Moby Prince | |
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Moby Prince ai tempi del servizio per Nav.Ar.Ma. | |
Descrizione generale | |
Tipo | Traghetto |
Proprietà | Stoomvaart Maatschappij Oostzee (1968-1984) Admin. & bemiddelingskantoor Tromp (1984-1985) Nav.Ar.Ma. (1985-1991) |
Porto di registrazione | Hoek van Holland (1968-1985) Livorno (1985-1991) |
Identificazione | Indicativo di chiamata radio ITU:
Numero IMO: 6808806 |
Costruttori | Cammell Laird & Co Ltd |
Cantiere | Birkenhead, Regno Unito |
Varo | 2 febbraio 1968 |
Entrata in servizio | 14 ottobre 1968 |
Nomi precedenti | Koningin Juliana (1968-1985) |
Destino finale | Distrutto da un incendio (1991), affondata in porto (1998), trainata ad Aliağa nel 1998 |
Caratteristiche generali | |
Stazza lorda | 6.682 tsl |
Lunghezza | 131,02 m |
Larghezza | 20,48 m |
Pescaggio | 5,1 m |
Propulsione | 4 Motori 9-cyl M.A.N. Augsburg diesel 14.592 kW |
Velocità | 19 nodi (35,19 km/h) |
Capacità di carico | 360 auto |
Passeggeri | 1.490 |
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Il Moby Prince è stato un traghetto passeggeri di proprietà della famiglia di armatori Onorato tra il 1986 e il 1991, in servizio per la compagnia di navigazione privata Nav.Ar.Ma.
Caratteristiche tecniche
[modifica | modifica wikitesto]Costruito nel 1967 nei cantieri navali Cammel Laird & Co Ltd a Birkenhead in Gran Bretagna per la compagnia olandese Stoomvaart Maatschappij Zeeland e varato con il nome di Koningin Juliana[1] ("regina Giuliana"), fu acquistato dalla Nav.Ar.Ma nel 1986 (1984 o 1985 secondo altre fonti), rinominato e posto in servizio l'8 maggio del medesimo anno; il traghetto stazzava 6187 tonnellate lorde ed era una motonave, in quanto la propulsione era fornita da 4 motori Diesel MAN Augsburg a 9 cilindri, che gli consentivano una velocità massima di 19 nodi. Lungo 131,5 metri e largo 20, aveva una capacità di carico di 1500 passeggeri e 360 veicoli.
L'incidente del 1991
[modifica | modifica wikitesto]La sera del 10 aprile 1991 il Moby Prince entrò in collisione con la petroliera Agip Abruzzo mentre usciva dal porto di Livorno per una traversata di linea verso Olbia, scatenando un vasto incendio. Nel rogo morirono 140 delle 141 persone a bordo, tra equipaggio e passeggeri. L'unico superstite fu il giovane mozzo napoletano Alessio Bertrand[2].
Il 28 maggio 1998 la nave, posta sotto sequestro, affondò nelle acque del porto di Livorno mentre era ormeggiata alla banchina; in seguito fu recuperata per poi essere avviata alla demolizione in Turchia[3].
Il disastro del Moby Prince, le cui cause non sono mai state del tutto chiarite, risulta, in termini di perdita di vite umane, la più grave tragedia che abbia colpito la Marina mercantile italiana dal secondo dopoguerra[4].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ M/F Moby Prince, su The Ferry Site. URL consultato il 2 aprile 2018.
- ^ «Moby Prince», è ancora un mistero, in Corriere della Sera, 28 settembre 2000 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2010).
- ^ Marco Gasperetti, Il "Moby Prince" affonda nel porto, in Il Corriere della Sera, 18 maggio 1998 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2010).
- ^ Claudia Fusani, May-Day, May-Day ci ha speronato una bettolina, in La Repubblica, 12 aprile 1991.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Moby Prince
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