Nella cinquecentesca Sala delle Arti e delle Scienze del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, il nuovo allestimento della Collezione di ori Castellani - la famosa famiglia di orafi e di antiquari romani dell'Ottocento e del primo Novecento - è stato inaugurato a gennaio 2015.
La Collezione Castellani
[modifica | modifica wikitesto]I Castellani si ispiravano alle oreficerie riportate alla luce durante gli scavi archeologici del XVIII e del XIX secolo, ma le rinnovavano e aggiungevano motivi, come monete antiche e micromosaici e applicavano pietre semi preziose ed ambra.
La raccolta è ordinata cronologicamente, per quanto possibile. Tra i gioielli provenienti dalla tomba Galeassi o Castellani (inizi VII secolo a.C.), trovata a Palestrina nel 1861, sono in mostra un pettorale in oro e ambra, orecchini a fascia e fibule a sanguisuga. Tra i gioielli arcaici, (inizi VI - inizi V secolo a.C.), ci sono orecchini a bauletto, fibule ad arco figurato e anelli a castone decorati con figure. La produzione orafa tardo-classica ed ellenistica, etrusca e della Magna Grecia è rappresentata da corone auree, da orecchini e da collane con pendenti.
Più sobrie sono le oreficerie romane, anche in argento e con elementi di ambra grezza. Sono presenti gioielli tardo antichi e barbarici, con decorazioni stilizzate, con gemme appena sbozzate, con vetri colorati o pietre dure. La Collezione comprende pezzi di arte orafa italiana, databili fra i secoli XIII e XIX, un gruppo di moderne oreficerie degli Appennini abruzzesi (secondo i Castellani erano un bottino di briganti), gioielli dell'Estremo Oriente e del Nuovo Mondo. Per la glittica sono presenti scarabei, databili dall'epoca classica al primo ellenismo, e due oggetti micenei: un'agata con incisi due Geni e un diadema di placchette in pasta vitrea. Un ampio settore è riservato ad oreficerie prodotte dai Castellani in stile antico.
Una dinastia di orafi romani
[modifica | modifica wikitesto]Fondatore della dinastia Castellani di orafi romani, Fortunato Pio Castellani nel 1814 aprì un laboratorio, dove creava gioielli ad imitazione degli antichi che, a quel tempo, emergevano in grande quantità dalle necropoli etrusche e dagli scavi a Pompei ed a Ercolano, oppure appartenevano alla collezione del Giampietro Campana. Grazie al sodalizio col duca Michelangelo Caetani, che disegnò gioielli, Fortunato Pio Castellani divenne l'orafo di fiducia di regnanti e di famiglie aristocratiche, romane ed europee.
Due figli maschi di Fortunato collaborarono col padre: Augusto e Alessandro che commerciarono gioielli di propria produzione e reperti archeologici. La parte creativa era affidata ad Alessandro e a Michelangelo Caetani, mentre Augusto curava la parte commerciale. Nel 1859 i Castellani effettuarono il restauro e la catalogazione della Collezione Campana ed ebbero così l'opportunità di affinare le conoscenze sulle antiche tecniche orafe della granulazione e della filigrana.
Alessandro, riparato in Francia nel 1860 per motivi politici, aprì a Parigi ai Champs Elysées e nel 1862 a Napoli due succursali, per il commercio di gioielli e di antichità etrusche. Fra i suoi clienti: Napoleone III, il Museo del Louvre e il British Museum. Alcuni reperti etruschi, commerciati dai Castellani, sembra che fossero falsi.[1] Analisi chimiche recenti, su reperti antiquari acquistati dal museo di Berlino, hanno evidenziato che Alessandro Castellani vendette anche oggetti falsi.[2] Nel 1873 fu aperta la nuova sede di piazza Fontana di Trevi. Morto Alessandro nel 1883, suo fratello Augusto trasformò la bottega in museo privato, aperto agli ospiti illustri, invitati a firmare libri, di cui oggi sei esemplari sono al Museo Etrusco di Villa Giulia. L'attività continuò con suo nipote Alfredo, figlio di Augusto.
I Castellani hanno donato allo Stato italiano gioielli da loro creati e pezzi di oreficeria antica, oggetti preziosi che sono ora esposti a Villa Giulia. Augusto donò ai Musei capitolini e al Museo artistico-industriale di Roma alcuni pezzi rari e lasciò al figlio Alfredo la collezione di vasi greci, italioti ed etruschi, di bronzi, di avori, gioielli e di monete. Alfredo, ultimo discendente maschio dei Castellani, donò il 19 gennaio 1919 quasi tutta questa collezione allo Stato italianoː più di seimila oggetti interi - oltre ai frammenti - in ceramica, bronzo, terracotta, vetro, avorio, oro.
