizons Unlimited.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 20536663 · ISNI (EN) 0000 0000 6632 4607 · SBN BVEV091272 · BAV 495/227777 · CERL cnp00564661 · ULAN (EN) 500046247 · LCCN (EN) n84046572 · GND (DE) 121399001 · BNF (FR) cb148701611 (data) |
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