Otto Kittel | |
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Nascita | Kronsdorf, 21 febbraio 1917 |
Morte | Džūkste, attuale Lettonia, 14 febbraio 1945 |
Cause della morte | abbattuto da un aereo nemico |
Dati militari | |
Paese servito | Germania |
Forza armata | Luftwaffe |
Specialità | pilota di caccia |
Unità | JG-54 |
Anni di servizio | 1939-1945 |
Grado | Oberleutnant |
Guerre | seconda guerra mondiale |
Campagne | fronte orientale campagna del Mar Baltico |
Battaglie | operazione Barbarossa assedio di Leningrado sacca di Demjansk battaglia di Kursk operazione Kutuzov sacca di Curlandia |
Comandante di | 2./JG 54 |
Decorazioni | vedi qui |
Fonti citate nel corpo del testo | |
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Otto Kittel (Kronsdorf, 21 febbraio 1917 – Džūkste, 14 febbraio 1945) è stato un aviatore tedesco che prestò servizio nella Luftwaffe, l'aeronautica militare tedesca, durante la seconda guerra mondiale.
Con un totale di 267 vittorie aeree ottenute in 583 missioni[1], fu il quarto miglior asso dell'aviazione tedesco e della storia, dopo Erich Hartmann, Gerhard Barkhorn e Günther Rall.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Carriera militare
[modifica | modifica wikitesto]Otto Kittel, figlio di Eduard, nacque il 21 febbraio 1917 a Kronsdorf, nei Sudeti. Si arruolò nella Luftwaffe nel gennaio 1939 quando aveva 22 anni. Dopo aver completato l'addestramento nel gennaio 1941, il 12 febbraio raggiunse la base della 2ª squadriglia (Staffel) del I gruppo (Gruppe) del 54º stormo caccia (Jagdgeschwader 54, JG 54) di Jever. In quel momento aveva il grado di Unteroffizier (sergente).[2] Il suo inizio di carriera non fu spettacolare: oltre a doversi lanciare col paracadute sopra la cittadina tedesca di Spiekeroog il 31 maggio, a causa di un'avaria al motore del suo caccia Messerschmitt Bf 109F-2, riportando solo ferite lievi, impiegò quasi nove mesi per raggiungere le quindici vittorie personali contro altrettanti aerei avversari, i primi due dei quali (due bombardieri sovietici SB-2) vennero abbattuti entrambi il 24 giugno. Negli undici mesi successivi Kittel raccolse altri ventiquattro successi.[2]
Taciturno, modesto, serio e tranquillo, Kittel aumentò il ritmo quando, agli inizi del 1943, il JG 54 ricevette i caccia Focke-Wulf Fw 190. Ormai Feldwebel (maresciallo), abbatté quattro aerei sovietici il 19 febbraio 1943, conseguendo così la sua 39ª vittoria personale e la 4.000ª del JG 54. Il 15 marzo tuttavia, poco dopo aver riportato la 47ª vittoria, il suo Fw 190A-4 ebbe un'avaria tale da costringerlo a compiere un atterraggio d'emergenza in territorio nemico. Kittel riguadagnò le linee tedesche dopo tre giorni di marcia, quando erano già comparsi i primi segni di assideramento. Tornò a volare abbattendo due aerei da attacco al suolo Šturmovik il 1º aprile e un caccia La-5 l'11 giugno (50ª vittoria).[2] La vittoria numero cento arrivò il 14 settembre ai danni di un caccia Yak-9. In considerazione del suo 123º successo ottenuto il 28 ottobre contro un caccia LaGG-3, Kittel fu decorato il giorno successivo con la Croce di Cavaliere.[2]
Seguì un periodo (novembre 1943-marzo 1944) passato come istruttore all'Ergänzungs-Jagdgruppe Ost (gruppo complementare caccia est) basato a Biarritz, in Francia, dove fu promosso Leutnant (sottotenente). Tornato al JG 54, divenne comandante (Staffelkapitän) della 2ª squadriglia del I gruppo. Kittel continuò la sua scia di successi che gli valsero le fronde di quercia da aggiungere alla Croce di Cavaliere, conferitegli l'11 aprile 1944 in considerazione delle sue centocinquantadue vittorie aeree. Il 25 ottobre fu promosso Oberleutnant (tenente) e ricevette le spade alla Croce di Cavaliere, quale premio per la 239ª vittoria conseguita il 14 ottobre contro un La-5. Impegnato in Curlandia, come il resto del reparto, nei primi mesi del 1945, Kittel decollò il 14 febbraio per intercettare una formazione di Šturmovik avvistata sopra Džūkste: abbattutone uno, il suo Fw 190A-8 (W.Nr.[3] 960282) fu colpito dal mitragliere di un altro Šturmovik e si schiantò al suolo con Kittel ancora a bordo.[4]
Al momento della morte aveva abbattuto un totale di 267 aerei nemici in 583 missioni di guerra. Fu il miglior pilota del JG 54.[2]
Vita privata
[modifica | modifica wikitesto]Kittel sposò Edith nel giugno del 1942 a Krasnogvardejsk, e ebbero un figlio, Manfred, nel 1945.[5]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ John Weal, Jagdgeschwader 54 Grünherz, p. 123, Osprey, 2001, ISBN 1-84176-286-5.