Oreficeria antica
[modifica | modifica wikitesto]Titolo | Descrizione | Immagine | ||
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Etruria, oreficerie del periodo orientalizzante, VII secolo a.C., pettorale dalla tomba Castellani di Palestrina, ricostruito dai Castellani. | ||||
Etruria, oreficerie del periodo classico e tardo classico, IV-II secolo a.C., pettorale con brattee a stelle e mezzelune ricostruito dai Castellani (dintorni di Bolsena). | ||||
Parte di collana con vaghi in ambra e pendenti d'argento, dalla tomba Castellani di Palestrina, 700-675 a.C. circa. | ||||
Skiphos in lamina d'argento, dalla tomba Castellani di Palestrina, 700-675 a.C. circa. | ||||
Etruria, oreficerie del periodo orientalizzante, VII secolo a.C., pettorale dalla tomba Castellani di Palestrina, rimontato dai Castellani. | ||||
Etruria, oreficerie del periodo orientalizzante, VII secolo a.C., pettorale dalla tomba Castellani di Palestrina, riamontato dai Castellani. | ||||
Etruria, oreficerie del periodo arcaico, VI secolo a.C., fibula a staffa con protomi leonine. | ||||
Etruria, oreficerie del periodo classico e tardo classico, IV-II secolo a.C., corona a foglie lanceolate. | ||||
Etruria, oreficerie del periodo orientalizzante, VII secolo ac., fibula in ambra e lamina d'oro. | ||||
Età del ferro, monili piceni, medio-adriatici e dell'Italia meridionale, 800-690 a.C. circa, pendaglio con cavallucci, bulle e mani. |
Oreficeria ottocentesca
[modifica | modifica wikitesto]Titolo | Descrizione | Immagine | ||
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Cammeo. | ||||
Spilla all'etrusca. | Simbolo di Mercurio. | |||
Braccialetto. | ||||
Collana con pendenti a forma di anfora. | ||||
Due collane. | ||||
Croce pettorale con micromosaico. | Simbolo di Cristo e Α e Ω. | |||
Spilla. | Smalti policromi, perle orientali e radice di smeraldo. | |||
Spilla con pendente di ametista. | ||||
Spilla con Medusa e pendente di acquamarina. | ||||
Spilla con cameo di gusto gotico. | Madonna con Bambino. | |||
Spilla con civetta a micromosaico. | ||||
Fibula con leone alato e paperelle. | ||||
Orecchini. | ||||
Orecchini a navicella con grappoli d'uva. | ||||
Spilla. | ||||
Una serie di gioielli all'antica. | ||||
Una serie di gioielli all'antica. | ||||
Ago crinale. Ori ad imitazione dell'antico, in parte inglobanti materiali originari. | ||||
Bracciale con micromosaico. Ori ad imitazione dell'antico, in parte inglobanti materiali originari. | Una farfalla, fra ΨΥΧΗ ed ΕΡΩΣ. |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Elizabeth Simpson, "Una perfetta imitazione del lavoro antico", Gioielleria antica e adattamenti Castellani, in: Castellani2005, pp. 177-200.
- ^ Edilberto Formigli, Wolf-Dieter Heilmeyer, Einige Faelschungen antiken Goldschmucks im 19. Jahrhundert, in Archaeologischer Anzeiger, 1993, pp. 299-332.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Maria Antonietta Rizzo, Margherita Azzi Visentini, La villa di papa Giulio III, Roma, De Luca, 1981, SBN TO01399744.
- Francesca Boitani... e altri, Castellani e l'oreficeria archeologica italiana: New York, the bard graduate center for studies in the decorative arts, 18 novembre 2004-6 febbraio 2005; Londra, Somerset house, 5 maggio-18 settembre 2005; Roma, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, 11 novembre 2005-26 febbraio 2006, Roma, "L'Erma" di Bretschneider, 2005, SBN BVE0390070. (Google books).
- Alfonsina Russo Tagliente, Ida Caruso, La camera delle meraviglie: seduzioni dai gioielli Castellani, Roma, L'erma di Bretschneider, 2015, SBN RML0379278.