Osservatorio di Amburgo | |
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L'osservatorio di Bergedorf | |
Organizzazione | Università di Amburgo |
Codice | 029 |
Stato | Germania |
Località | Bergedorf, sobborgo di Amburgo |
Coordinate | 53°28′48″N 10°14′27.6″E |
Fondazione | 1909 (1802) |
Sito | www.hs.uni-hamburg.de/ |
Mappa di localizzazione | |
L'Osservatorio di Amburgo (in tedesco: Hamburger Sternwarte) è un osservatorio astronomico che si trova a Bergedorf, sobborgo di Amburgo, ed appartiene all'Università di Amburgo.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Sede di Stintfang (1802–1811)
[modifica | modifica wikitesto]Il precursore dell'Osservatorio di Amburgo è stato l'osservatorio privato di Johann Georg Repsold, costruito nel 1802 nel quartiere di Stintfang ad Amburgo[1]. Iniziò nel 1803 con uno strumento dei passaggi costruito dallo stesso Repsold nel 1808[2]. Tuttavia, questo primo osservatorio fu distrutto nel 1811 durante le guerre napoleoniche. Perciò Repsold, Reinke, e J.C. von Hess proposero al Senato cittadino di costruire un osservatorio astronomico.
Sede di Millerntor (1825–1906)
[modifica | modifica wikitesto]Il finanziamento del nuovo osservatorio fu approvato nel 1821, a condizione che Repsold ne costruisse gli strumenti. L'edificio fu costruito nel 1825 vicino alla Millerntor. Tuttavia nel 1830 Repsold morì mentre stava spegnendo un incendio (era infatti anche un pompiere) e il senato deliberò di continuare lo stesso i lavori[3]. ne divenne primo direttore Carl Ludwig Christian Rümker[4]. Christian August Friedrich Peters ne divenne assistente nel 1834. Nel 1856 il figlio di Rümker, Georg, divenne direttore dell'osservatorio.
Nel 1876 fu installato il telescopio Äquatorial, un rifrattore da a 27 cm, che fu successivamente spostato a Bergedorf.
Dopo il trasferimento a Bergedorf la sede fu parzialmente demolita e ristrutturata nel Museo della storia di Amburgo.
Sede di Bergedorf (1912–oggi)
[modifica | modifica wikitesto]A causa dell'aumento dell'inquinamento luminoso, nel 1906 si decise di trasferire l'osservatorio a Bergedorf: nel 1909 furono spostati i primi strumenti e nel 1912 il nuovo osservatorio fu ufficialmente inaugurato.
Lo Spiegelteleskop (telescopio riflettore) di 1m era il quarto più grande telescopio riflettore del mondo quando entrò in servizio nel 1911[5]. Fra le opere redatte a Bergedorf c'è il AGK3-Sternkatalog (catalogo stellare redatto fra il 1956 e il 1964)
L'Osservatorio europeo australe (ESO) fu fondato a Bergedorf nel 1962.[6]
Nel 1968 l'osservatorio fu ceduto dalla città all'Università di Amburgo[7]. Nel 1979 è stato inaugurato un piccolo museo in onore di Bernard Schmidt[2]. Nel 2012 sono stati celebrati i cento anni della sede di Bergedorf[8].
Sedi e telescopi
[modifica | modifica wikitesto]L'Osservatorio di Amburgo gestisce telescopi a Bergedorf e nelle due sedi precedenti ad Amburgo, nonché in altri osservatori in altri paesi, ed ha anche collaborato a missioni spaziali.
Telescopi ad Amburgo[9]
[modifica | modifica wikitesto]- Il Große Refraktor, un grande telescopio rifrattore con l'obiettivo di 60 cm e lunghezza focale di 9 m. Costruito da Repsold, con ottica di Steinheil.
- L'Äquatorial, un telescopio rifrattore con apertura di 26 cm. Costruito negli anni Settanta dell'Ottocento e trasferito a Bergedorf.
- Il Meridiankreis, uno strumento dei passaggi fabbricato nel 1907 da "A. Repsold & Söhne".
- Il Lippert-teleskop, costituito da tre astrografi rifrattori, costruito dalla Carl Zeiss e finanziato da Eduard Lippert.
- Lo 1m Spiegelteleskop, il telescopio rifrattore da 1 metro costruito nel 1911 dalla Carl Zeiss: è stato il più grande telescopio tedesco fra il 1911 e il 1920.
- Un astrografo con obiettivo da 8,5 cm e lunghezza focale di 2,06 m, fabbricato nel 1924[2].
- Lo Schmidtspiegel, il primo telescopio con camera di Schmidt, costruito da Bernhard Schmidt e ora parte dello Schmidt Museum.
- Un grande telescopio Schmidt terminato nel 1954 e poi trasferito nel 1976 nell'Osservatorio di Calar Alto, insieme all' Oskar-Lühning.
