Mosaico del Gladiatore | |
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Autore | sconosciuto |
Data | Periodo tardo-imperiale, c. 320 |
Tecnica | Mosaico |
Ubicazione | Galleria Borghese, Roma |
Il Mosaico del Gladiatore è un famoso mosaico risalente al periodo tardo-imperiale (verso l'anno 320) ritrovato nella proprietà della famiglia Borghese a Torrenova, sulla Via Casilina alla periferia di Roma, nel 1834. Si tratta di uno dei pezzi pregiati che sono andati ad arricchire la Collezione Borghese dopo che questa era stata impoverita a seguito della vendita di buona parte della collezione a Napoleone Bonaparte, che poi provvide a farla trasferire al Louvre di Parigi.
Nel mosaico [1] è raffigurato l'epilogo del combattimento tra il gladiatore Astivus, che giace a terra morente col piede poggiato sul suo ampio scudo, e il gladiatore reziario Astacius, in procinto di sferrare il colpo mortale col proprio pugnale, il pugio. A contorno della rappresentazione nel mosaico compaiono altre figure, tra cui lo stesso Astacius, disarmato, che saluta la propria vittoria, e il reziario Rodan, anch'egli morto, riconoscibile dall'inconfondibile paraspalla, il galerus.
Accanto ai nomi dei gladiatori morti durante il combattimento è presente il cosiddetto theta nigrum, ovvero la lettera greca Θ ("theta"), iniziale della parola "thnetòs", cioè "morto". [2].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ da non confondersi con l'omonimo Mosaico dei gladiatori ritrovato nella Villa Dar Buc Ammera, a qualche chilometro da Leptis Magna in Libia
- ^ L'utilizzo di questa lettera per indicare i morti non è attestato solo nell'arte ma anche nella letteratura, per esempio in Marziale che la definisce "theta mortiferum" ((LA) Epigrammi, VII, 37,2, su thelatinlibrary.com. URL consultato il 13-12-2015.) e in Persio che la chiama proprio "theta nigrum" ((LA) Satire, IV, 13, su thelatinlibrary.com. URL consultato il 13-12-2015.)
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