Palazzo Capponi alle Rovinate | |
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La facciata quattrocentesca su via de' Bardi | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Località | Firenze |
Indirizzo | via dei Bardi 36 |
Coordinate | 43°45′58″N 11°15′22″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | 1406 - 1426 |
Stile | rinascimentale |
Realizzazione | |
Committente | Niccolò da Uzzano |
Il palazzo Capponi alle Rovinate[1] (o delle Rovinate o Capponi-da Uzzano) è un edificio storico del centro di Firenze, situato in via dei Bardi 36 a Firenze, con un accesso anche sul lungarno Torrigiani 25.
Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale, ed è tutelato da vincolo architettonico dal 1913.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il palazzo risulterebbe costruito nella sua parte principale di otto assi ai primi del Quattrocento, su commissione di Niccolò da Uzzano e su progetto (stando alla più tarda e non avvalorata testimonianza di Giorgio Vasari) di Lorenzo di Bicci, che come pittore aveva già affrescato per lo stesso signore la cappella maggiore della vicina chiesa di Santa Lucia[2].
Terminato attorno al 1426 è descritto nel catasto del 1427 "con volte sotterra, pozzi e stalle e uno pocho d'orto, con più e più maserizia secondo che alla sua chondizione si richiede". Morto Niccolò da Uzzano nel 1432 e suo fratello Agnolo nel 1435 (entrambi senza eredi), l'edificio pervenne per via ereditaria a Niccolò Capponi (1406-1484) e, fino al Seicento, ai suoi discendenti diretti, per poi passare al ramo collaterale del senatore Ferrante (al quale si deve probabilmente il rialzamento del soffitto del salone del piano nobile e l'erezione di una cappella) e quindi a un'altra linea della famiglia, mantenendosi tuttavia sempre nelle proprietà del casato[2].
La denominazione, che identifica questa come 'delle rovinate', trova giustificazione nel carattere franoso del sovrastante poggio dei Magnoli, rovinato appunto più volte con tutte le sue case, fino al disastroso smottamento del 1547 e alle conseguenti disposizioni di Cosimo I de' Medici che proibirono nuove costruzioni (si veda l'iscrizione posta sul muro di fronte)[2].
L'edificio, al di là della questione attributiva (visti i molti dubbi sulla testimonianza di Giorgio Vasari) è, per il periodo di fondazione, di grande importanza per la storia dell'architettura fiorentina, documentando, pur nell'adesione a soluzioni proprie della tradizione trecentesca, l'adozione di non poche novità che anticipano il successivo linguaggio rinascimentale, segnatamente di Filippo Brunelleschi[3] e di Michelozzo di Bartolomeo[2].
Per quanto concerne la parte tergale del palazzo che guarda all'Arno, questa fu ridisegnata da Giuseppe Poggi tra il 1870 e il 1873 in stile neorinascimentale, in concomitanza con la creazione del lungarno, e su incarico dei conti Luigi e Ferdinando Capponi[2].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Facciata nord
[modifica | modifica wikitesto]All'esterno, su via de' Bardi, mostra ancora i caratteri dell'architettura tardogotica, con un severo bugnato fino al primo piano e file irregolari di monofore (oggi in parte tamponate e sostituite da aperture rettangolari) e finestrelle ai piani superiori. Non mancano però alcuni elementi innovativi che prenderanno il campo nel periodo rinascimentale, come la pianta regolare, più o meno quadrata, sviluppata attorno a un cortile centrale. La facciata doveva avere in origine tre grandi fornici (uno a sinistra e uno a destra dell'attuale portone principale, al n. 36) a segnare l'asse di simmetria di un piano terreno contraddistinto da una bugnatura a forte rilievo, che diverrà tipica di non poche realizzazioni del pieno Quattrocento. Le finestre inginocchiate, che ora tamponano questi originari fornici, sono più tarde, seicentesche, come è più tarda la risistemazione dei piani superiori, con finestre trasformate e in parte chiuse in corrispondenza dell'alto soffitto del salone centrale. Presumibilmente è poi del Settecento il rifacimento del coronamento, con "la cornice poco aggettante che sostituisce l'ampia grondaia che in origine doveva sporgere molto di più e creare un più marcato rapporto con la quadrata stesura del prospetto e ribadire in forma più accentuata l'ombra discreta della prima cornice marcapiano che fa da punto fermo, da cesura tra il bugnato rustico del piano terreno e il paramento a commesso liscio dei piani superiori"[4].
