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Succiamele del cardo | |
---|---|
Orobanche reticulata | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi I |
Ordine | Lamiales |
Famiglia | Orobanchaceae |
Tribù | Orobancheae |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Tracheobionta |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Asteridae |
Ordine | Scrophulariales |
Famiglia | Orobanchaceae |
Genere | Orobanche |
Specie | O. reticulata |
Nomenclatura binomiale | |
Orobanche reticulata Wallr., 1825 | |
Nomi comuni | |
Orobanche reticolata |
Il succiamele del cardo (nome scientifico Orobanche reticulata Wallr., 1825) è una pianta parassita, appartenente alla famiglia delle Orobanchaceae.[1]
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il nome generico (Orobanche) deriva da due termini greci òrobos (= legume) e anchéin (= strozzare) e indicano il carattere parassitario di buona parte delle piante del genere di questa specie soprattutto a danno delle Leguminose (nell'antica Grecia questo nome era usato per una pianta parassita della "veccia" - Vicia sativa).[2][3] L'epiteto specifico (reticulata) indica la presenza sul fiore di vistose venature reticolate.[4][5]
Il binomio scientifico della specie è stato definito dal botanico germanico Karl Friedrich Wallroth (1792 - 1857) nella pubblicazione "Orobanches Generis Diaskeue [romanized] ad Carolam Mertensium. Francofurti ad Moenum : F. Wilmans. - 42. 1825" del 1825.[6]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Queste piante sono alte da 2 a 4 dm (massimo 8 dm). La forma biologica è terofita parassita (T par), sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. In questa specie sono presenti anche piante con forme biologiche perenni tipo geofite parassite (G par), sono piante provviste di gemme sotterranee e radici che mostrano organi specifici per nutrirsi della linfa di altre piante. Inoltre non contengono clorofilla per cui nel secco si colorano di bruno.[2][7][8][9]
Radici
[modifica | modifica wikitesto]Le radici sono fascicolate e si diramano da un bulbo o rizoma centrale. Nella parte finale sono provviste di austori succhianti che parassitano l'apparato radicale delle piante ospiti.
Fusto
[modifica | modifica wikitesto]La parte aerea del fusto è eretta e semplice (non ramosa), angolosa e subglabra. Gli scapi terminali sono sempre fioriferi (mai sterili).
Foglie
[modifica | modifica wikitesto]Le foglie sono ridotte a delle squame spiralate ed hanno delle forme lanceolate. Dimensione delle foglie: larghezza 4 – 6 mm; lunghezza 15 – 25 mm.
Infiorescenza
[modifica | modifica wikitesto]Le infiorescenze è a forma di spiga o racemo interrotto (i fiori sono distanziati) mentre l'apice è tronco. Le brattee dell'infiorescenza sono del tipo triangolare. Dimensione dell'infiorescenza: larghezza 3 – 4 cm; lunghezza 8 – 16 cm. Dimensione delle brattee: larghezza 4 – 5 mm; lunghezza 11 – 13 mm.
Fiore
[modifica | modifica wikitesto]I fiori sono ermafroditi, zigomorfi (del tipo bilabiato), tetrameri, ossia con quattro verticilli (calice – corolla - androceo – gineceo) e pentameri (la corolla è a 5 parti, mentre il calice anch'esso a 5 parti spesso è ridotto). In questa specie i fiori alla base sono avvolti da 3 elementi: in posizione centrale è presente una brattea; su entrambi i lati è presente una lacinia calicina profondamente bifida (non sono presenti le bratteole). Lunghezza totale del fiore: 18 – 25 mm.
- Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:[7]
- X, K (4/5), [C (2+3), A 2+2], G (2), (supero), capsula
- Calice: il calice è gamosepalo a 3 parti, ossia quattro sepali saldati 2 a 2 tipo lacinie ben separate o collegate alla base, più una brattea centrale. Dimensione del calice: 7 – 12 mm.
- Corolla: la corolla, di tipo personato, è simpetala e consiste in un tubo cilindrico terminante in un lembo bilabiato; dei due labbri quello superiore è bilobo, mentre quello inferiore è trilobato con lobi subuguali; i bordi dei lobi sono crenati. La superficie della corolla è subglabra, ed è colorata di rosso-purpureo con tonalità più scure sul dorso e all'apice; internamente è opaca. Dimensione della corolla: 18 – 22 mm.
- Androceo: l'androceo possiede quattro stami didinami (due grandi e due piccoli). I filamenti sono glabri e sono inseriti a 2 – 3 mm dalla base della corolla. Le antere, glabre, sono disposte trasversalmente e sono provviste di due logge più o meno uguali. Le sacche polliniche hanno l'estremità inferiore a forma di freccia.[8]
- Gineceo: l'ovario è supero formato da due (o tre) carpelli ed è uniloculare; le placente sono due o quattro di tipo parietale, a volte unite al centro e portanti un numero molto elevato di ovuli. Lo stilo è del tipo filiforme; lo stigma è capitato o del tipo a 2 - 4 lobi ed è colorato di purpureo.