- Lo Zonenastrograph, finanziato dalla Deutsche Forschungsgemeinschaft (DFG) nel 1973, ha un'apertura del diametro di 23 cm e una lunghezza focale di 205,3 cm. Fu costruito dalla Carl Zeiss Oberkochen.
- Il Salvador-Spiegel, un riflettore Cassegrain con una lunghezza focale di 8 m e uno specchio di 40 cm.
- L' Oskar-Lühning Teleskop, un Ritchey-Chrétien con un diametro di apertura di 1,20 m e una lunghezza focale di 15,60m dal fuoco Cassegrain. Costruito nel 1975 e ristrutturato come telescopio robotico nel 2001.
- L'Hamburg Robotic Telescope (HRT) è stato costruito dalla Halfmann Teleskoptechnik, collaudato nel 2002, è in funzione dal 2005.
Telescopi all'estero
[modifica | modifica wikitesto]- Nel 1968 è stato installato dall'Osservatorio di Amburgo presso l'Osservatorio Stephanion in Grecia un telescopio riflettore da 38 cm[10].
- Il telescopio Schmidt trasferito a Calar Alto nel 1976. Svolge alcune attività con dati provenienti dal radiotelescopio di Effelsberg.
- Il telescopio HRT nel marzo 2013 è stato installato a Guanajuato, in Messico, presso l'Osservatorio LaLuz della locale università. Attualmente opera sotto il nuovo nome di TIGRE. I costi e i tempi di osservazione sono divisi in base a un accordo trilaterale fra le università di Liegi, Guanajuato e Amburgo, che si assume i maggiori oneri.
Astronomi
[modifica | modifica wikitesto]Fra i direttori dell'Osservatorio ci sono stati Richard Schorr (1900–1941) e Otto Heckmann (1941–1968)[11] che nel 1962 divenne il primo direttore dell'Osservatorio europeo australe.
Bernhard Schmidt, l'inventore della camera di Schmidt lavorò all'Osservatorio a partire dal 1916, sia effettuando osservazioni, sia fabbricando telescopi e altri strumenti. Walter Baade riuscì a ottenere dal Senato di Amburgo nel 1937 che venisse installata una camera di Schmidt: essa fu effettivamente completata solo nel 1954, dopo che i lavori erano ripartiti nel 1951, essendo stati interrotti a causa della seconda Guerra mondiale[12].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ J.G. Repsold, il fondatore dell'Osservatorio di Amburgo (in tedesco)
- ^ a b c A short history of the Hamburg Observatory—Principal Instruments of Hamburg Observatory, su hs.uni-hamburg.de, Uni-Hamburg. URL consultato il 1º settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2012).
- ^ Archived copy, su hs.uni-hamburg.de. URL consultato il 1º ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 27 giugno 2014).
- ^ Charles Rümker, Erster Sternwartendirektor in Hamburg (in tedesco)
- ^ Archived copy, su hs.uni-hamburg.de. URL consultato il 5 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 7 febbraio 2012).
- ^ (EN) APPLAUSE: Archives of Photographic PLates for Astronomical USE (a cura di), Hamburger Sternwarte, su plate-archive.org.
- ^ Archived copy, su hs.uni-hamburg.de. URL consultato il 17 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 25 giugno 2007).
- ^ 100 100 Years of the Observatory Bergedorf, su hs.uni-hamburg.de.
- ^ Archived copy, su hs.uni-hamburg.de. URL consultato il 26 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2008).
- ^ Stephanion Observatory, homepage
- ^ Encyclopædia Britannica, Otto Heckmann
- ^ Donald E. Osterbrock, Walter Baade, Walter Baade: A Life in Astrophysics, Princeton University Press, 2001 ISBN 0-691-04936-X, 9780691049366
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Die Hamburger Sternwarte. Relazione di R. Schorr, esiste anche una traduzione inglese
- Einleitung zum Jahresbericht der Sternwarte Bergedorf für das Jahr 1906, esiste anche una traduzione inglese
- Agnes Seemann, Die Hamburger Sternwarte in Bergedorf in Lichtwark-Heft n° 73, Amburgo, Verlag HB-Werbung, 2008. ISSN 1862-3549 .
- Jochen Schramm, Die Bergedorfer Sternwarte im Dritten Reich in Lichtwark-Heft n° 58, Amburgo, a cura della Lichtwark-Ausschuß, 1993.
- J. Schramm, Sterne über Hamburg - Die Geschichte der Astronomie in Hamburg, 2ª ed. rielaborata ed ampliata, Amburgo, Kultur- & Geschichtskontor, 2010. ISBN 978-3-9811271-8-8
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su osservatorio di Amburgo
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su hs.uni-hamburg.de.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 145387067 · ISNI (EN) 0000 0001 0725 4845 · LCCN (EN) n50069744 · GND (DE) 2013131-8 |
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