La facciata antica mostra ai due estremi due scudi con le armi della famiglia Da Uzzano (fasciato di sei pezzi al capo caricato di tre stelle a otto punte). Al centro, invece, è il più tardo stemma con l'arme dei Capponi (trinciato di nero e d'argento)[2].
Presso il n. 30 rosso, nei pressi di una porticina di servizio camuffata con fine bugne, si vede una buchetta del vino presso una lapide col nome "Cantina Capponi".
Facciata sud
[modifica | modifica wikitesto]Giuseppe Poggi "per conservare l'opportuna illuminazione dei vecchi locali interni, immaginò e realizzò due terrazzi laterali situandoli all'altezza del primo piano, ed essi, oltre a conseguire l'effetto desiderato dal valente architetto e costituire per sé un opportuno completamento del piano nobile, aprono due suggestive visuali su tutta quella bellissima parte dei Lungarni"[5]. In realtà, dato il poco spazio disponibile fra il fiume e quello che era il prospetto posteriore (visto l'andamento a forcella di via de' Bardi), l'intervento ottocentesco comportò necessariamente un drastico ridimensionamento della fabbrica, sacrificando non solo l'orto, le stalle e le scuderie (come accadeva per le altre proprietà della zona), ma una notevole porzione degli ambienti del palazzo, con tagli particolarmente pesanti sul lato verso Ponte Vecchio. Ciò detto permane il giudizio per lo più positivo della critica sull'intervento poggiano, che in questo caso evitò la più facile strada del rifacimento in stile esprimendo il gusto del tempo: "Il prospetto sul Lungarno rimane come un paravento dignitoso di gusto chiaramente neoclassico, senza nessun legame stilistico col palazzo stesso, ma sinceramente e visibilmente 'moderno', con il movimentato ritmo delle finestre centinate e l'aggetto del corpo centrale, equilibrato dalle due ali laterali che restano in secondo piano. In questo gioco di volumi e di piani, l'inserimento delle due terrazze panoramiche, che conservano unità al piano terreno e servono ma innesto, è una delle tante trovate positive del nostro architetto"[6]. Si notino i ferri alle finestre terrene, con terminali rispettivamente a testa e a zampa di cappone, in riferimento alla famiglia dei proprietari.
Cortile
[modifica | modifica wikitesto]Di grande rilievo è il cortile, che precorre di alcuni decenni una tipologia che si imporrà come caratteristica saliente del palazzo rinascimentale:i pilastri ottagonali hanno una forma fortemente slanciata, con i capitelli decorati da foglie stilizzate (assai ridotte di numero e molto geometrizzate), sui quali poggiano le volte a crociera: gli elementi sono medievali, ma l'armonia dell'insieme esprime già in embrione la sensibilità rinascimentale; "preludono gli elementi innovatori di quel cortile tanto più studiato e celebre che si trova nel palazzo dei Bardi alle Grazie. Anche alcuni semplici graffiti e bozze e con foglie lineari contribuiscono a confermare l'antichità e insieme la modernità di questo cortile"[7]. I graffiti in parte sono risalenti agli anni Cinquanta del secolo XV, e originariamente esistevano portici su ogni lato, oggi tamponati su due lati e chiusi da una loggia sul terzo nel XVIII secolo.
Interno
[modifica | modifica wikitesto]Nell'ingresso su via de' Bardi resta ancora un antico affresco, forse di Lorenzo di Bicci stesso, che mostra due figure alate che sorreggono lo stemma da Uzzano; l'affresco del ritratto di Niccolò da Uzzano risale invece al 1703 e s'ispira al busto di Niccolò da Uzzano di Donatello[8]. All'interno ai piedi dello scalone c'è un leone in porfido rosso di "antico scultore", opera romana del II secolo d.C.: il suo pendant è oggi al Metropolitan Museum di New York.
All'interno dell'appartamento al primo piano si segnala una piccola cappella risistemata nel Settecento, con, sull'altare, una tavola del Pontormo raffigurante la Madonna con il Bambino, già paliotto della Cappella Capponi in Santa Felicita, e la vetrata originale del Trasporto al Sepolcro di Guillaume de Marcillat (1506) dalla medesima cappella (dove è esposta una copia moderna). Nel palazzo si conserva anche il modello in terracotta del paliotto in bronzo che lo scultore Ferdinando Tacca modellò per la chiesa di Santo Stefano al Ponte.
