Nicola Nisco | |
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Nicola Nisco (a sinistra) in divisa della Scuola Militare Nunziatella | |
Nascita | Napoli, 3 agosto 1896 |
Morte | Malga della Cava, 31 maggio 1916 |
Cause della morte | Caduto in combattimento |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regio esercito |
Arma | Fanteria |
Corpo | Granatieri di Sardegna |
Unità | II Battaglione, 1º Reggimento, Brigata "Granatieri di Sardegna" |
Anni di servizio | 1911 - 1916 |
Grado | Sottotenente |
Guerre | Prima guerra mondiale |
Campagne | Fronte italiano |
Battaglie | Battaglia degli Altipiani |
Decorazioni | vedi qui |
Studi militari | Regia Accademia Militare di Modena |
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Nicola Nisco (Napoli, 3 agosto 1896 – Malga della Cava, 31 maggio 1916) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al Valor Militare alla memoria.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Napoli il 3 agosto 1896, figlio di Carlo e di Bianca Baracchi, fu allievo della Scuola Militare Nunziatella di Napoli, e poi, tra il 1912 ed gennaio 1916, della Regia Accademia Militare di Modena. Nominato sottotenente in s.p.e., ed assegnato alla 6ª Compagnia, II Battaglione del 1º Reggimento[1], fu subito inviato al fronte[2] nel settore di Oslavia. Con la propria brigata, comandata dal generale Giuseppe Pennella, fu poi al centro dell'immenso sforzo di difesa e poi di attacco operato dal Regio Esercito in risposta alla Strafexpedition austriaca nel maggio successivo.[3]. La zona di operazioni della Brigata "Granatieri di Sardegna" fu compresa tra Monte Cengio, Monte Belmonte (zona dove venne posizionato il comando), Cesuna e Magna Boschi.[4] In appoggio alla Brigata venne inoltre mandato in zona un battaglione di complementi del 1º Reggimento.[4]
I primi e violentissimi scontri del 30 maggio, tra cui l'assalto dato dal III Battaglione del 2º Reggimento contro il forte di Punta Corbin a Malga del Costo; e quello sul fronte Treschè Conca-Cesuna, provocarono gravi perdite nelle file italiane.[4]
Il giorno dopo fu segnato da un tentativo di imboscata austriaca nell'avvallamento tra Monte Barco e Monte Cengio, e dall'accerchiamento del Battaglione "Anfossi".[4] Ricevuti ordini tassativi[5] di mantenere la posizione (non si retrocede di un passo, si muore sul posto), sebbene circondato, egli continuò ad incitare i propri granatieri e rimase ucciso mentre, in piedi, sparava contro il nemico.[6] Fu decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[7]
A ricordo delle eroiche gesta dei Granatieri di Sardegna, nel 1953 sul monte Cengio è stata posta una lapide a ricordo, il cui testo è Qui, attuando il comando sublime della resistenza ad ogni costo, i Granatieri di Sardegna fecero rifulgere le virtù degli avi e le gloriose tradizioni del corpo. 24 maggio-3 giugno 1916.[8]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— Malga della Cava (Altipiano di Asiago), 31 maggio 1916.[9]
— Regio Decreto 31 marzo 1921
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Le Medaglie d'Oro Archiviato il 13 giugno 2011 in Internet Archive.
- ^ Si era oramai in piena prima guerra mondiale.
- ^ Cavaciocchi, Ungari 2014, p. 106.
- ^ a b c d Cataldi 1986, pp. 157-160.
- ^ Il 22 maggio il generale Giuseppe Pennella, comandante della Brigata "Granatieri di Sardegna", aveva impartito per iscritto il seguente ordine: A nessun ufficiale che abbia il comando di un reparto è consentito di abbandonarlo mentre si combatte, sia pur ridotto a un solo uomo: se tutti i gregari muoiono a maggior ragione devono morire sul posto gli ufficiali.
- ^ ANG - Granatieri Archiviato l'8 ottobre 2014 in Internet Archive.
- ^ Per la difesa del Monte Cengio furono assegnate sette Medaglie d'oro al valor militare ad altrettanti uomini della Brigata "Granatieri di Sardegna": Federico Morozzo della Rocca, Giani Stuparich, Carlo Stuparich, Nicola Nisco, Alfonso Samoggia, Teodoro Capocci, Ugo Bignami.
- ^ Copia archiviata (JPG), su granatieridisardegna.it. URL consultato il 10 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 31 marzo 2016).
- ^ http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=12406
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 1, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
- Alberto Cavaciocchi, Andrea Ungari, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
- Enzo Cataldi, Storia dei Granatieri di Sardegna, Roma, Museo Storico dei Granatieri, 1986.