Nautilus | |
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Un esemplare di N. pompilius | |
Intervallo geologico | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Ramo | Bilateria |
Superphylum | Protostomia |
(clado) | Lophotrochozoa |
Phylum | Mollusca |
Subphylum | Conchifera |
Classe | Cephalopoda |
Sottoclasse | Nautiloida |
Ordine | Nautilida |
Sottordine | Nautilina |
Famiglia | Nautilidae |
Genere | Nautilus |
Specie | |
vedi testo |
Nautilus Linnaeus, 1758 è un genere di molluschi cefalopodi tetrabranchiati, considerato estinto in seguito ai ritrovamenti fossili risalenti al Paleozoico. È stato osservato per la prima volta in vita solamente nel 1829 ed è considerato un fossile vivente. Definito anche capolavoro di ingegneria, la sua conchiglia, proveniente dai commerci con le Indie orientali, era infatti ben nota e usata in oreficeria già nel secolo XVII.
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]I nautilus sono diffusi in mare aperto, dalla superficie a una profondità di 500 metri, principalmente nell'Oceano Pacifico occidentale, soprattutto dalle Isole Figi alla Nuova Guinea, nonché nell'Oceano Indiano.
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]A differenza di altri cefalopodi, il nautilus ha un sistema visivo primitivo, il suo occhio funziona come una camera oscura, la messa a fuoco penalizza la luminosità e viceversa[2]. In compenso il loro senso dell'olfatto è ben sviluppato e utilizzato per la ricerca del cibo. Si nutrono prevalentemente di crostacei e pesci morti. Il nautilus passa la giornata in profondità sul fondo del mare. Si muove verso l'acqua poco profonda per trovare cibo quando il sole tramonta.
I suoi principali predatori sono gli squali, le tartarughe e i polpi. In caso di pericolo il nautilus si nasconde nel guscio chiudendolo con del tessuto coriaceo. Tuttavia, i grandi predatori sono in grado di penetrare nel guscio.
I nautilus si accoppiano una volta all'anno. Alcuni tentacoli dei maschi fungono da organo sessuale che inietta lo sperma nel corpo della femmina. La femmina man mano fertilizza le uova e le rilascia una dopo l'altra. Le uova sono di grandi dimensioni, con un diametro di circa 2 cm, e coriacee. Il periodo di incubazione dura dai nove ai dodici mesi. I maschi sono più numerosi in natura (75% dei maschi contro il 25% delle femmine).
Struttura
[modifica | modifica wikitesto]Il nautilus si presenta come una grossa conchiglia (anche oltre i 20 cm di diametro a sezione di spirale logaritmica) con l'apertura rivolta verso l'alto in cui vive un corpo molle con una grossa testa composta da occhi grandi, un rugoso mantello posto a protezione di metà capo e carnosi tentacoli intorno ad un becco simile a quello di un pappagallo, con cui l'animale rompe le corazze dei crostacei di cui si nutre. I tentacoli sono molto numerosi, e organizzati in diversi ordini o anelli concentrici attorno alla bocca dell'animale; la gran parte di questi tentacoli è fissata alla base ad una sorta di "fodero" da cui il nautilus può estenderli o ritrarli a piacimento. A differenza di quelli di seppie, calamari e polpi, i tentacoli del nautilus non hanno ventose, ma la loro superficie ruvida e irregolare permette comunque una presa molto salda su qualunque oggetto solido.
La conchiglia ha una superficie liscia e bianca con screziature rosso arancio, è sottile e liscia, avvolta dorsalmente su uno stesso piano (avvolgimento esogastrico), il che tuttavia non implica una torsione dei visceri come nei gasteropodi. Altre specie presentano una conchiglia madreperlacea o di colore bianco brillante.
Il nicchio è concamerato, presenta cioè un canale che collega i vari compartimenti e permette al gas azotato contenuto di passare attraverso i setti trasversali che delimitano le camere, favorendo il galleggiamento dell'animale, nella sua tipica posizione verticale, tramite opportune regolazioni di pressione. I setti, inoltre, sostengono strutturalmente la conchiglia quando l'animale si immerge a grandi profondità ed è sottoposto a pressioni notevoli. Il nautilus, intervenendo sulle varie percentuali di liquido e gas nei vari setti, effettua una grande escursione batimetrica (di profondità) tra il giorno (dove si sposta a profondità di 500 metri) e la notte (dove si avvicina alla superficie dell'oceano).
All'interno del nicchio sono presenti circa 34-36 zone divise da pareti di madreperla, chiamate setti, che aumentano di numero con l'aumentare dell'età: sono le camere che il corpo dell'animale occupa a mano a mano che aumenta di dimensione. Solo l'ultimo e più esterno dei setti è occupato costantemente dalle parti molli dell'organismo, dotato di circa 90 tentacoli privi di ventose, di un becco corneo, una radula ed un imbuto ottenuto dalla modificazione del tubo.