- Fioritura: da maggio a luglio (settembre).
Frutti
[modifica | modifica wikitesto]Il frutto è una capsula loculicida a forma più o meno ovoidale. I semi, molti e minuti dalle dimensioni quasi microscopiche, contengono un embrione rudimentale indifferenziato e composto da poche cellule; sono colorati di nero. Lunghezza della capsula: 7 – 12 mm.
Riproduzione
[modifica | modifica wikitesto]- Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
- Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
- Dispersione: i semi cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Queste piante non contengono clorofilla per cui possiedono organi specifici per nutrirsi della linfa di altre piante. Le loro radici infatti sono provviste di uno o più austori connessi alle radici ospiti per ricavare sostanze nutritive.[7][10][11] Inoltre il parassitismo di Orobanche reticulata è tale per cui anche i semi per germogliare hanno bisogno della presenza delle radici della pianta ospite; altrimenti le giovani piantine sono destinate ad una precoce degenerazione.
In genere questa pianta è parassita delle specie dei seguenti generi: Carduus, Cirsium, Carlina (famiglia Asteraceae) e Scabiosa, Knautia (famiglia Dipsacaceae) .[9]
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]- Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Centro Europeo o anche Eurosiberiano.
- Distribuzione: in Italia è una specie rara ed ha una distribuzione discontinua su tutto il territorio comprese le Alpi. Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Francia (dipartimenti di Hautes-Alpes, Alpes-Maritimes, Drôme, Savoia e Alta Savoia), in Svizzera (cantoni Berna, Vallese, Ticino e Grigioni), in Austria (Länder del Vorarlberg, Tirolo Settentrionale, Tirolo Orientale, Salisburgo, Carinzia, Stiria, Austria Superiore e Austria Inferiore) e in Slovenia. Sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nei Vosgi, Massiccio del Giura, Massiccio Centrale, Pirenei, Monti Balcani e Carpazi.[13] Nel resto dell'Europa è presente ovunque. Si trova anche in Transcaucasia, in Anatolia e nel Magreb occidentale.[14]
- Habitat: l'habitat tipico per queste piante sono le zone nelle quali sono presenti le piante ospiti (vedi paragrafo "Biologia"); ma anche i ghiaioni, le pietraie, i ruderi, le praterie rase, i prati e i pascoli dal piano montano a quello subalpino. Il substrato preferito è calcareo con pH basico, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere umido.[13]
- Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 500 fino a 1500 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: montano e subalpino.
Fitosociologia
[modifica | modifica wikitesto]Dal punto di vista fitosociologico Orobanche reticulata appartiene alla seguente comunità vegetale:[13]
- Formazione: delle comunità a emicriptofite e camefite delle praterie rase magre secche
- Classe: Festuco-Brometea.
- Formazione: delle comunità a emicriptofite e camefite delle praterie rase magre secche
Ma anche:
- Formazione: delle comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite
- Classe: Elyno-Seslerietea variae
- Ordine: Seslerietalia variae
- Alleanza: Seslerion variae.
- Ordine: Seslerietalia variae
- Classe: Elyno-Seslerietea variae
- Formazione: delle comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]La famiglia di appartenenza della specie (Orobanchaceae) comprende soprattutto piante erbacee perenni e annuali semiparassite (ossia contengono ancora clorofilla a parte qualche genere completamente parassita) con uno o più austori connessi alle radici ospiti. È una famiglia abbastanza numerosa con circa 60 - 90 generi e oltre 1700 - 2000 specie (il numero dei generi e delle specie dipende dai vari metodi di classificazione[15][16]) distribuiti in tutti i continenti.
