Menedemo il Cinico (in greco antico: Μενέδημος ?, Menèdemos; seconda metà del III secolo a.C. – prima metà del II secolo a.C.) è stato un filosofo greco antico.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Inizialmente allievo dell'epicureo Colote di Lampsaco, divenne poi cinico. L'affermazione che Menedemo fosse originariamente un allievo di Colote, d'altra parte, potrebbe essere vera, visto che due papiri di Ercolano mostrano che Menedemo polemizzava con Colote sulle opinioni epicuree riguardanti la poesia[1].
Diogene Laerzio afferma che andava in giro vestito da Furia, proclamandosi una sorta di spia dell'Ade:
«Assunse l'abito di una Furia e andò in giro dicendo che era venuto dall'Ade per osservare tutti coloro che avevano commesso il male, in modo che potesse discendere di nuovo lì e fare il suo rapporto alle divinità che vivono in quel luogo. E questo era il suo vestito: una tunica di colore scuro che gli arrivava ai piedi, e una cintura di porpora intorno alla vita, un cappello arcade in testa con i dodici segni dello zodiaco ricamati sopra, coturni tragici, una barba assurdamente lunga e un bastone in mano»
[2].
Tuttavia, Wilhelm Crönert ha sostenuto che questa storia è in realtà derivata da una delle satire (la Nekyomanteia) di Menippo[3], e che si possono trovare parallelismi con questa storia nei dialoghi di Luciano, che sono basati su quelli di Menippo.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ P.Herc 208, 1082.
- ^ Diogene Laerzio, VI, 102, trad. A. D'Andria.
- ^ W. Crönert, Kolotes und Menedemos, Monaco di Baviera 1906, passim.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Wilhelm Crönert, Kolotes und Menedemos: Texte und Untersuchungen zur Philosophen-und Literaturgeschichte, Leipzig 1906.
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