La deambulazione è libera: il nautilus si sposta espellendo con forza l'acqua dai sifoni del mantello, con una modalità però differente da quella degli altri cefalopodi: difatti in seppie e polpi il sifone è solo un tubo carnoso, e la spinta necessaria ad espellere l'acqua attraverso di esso è fornita dalla contrazione di tutto il mantello, che è fortemente muscolare. Al contrario, nel nautilus il mantello è molto ridotto e senza muscoli, e la propulsione necessaria viene fornita dalla rapida contrazione del sifone dotato di potenti muscoli. L'emissione del getto d'acqua provoca una spinta da cui deriva il movimento retrogrado (a "marcia indietro") dell'animale, che permette anche rapidi cambiamenti di direzione. Proprio all'interno del sifone sono posizionate le branchie, che sono così sempre ben ossigenate dalla continua corrente d'acqua che scorre in esso.
Un'altra differenza tra il nautilus e gli altri molluschi cefalopodi è la sacca dell'inchiostro che, a causa delle suddette differenze nell'anatomia del mantello, non possiede ma che non potrebbe, comunque, utilizzare.
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Sezione della conchiglia: sono visibili i setti e le camere.
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Visione posteriore.
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Visione anteriore.
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Nautilus montato su base d'argento cesellato e parzialmente dorato. Germania, Augsburg, XVII secolo. Raccolte d'arte applicate del Castello Sforzesco di Milano.
Specie
[modifica | modifica wikitesto]Della famiglia dei Nautilidae sopravvivono solo 5 specie moderne[3], tra cui N. pompilius, la più conosciuta e diffusa.
- † N. balcombense Chapman, 1915
- † N. butonensis K. Martin, 1933
- † N. deluci d'Archiac, 1854
- † N. javanus K. Martin, 1879
- † N. labechei d'Archiac & Haime, 1854
- N. macromphalus G. B. Sowerby II, 1849
- N. pompilius Linnaeus, 1758
- N. p. pompilius
- N. p. suluensis
- † N. praepompilius Shimansky, 1957
- N. samoaensis Barord, Combosch, Giribet, Landman, Lemer, Veloso & Ward, 2023
- N. stenomphalus G. B. Sowerby II, 1849
- † N. subfleuriausianus d'Archiac, 1854
- N. vanuatuensis Barord, Combosch, Giribet, Landman, Lemer, Veloso & Ward, 2023
- N. vitiensis Barord, Combosch, Giribet, Landman, Lemer, Veloso & Ward, 2023
Le specie estinte sono indicate con una croce (†).
All'alba del XXI secolo, solo tre taxa erano accettati per questo genere: N. macromphalus, N. pompilius e N. stenomphalus. I numerosi altri taxa sono incerti o in discussione, come il N. repertus Iredale, 1944 australiano, collegato col N. belauensis da studi genetici[4][5] e indicato come taxon inquirendum[3] dato che il N. belauensis Saunders, 1981 non è morfologicamente diverso dalle altre specie[4].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ R. Wani, [89:FDOFNP2.0.CO;2 First discovery of fossil Nautilus pompilius (Nautilidae, Cephalopoda) from Pangasinan, northwestern Philippines], in Paleontological Research, vol. 12, n. 1, 2008, pp. 89–95, DOI:10.2517/1342-8144(2008)12[89:FDOFNP]2.0.CO;2.
- ^ Molluscs (Mollusca), su molluscs.at. URL consultato il 29 aprile 2018.
- ^ a b WoRMS
- ^ a b (EN) Lauren E. Vandepas, Frederick D. Dooley e Gregory J. Barord, A revisited phylogeography of Nautilus pompilius, in Ecology and Evolution, vol. 6, n. 14, 2016-07, pp. 4924–4935, DOI:10.1002/ece3.2248. URL consultato il 26 ottobre 2024.
- ^ (EN) David J. Combosch, Sarah Lemer e Peter D. Ward, Genomic signatures of evolution in Nautilus —An endangered living fossil, in Molecular Ecology, vol. 26, n. 21, 2017-11, pp. 5923–5938, DOI:10.1111/mec.14344. URL consultato il 26 ottobre 2024.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Peter Douglas Ward, In Search of Nautilus, Simon and Schuster, 1988.
- (EN) Wolfgang Grulke, Nautilus - Beautiful Survivor: 500 Million Years of Evolutionary History, At One Communications, 2016.
- (EN) WoRMS (2024), Nautilus Linnaeus, 1758, in WoRMS (World Register of Marine Species). URL consultato il 26 ottobre 2024.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni sul nautilo
- Wikizionario contiene il lemma di dizionario «nautilo»
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul nautilo
- Wikispecies contiene informazioni sul nautilo
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Nautilus, su Fossilworks.org.
Controllo di autorità | Thesaurus BNCF 37254 · LCCN (EN) sh87000050 · BNF (FR) cb123612856 (data) · J9U (EN, HE) 987007534216605171 |
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