Paceite | |
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Classificazione Strunz | 10.AA.30[1] |
Formula chimica | CaCu(CH3COO)4·6(H2O)[2] |
Proprietà cristallografiche | |
Gruppo cristallino | dimetrico |
Sistema cristallino | tetragonale[2] |
Parametri di cella | a=11,155(4), c=16,236(17), V=2020,3(21), Z=4[2] |
Gruppo puntuale | 4/m |
Gruppo spaziale | I 4/m[2] |
Proprietà fisiche | |
Densità | 1,472 (calcolata)[2] g/cm³ |
Durezza (Mohs) | 1½[2] |
Sfaldatura | perfetta secondo {100} e {110}[2] |
Frattura | irregolare[2] |
Colore | blu scuro[2] |
Lucentezza | vitrea[2] |
Opacità | traslucida[2] |
Striscio | blu chiaro[2] |
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale |
La paceite è un minerale di tetraacetato esaidrato di rame(II) e calcio(II) descritto nel 2002 in base ad una scoperta avvenuta nella cava di Potosi, Broken Hill, Nuovo Galles del Sud, in Australia e approvato dall'IMA nel 2001. Il nome del minerale è stato attribuito in onore del collezionista di minerali australiano Frank L. Pace che lo scoprì.[2]
I minerali di acetato sono pochi, oltre alla paceite e all'hoganite si conosce soltanto la calclacite che però si è formata in campioni conservati in un museo.[2]
Morfologia
[modifica | modifica wikitesto]La paceite è stata scoperta fra i campioni di hoganite sotto forma di corti cristalli prismatici lunghi fino ad 1 mm e di sottili croste microcristalline formate da più minerali.[2]
Origine e giacitura
[modifica | modifica wikitesto]Il minerale è stato scoperto assieme all'hoganite in un cappellaccio di ferro associato a goethite, ematite, quarzo, linarite, malachite, azzurrite, smithsonite ricca di rame e cerussite nei pressi di uno strato di foglie in decomposizione.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Paceite mineral information and data, su mindat.org. URL consultato il 25 marzo 2013.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p (EN) D. E. Hibbs, Kolitsch U., Leverett P., Sharpe J. L., Williams P. A., Hoganite and paceite, two new acetate minerals from the Potosi mine, Broken Hill, Australia (PDF), in Mineralogical Magazine, vol. 66, 2002, pp. 459-464. URL consultato il 22 marzo 2013.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Webmineral.com.
- (EN) Mindat.org.