La classificazione del genere Orobanche è problematica in quanto le varie specie differiscono una dall'altra per piccoli caratteri soprattutto nella forma del calice-corolla e per i vari colori delle parti floreali che presto tendono al bruno appena la pianta "entra" nel secco. Molte specie hanno una grande specificità dell'apparato radicale per cui una possibile distinzione è possibile tramite l'individuazione della pianta parassitata (vedi il paragrafo "Biologia").[9]
Filogenesi
[modifica | modifica wikitesto]Secondo una recente ricerca di tipo filogenetico[10] la famiglia Orobanchaceae è composta da 6 cladi principali nidificati uno all'interno dell'altro. Il genere Orobanche si trova nel terzo clade (relativo alla tribù Orobancheae) insieme ai generi Boschniakia C. A. Mey. ex Bong. 1833, Cistanche Hoffmans. & Link 1809, Conopholis Wallr.1825, Epifagus Nutt. 1818, Eremitilla Yatsk. & J. L. Contr., 2009, Kopsiopsis (Beck) Beck 1930, Mannagettaea Harry Sm. 1933. Orobanche è monofiletico e rappresenta il core del clade ed è “gruppo fratello” del genere Mannagettaea e quindi di tutto il resto del gruppo.[17]
All'interno del genere Orobanche la specie Orobanche reticulata appartiene alla sezione Orobanche L.[18] caratterizzata soprattutto dalla forma del calice a tre parti ossia quattro sepali saldati 2 a 2 tipo lacinie ben separate o collegate alla base, più una brattea. L'altra sezione presente in Italia (Trionychon Wallr.) è caratterizzata dal calice diviso in 5 parti: in posizione centrale è presente una brattea, mentre su entrambi i lati sono presenti una bratteola lineare e una lacinia calicina profondamente bifida.[9]
Variabilità
[modifica | modifica wikitesto]Orobanche reticulata è una specie variabile. Sandro Pignatti nella "Flora d'Italia" descrive le seguenti due sottospecie (non riconosciute da altre checklist) la cui presenza in Italia è da verificare:
- subsp. reticulata: il colore della corolla è giallastro alla base, verso l'apice è colorata di purpureo o violetto intenso; tutta la superficie della corolla è ricoperta da abbondanti peli ghiandolari scuri; gli stami, sotto le antere, sono pubescenti per peli ghiandolari. Distribuzione: area alpina e prealpina.
- subsp. pallidi-flora (Wimm. et Grab.) Hayek: il colore della corolla è biancastro o giallastro, sui bordi è soffusa di lilla; sulla corolla sono presenti dei peli ghiandolari scuri ma sparsi; la pubescenza degli stami è formata da pochi peli ghiandolari, oppure sono glabri. Distribuzione: area prealpina bassa.
Sinonimi
[modifica | modifica wikitesto]Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[14]
- Orobanche platystigma subsp. reticulata (Wallr.) P. Fourn.
- Orobanche antirrhina Reut.
- Orobanche carlinoidis Miégev.
- Orobanche chrysacanthi Maire
- Orobanche deucalion Rchb. f.
- Orobanche leucantha Griseb.
- Orobanche pallidiflora Wimm. & Grab.
- Orobanche platystigma Rchb.
- Orobanche procera W. D. J. Koch
- Orobanche platystigma subsp. pallidiflora (Wimm. & Grab.) P. Fourn.
- Orobanche reticulata subsp. pallidiflora (Wimm. & Grab.) Hayek
- Orobanche reticulata subsp. procera (W. D. J. Koch) Dostál
Altre notizie
[modifica | modifica wikitesto]L'orobanche reticolata in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:
- (DE) Distel-Sommerwurz o Distel-Würger
- (FR) Orobanche réticulée
- (EN) Thistle Broomrape
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Orobanche reticulata, su The Plant List. URL consultato il 24 aprile 2015.
- ^ a b Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta Vol. 3, Milano, Federico Motta Editore, 1960, p. 167.
- ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 15 marzo 2015.
- ^ David Gledhill 2008, p. 329.
- ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 24 aprile 2015.
- ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 24 aprile 2015.
- ^ a b c Judd, p. 496.
- ^ a b Strasburger, p. 852.
- ^ a b c d Pignatti 1982.
- ^ a b Bennet, Mathews.
- ^ Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 18 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
- ^ Conti et al. 2005, pag. 138.
- ^ a b c d Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 286.
- ^ a b EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 24 aprile 2015.
- ^ Strasburger, p. 850.
- ^ Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 20 ottobre 2014.
- ^ McNeal, Bennet, Wolfe, Mathews.
- ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 16 marzo 2015.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume 2, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 286.
- F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 137, ISBN 88-7621-458-5.
- David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato il 25 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
- Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume secondo, Bologna, Edagricole, 1982, p. 611, ISBN 88-506-2449-2.
- Eduard Strasburger, Trattato di Botanica, vol. 2, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
- Jonathan R. Bennett e Sarah Mathews, Phylogeny of the parasitic plant family Orobanchaceae inferred from phytochrome A (PDF), in American Journal of Botany, vol. 93, n. 7, 2006, pp. 1039-1051. URL consultato il 25 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- Joel R. McNeal, Jonathan R. Bennett, Andrea D. Wolfe e Sarah Mathews, Phylogeny and origins of holoparasitism in Orobanchaceae, in American Journal of Botany, vol. 100, n. 5, maggio 2013, pp. 971-983 (archiviato dall'url originale il 3 luglio 2015).
Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Orobanche reticulata IPNI Database
- Orobanche reticulata EURO MED - PlantBase Checklist Database
- Orobanche reticulata The Plant List - Checklist Database