- ^ a b c d e Mattioli 2008, p. 10.
- ^ Abbreviazione di Werk Nummer, numero di matricola.
- ^ Franz Kurowski, Oberleutnant Otto Kittel Der erfolgreichste Jagdflieger des Jagdgeschwaders 54, pp. 142-143, Flechsig Verlag, 2007, ISBN 978-3-88189-733-4.
- ^ Franz Kurowski, Oberleutnant Otto Kittel Der erfolgreichste Jagdflieger des Jagdgeschwaders 54,pp. 147-148, Flechsig Verlag, 2007, ISBN 978-3-88189-733-4.
- ^ a b c Berger 2000, p. 152.
- ^ a b Kurowski 2007, p. 149.
- ^ Obermaier 1989, p. 39.
- ^ Patzwall, Scherzer 2001, p. 230.
- ^ In precedenza decorato con la Croce di Cavaliere il 29 ottobre 1943, a cui si aggiunsero le fronde di quercia l'11 aprile 1944. Cfr Fellgiebel 2000, p. 257; Scherzer 2007, p. 444.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- In italiano
- Marco Mattioli, Assi tedeschi, in Supplemento alla rivista Aerei nella storia, n. 63, West-Ward Edizioni, gennaio 2008, ISSN 1591-1071 .
- In tedesco
- Florian Berger, Mit Eichenlaub und Schwertern. Die höchstdekorierten Soldaten des Zweiten Weltkrieges, Selbstverlag Florian Berger, 2000, ISBN 3-9501307-0-5.
- Walther-Peer Fellgiebel, Die Träger des Ritterkreuzes des Eisernen Kreuzes 1939-1945, Friedburg, Podzun-Pallas, 2000, ISBN 3-7909-0284-5.
- Franz Kurowski, Oberleutnant Otto Kittel Der erfolgreichste Jagdflieger des Jagdgeschwaders 54, Würzburg, Flechsig Verlag, 2007, ISBN 978-3-88189-733-4.
- Ernst Obermaier, Die Ritterkreuzträger der Luftwaffe Jagdflieger 1939-1945, Magonza, Verlag Dieter Hoffmann, 1989, ISBN 3-87341-065-6.
- Klaus D. Patzwall, Veit Scherzer, Das Deutsche Kreuz 1941 - 1945 Geschichte und Inhaber Band II, Norderstedt, Verlag Klaus D. Patzwall, 2001, ISBN 3-931533-45-X.
- Veit Scherzer, Die Ritterkreuzträger 1939-1945. Die Inhaber des Ritterkreuzes des Eisernen Kreuzes 1939 von Heer, Luftwaffe, Kriegsmarine, Waffen-SS, Volkssturm sowie mit Deutschland verbündeter Streitkräfte nach den Unterlagen des Bundesarchives, Jena, Scherzers Militaer-Verlag, 2007, ISBN 978-3-938845-17-2.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Controllo di autorità | VIAF (EN) 83636415 · ISNI (EN) 0000 0000 5606 862X · LCCN (EN) no2009045941 |
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