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Il leoncino
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Il rilievo al MET
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Altra veduta del pezzo del MET
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Altra veduta del pezzo del MET
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Il rilievo di Ferdinando Tacca
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La Madonna di Pontormo
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La vetrata originale di Guillaume de Marcillat
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Questo nome si trova nel sito ufficiale della famiglia Capponi, mentre in letteratura e nella segnaletica stradale è più usata la forma "delle rovinate".
- ^ a b c d e f Scheda web Paolini.
- ^ Lorenzo Vigotti, Towards the Renaissance palace typology: Palazzo da Uzzano’s architectural innovations (1408-17), in Annali di Architettura, vol. 34, 2022, pp. 19-36.
- ^ Mario Bucci 1973.
- ^ Ginori Lisci
- ^ Mario Bucci 1973
- ^ Ginori Lisci 1972.
- ^ Vannucci, cit.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Ristretto delle cose più notabili della città di Firenze del dottor Raffaello del Bruno, Firenze, Moucke, 1757, p. 127;
- Gaetano Cambiagi, L'antiquario fiorentino; o sia, Guida per osservar con metodo le cose notabili della città di Firenze, Firenze, Stamperia Imperiale, 1765, p. 197;
- Gaetano Cambiagi, L'antiquario fiorentino o sia Guida per osservar con metodo le cose notabili della città di Firenze, Firenze, Stamperia Granducale, 1771, p. 210;
- Gaetano Cambiagi, L'antiquario fiorentino, o sia, Guida per osservar con metodo le cose notabili della citta di Firenze, Firenze, Stamperia Granducale, 1781, pp. 193-194;
- Marco Lastri, L’osservatore fiorentino sugli edifici della sua Patria, Terza edizione eseguita sopra quella del 1797, riordinata e compiuta dall’autore, coll’aggiunta di varie annotazioni del professore Giuseppe Del Rosso R. Consultore Architetto, ascritto a più distinte società di Scienze, e Belle Arti, 8 voll., Firenze, presso Gaspero Ricci, 1821, VIII, pp. 38-44;
- Guida della città di Firenze e suoi contorni con la descrizione della I. e R. Galleria e Palazzo Pitti, Firenze, presso Antonio Campani, 1828, p. 215;
- Federico Fantozzi, Nuova guida ovvero descrizione storico artistico critica della città e contorni di Firenze, Firenze, Giuseppe e fratelli Ducci, 1842, p. 596, n. 309;
- Federico Fantozzi, Pianta geometrica della città di Firenze alla proporzione di 1 a 4500 levata dal vero e corredata di storiche annotazioni, Firenze, Galileiana, 1843, p. 234, n. 584;
- Nuova Guida Di Firenze, Firenze, Editore Ricci, 1845, pp. 252-253;
- Giuseppe Formigli, Guida per la città di Firenze e suoi contorni, nuova edizione corretta ed accresciuta, Firenze, Carini e Formigli, 1849, p. 218;
- Nuova guida della città di Firenze ossia descrizione di tutte le cose che vi si trovano degne d’osservazione, con piante e vedute, ultima edizione compilata da Giuseppe François, Firenze, Vincenzo Bulli, 1850, p. 555;
- Illustratore fiorentino. Calendario storico per l’anno bisestile 1880, compilato da Guido Carocci, Firenze, Giovanni Cirri Editore, 1880, pp. 91-94;
- Emilio Bacciotti, Firenze illustrata nella sua storia, famiglie, monumenti, arti e scienze dalla sua origine fino ai nostri tempi, 3 voll., Firenze, Stabilimento Tipografico Mariani e Tipografia Cooperativa, 1879-1886, III, 1886, p. 70;
- Iscrizioni e memorie della città di Firenze, raccolte ed illustrate da M.ro Francesco Bigazzi, Firenze, Tip. dell’Arte della Stampa, 1886, pp. 198-199;
- Ministero della Pubblica Istruzione (Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti), Elenco degli Edifizi Monumentali in Italia, Roma, Tipografia ditta Ludovico Cecchini, 1902, p. 252;
- Janet Ross, Florentine Palace and their stories, with many illustrations by Adelaide Marchi, London, Dent, 1905, p. 74;
- Attilio Schiaparelli, La casa fiorentina e i suoi arredi nei secoli XIV e XV, volume primo, Firenze, Sansoni, 1908, p. 29;
- Walther Limburger, Die Gebäude von Florenz: Architekten, Strassen und Plätze in alphabetischen Verzeichnissen, Lipsia, F.A. Brockhaus, 1910, n. 148;
