Palazzo del Carmine | |
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Il portale centrale, attribuito a Giulio Romano | |
Altri nomi | Palazzo della Dogana |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Località | Mantova |
Indirizzo | Via Pomponazzo, 27 |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Uso | Uffici pubblici |
L'ex convento di Mantova dei Carmelitani, definito Palazzo del Carmine nel Catalogo Generale dei Beni Culturali[1], è conosciuto anche come Palazzo della Dogana per la funzione che svolse dopo la confisca da parte della Monarchia asburgica, nel 1783. In tale occasione l'architetto Paolo Pozzo realizzò l'attuale facciata, inserendo il portale attribuito a Giulio Romano. Oggi il vasto edificio è sede della Direzione Provinciale dell'Agenzia delle Entrate, del Catasto e di altri uffici pubblici.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Presenti a Mantova prima del 1316[2], i carmelitani ricevettero nel 1376 da Ludovico I Gonzaga la Chiesa di S. Maria Annunziata. Il convento si unì ad altri nel coltivare l'osservanza della Regola originaria, e in questo ottenne l'appoggio del vescovo Giovanni degli Uberti (1423): nacque così la "Congregazione mantovana dei Carmelitani osservanti"[3], che trovò il sostegno economico dello stesso vescovo, di Gianfrancesco Gonzaga e della moglie Paola Malatesta. I frati poterono così avviare la ricostruzione del convento (1431) e della chiesa (1444)[4][5]. Nella Congregazione, riconosciuta da Papa Eugenio IV nel 1442[6], si distinsero Bartolomeo Fanti e il suo discepolo Battista Spagnoli[7]; essa fece fiorire anche numerosi conventi femminili, come quello del Carmelino.
Parti della chiesa ancora visibili (nell'adiacente Vicolo del Carmine) testimoniano sia l'originale stile gotico[8], sia una ricostruzione settecentesca (che interessò anche il convento)[4]. Essa custodiva il corpo di Battista Spagnoli in un sepolcro scolpito dai fratelli Antonio e Paolo della Mola (autori, sembra, anche del portale[9]).
La Congregazione Mantovana si riunì all'Ordine principale nel 1783[10], l'anno in cui il convento, in linea con la politica giuseppinista, fu confiscato per diventare sede della Dogana (data la vicinanza a Porto Catena). La ristrutturazione progettata da Paolo Pozzo si concluse nel 1788.[8]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]L'edificio si articola principalmente intorno a due chiostri a doppio ordine, con tracce di affreschi originali.[11]
Le articolazioni sono unificate da una facciata ispirata all'architettura di Giulio Romano. Essa presenta un basamento a bugne rustiche, un piano nobile a conci scandito da finestre (con timpani e sfondati rettangolari) e lesene, e infine un sopralzo attico. Come ingresso principale, Pozzo rimontò il portale della vecchia Dogana di Piazza Broletto, opera di Giulio Romano: tra l'edicola a colonne ioniche e l'arco sottostante, due pennacchi con bassorilievi di facchini. Come ingresso laterale, fu recuparato il portale della chiesa (colonne corinzie e trabeazione con ovuli).[12] [13]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Palazzo del Carmine, su catalogo.beniculturali.it. URL consultato il 23 ottobre 2024.
- ^ Ludovico Saggi, La Congregazione Mantovana dei Carmelitani sino alla morte del b. Battista Spagnoli (1516), Roma, Institutum Carmelitanum, 1954, p. 39.
- ^ I Carmelitani a Mantova 1986, tip. Litografia La Cartotecnica, Provaglio d'Iseo, pp. 8-9.
- ^ a b Convento di Santa Maria del Carmelo, carmelitani - (sec. XIV - fine sec. XVIII), su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 23 ottobre 2024.
- ^ Stefano L'Occaso, Fonti archivistiche per le arti a Mantova tra Medioevo e Rinascimento (1382-1459), Mantova, Gianluigi Arcari, 2005, pp. 287-289, ISBN 88-88499-24-5.
- ^ Ludovico Saggi, L'Osservanza, in G. Pelliccia e G. Rocca (edd.), Dizionario degli Istituti di Perfezione, 10 voll., Edizioni paoline, Milano, 1974-2003, vol. II (1975), col. 462.
- ^ I Carmelitani a Mantova, pp. 12-15.
- ^ a b Stefano Scansani, Omnia Mantova, Mantova, Tre Lune, 2008, pp. 454-455, ISBN 978-88-89832-27-1.
- ^ Vasco Restori, Mantova e dintorni. Notizie Storico-Topografiche, Mantova, L'Artistica, 1915, p. 259.
- ^ Ludovico Saggi, L'Osservanza, col. 463.
- ^ Palazzo della Dogana, su archivio.festivaletteratura.it. URL consultato il 15 novembre 2024.
- ^ Marco Introini e Luigi Spinelli, Architettura a Mantova : dal Palazzo Ducale alla Cartiera Burgo, Cinisello Balsamo, Silvana, 2018, p. 128, ISBN 978-88-366-3981-6.
- ^ Palazzo della Dogana, su artsandculture.google.com. URL consultato il 15 novembre 2024.