La locuzione latina Imprimatur ("Si stampi") è stata e talvolta è ancora utilizzata dalla competente autorità ecclesiastica nel concedere l'autorizzazione preventiva alla stampa e alla pubblicazione di un libro. La menzione dell'imprimatur era solitamente riportata all'inizio del libro, generalmente subito dopo il frontespizio.[1][2]
La locuzione Nihil obstat quominus imprimatur ("Nulla osta a che si stampi") indica invece il previo giudizio favorevole della persona incaricata di esaminare il testo ma che non possiede la facoltà di accordare l'autorizzazione di stampare.
Origine
[modifica | modifica wikitesto]Tale pratica di censura preventiva della stampa fu codificata definitivamente il 4 maggio 1515 dalla bolla Inter Sollicitudines, emanata durante il V Concilio Lateranense rielaborando un'idea precedentemente espressa nel 1487 da Innocenzo VIII con la bolla Inter multiplices. Nessun cattolico era comunque obbligato a richiedere tale autorizzazione. Erano tenuti a farlo solo i fedeli che intendevano pubblicare saggi sulla morale e la fede. Inoltre, se un libro non otteneva l'imprimatur, non per questo ne veniva bloccata la stampa.
Le autorità preposte (solitamente il vescovo o altri in sua vece) all'autorizzazione e al controllo e le misure repressive (dapprima consistenti nel rogo dei libri non autorizzati, in multe o nella sospensione delle attività per gli stampatori), variarono nel corso della storia della Chiesa[3].
Uso odierno
[modifica | modifica wikitesto]L'imprimatur ecclesiastico viene concesso solamente su richiesta dell'autore o dell'editore. Significa che la pubblicazione è immune da errori circa la fede cattolica e i costumi, ma non che il concedente condivida le opinioni in essa espresse.[4]
L'autorizzazione alla stampa spetta sempre all'Ordinario locale (nella maggioranza dei casi, il vescovo) o dell'autore o del luogo di pubblicazione dell'opera[5].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Mario Cuminetti, Elementi "cattolici" nella dottrina del ministero di alcuni teologi calvinisti contemporanei (Libreria Editrice Gregoriana 1965)
- ^ Thomas Merton, The Seven Storey Mountain (Harcourt 1948)
- ^ Vittorio Frajese, La censura in Italia: dall'Inquisizione alla Polizia, Roma, Laterza, 2014, p. 16, ISBN 978-88-581-1100-0.
- ^ Dichiarazione concernente il significato dell'imprimatur ecclesiastico
- ^ Istruzione, su vatican.va. URL consultato il 26 settembre 2017.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikizionario contiene il lemma di dizionario «imprimatur»
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) imprimatur, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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