- Luigi Vittorio Bertarelli, Italia Centrale, II, Firenze, Siena, Perugia, Assisi, Milano, Touring Club Italiano, 1922, p. 175;
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- Gunter Thiem, Christel Thiem, Toskanische Fassaden-Dekoration in Sgraffito und Fresko: 14. bis 17. Jahrhundert, München, Bruckmann, 1964, pp. 55-56, n. 8, tavv. 14-15;
- Walther Limburger, Le costruzioni di Firenze, traduzione, aggiornamenti bibliografici e storici a cura di Mazzino Fossi, Firenze, Soprintendenza ai Monumenti di Firenze, 1968 (dattiloscritto presso la Biblioteca della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le province di Firenze Pistoia e Prato, 4/166), n. 148;
- Mario Bucci, Palazzi di Firenze, fotografie di Raffaello Bencini, 4 voll., Firenze, Vallecchi, 1971-1973 (I, Quartiere di Santa Croce, 1971; II, Quartiere della SS. Annunziata, 1973; III, Quartiere di S. Maria Novella, 1973; IV, Quartiere di Santo Spirirto, 1973), IV, 1973, pp. 51-52;
- Mario Bucci, Palazzi di Firenze, fotografie di Raffaello Bencini, 4 voll., Firenze, Vallecchi, 1971-1973 (I, Quartiere di Santa Croce, 1971; II, Quartiere della SS. Annunziata, 1973; III, Quartiere di S. Maria Novella, 1973; IV, Quartiere di Santo Spirirto, 1973), IV, 1973, pp. 47-54;
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- Leonardo Ginori Lisci, I palazzi di Firenze nella storia e nell’arte, Firenze, Giunti & Barbèra, 1972, II, pp. 665-672;
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- Gian Luigi Maffei, La casa fiorentina nella storia della città dalle origini all’Ottocento, con scritti originali di Gianfranco Caniggia, appendici documentarie di Valeria Orgera, Venezia, Marsilio, 1990, pp. 120-124;
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- Mauro Cozzi, La seconda metà dell'Ottocento, in Mauro Cozzi, Franco Nuti, Luigi Zangheri, Edilizia in Toscana dal Granducato allo Stato Unitario, Firenze, Edifir, 1992, pp. 163-201, p. 167;
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- Marcello Vannucci, Splendidi palazzi di Firenze, con scritti di Janet Ross e Antonio Fredianelli, Firenze, Le Lettere, 1995, pp. 80-82;
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- Touring Club Italiano, Firenze e provincia, Milano, Touring Editore, 2005, p. 438 e p. 443;
- Franco Cesati, Le strade di Firenze. Storia, aneddoti, arte, segreti e curiosità della città più affascinante del mondo attraverso 2400 vie, piazze e canti, 2 voll., Roma, Newton & Compton editori, 2005, I, pp. 53-54;
- Guida d'Italia, Firenze e provincia, Edizione del Touring Club Italiano, Milano, 2007
- Associazione Dimore Storiche Italiane, pubblicazione edita in occasione della XXXII Assemblea Nazionale, Firenze, 24-27 aprile 2009, testi a cura dell’Associazione Culturale Città Nascosta, Firenze, ADSI, 2009, pp. 37-39;
- Claudio Paolini, Architetture d'Oltrarno. Da piazza Giuseppe Poggi a piazza Santa Maria Soprarno, Edizioni Polistampa, Firenze 2010, pp. 71-76, n. 37.
- Lorenzo Pagnini, Giuseppe Poggi e la sistemazione della facciata del brunelleschiano Palazzo da Uzzano Capponi sul Lungarno Torrigiani (1872), in "Bollettino della Società di Studi Fiorentini", 2011, 20, pp. 29-33;
- Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 479-480.
- Lorenzo Vigotti, Towards the Renaissance palace typology: Palazzo da Uzzano’s architectural innovations (1408-17), Annali di Architettura, 34 (2022), pp. 19-36.
- Gianluca Belli, Paramenti bugnati e architettura nella Firenze del Quattrocento, Firenze, University Press, 2019, p. 410, n. 45, fig. 6
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo Capponi alle Rovinate
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Claudio Paolini, schede nel Repertorio delle architetture civili di Firenze di Palazzo Spinelli (testi concessi in GFDL)
- Fonte: scheda nei "Luoghi della Fede", Regione Toscana, su web.rete.toscana.it.
- Una pagina sulla Madonna del Pontormo e Lodovico Capponi, su conticapponi.com (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2007).
- Una pagina sulla conservazione del palazzo, su limen.org.
- La vetrata della cappella di Palazzo Capponi, su icvbc.cnr.it. URL consultato il 22 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 29 aprile 2017).
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