Nella mitologia romana, Mater Matuta (in italiano Madre Propizia[1]) era la dea del Mattino o dell'Aurora e quindi protettrice della nascita degli uomini e delle cose.[2] Più tardi fu associata alla dea greca Eos, a Leucotea[3] o, appunto, Aurora[4].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Aveva un tempio nel Foro Boario, accanto al Porto fluviale di Roma, consacrato secondo la leggenda da Romolo, distrutto nel 506 a.C. e ricostruito nel 396 a.C. da Marco Furio Camillo, per adempiere al voto fatto durante l'assedio di Veio[5], nell'odierna area di Sant'Omobono, realizzato, forse, all'epoca di Servio Tullio (secondo quarto del VI secolo a.C.).
Altri templi dedicati alla dea erano nelle città di Capua, Cosa e Satricum,[6] quest'ultimo tempio costruito (e ricostruito) sull'acropoli cittadina.
La sua festa, i Matralia, veniva celebrata l'11 giugno. A questo culto erano ammesse solo le donne vergini o sposate una sola volta, il cui marito era ancora vivo, mentre le schiave ne erano severamente escluse[7]. Per l'occasione venivano offerti alla dea cibi cotti in vasi di terra[8].
La dea fu associata alla divinità greca di Leucotea, e poiché questa era la madre di Palemone, a sua volta associato dai romani alla divinità di Portuno, Mater Matua era la madre di quest'ultimo.[9].
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]L'etimologia del nome Matuta, è ancora incerta, facendola derivare dai termini indoeuropei[10] "*mā-tu-to‑", ossia mattinierio, mattino,[11] oppure da *mā-tu-ro‑", maturo, pronto per il raccolto.[12]
Opere
[modifica | modifica wikitesto]Il Museo archeologico nazionale di Firenze espone la statua della Mater Matuta etrusca rinvenuta nella necropoli della Pedata presso Chianciano Terme.[13]. Una copia è esposta al museo etrusco di Chianciano Terme.
Il Museo Provinciale Campano di Capua, in provincia di Caserta, dedica una sala alla dea, Matres Matutae, dove sono esposte numerosissime terrecotte architettoniche e votive, ed oltre centocinquanta statue in tufo, di varie dimensioni, che raffigurano costantemente donne sedute.
La dea è rappresentata sulla facciata settentrionale dell'Arco di Costantino, nel gruppo di soggetti che rappresentano l'Adventus, ossia l'arrivo dell'Imperatore.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Alberto Angela, Una giornata nell'antica Roma, Roma-Milano, Rai-Eri-Mondadori, 2007.
- ^ Tina Squadrilli, Vicende e monumenti di Roma, Roma, Staderini Editore, 1961, p. 26.
- ^ Plutarco, 13.
- ^ Cicerone, III,48.
- ^ Livio, V,14.
- ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri VI, 32-33 e VII, 27.
- ^ Plutarco, 16.
- ^ Maurizio Borda, Lares, la vita familiare romana nei documenti archeologici e letterari, Città del Vaticano, Pontificio istituto di archeologia cristiana, 1947, p. 55.
- ^ Publio Ovidio Nasone, Fasti, VI, 545-547: (LA)
«Leucothea Grais, Matuta vocabere nostris; in portus nato ius erit omne tuo, quem nos Portunum, sua lingua Palaemona dicet»
(IT)«Tu sarai chiamata Leucòtea dai Greci, e dai nostri Matuta, e il potere sui porti sarà interamente di tuo figlio, che noi diremo Portuno, e la sua lingua originaria Palèmone»
- ^ The American Heritage Dictionary Indo-European Roots Appendix, su ahdictionary.com. URL consultato il 16 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 17 novembre 2017).
- ^ Mater Matuta, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^ (EN) Mater Matuta, in Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- ^ La Mater Matuta torna al MAF, su museoarcheologiconazionaledifirenze.wordpress.com. URL consultato il 30 marzo 2020.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Fonti primarie
- Marco Tullio Cicerone, De natura deorum.
- Tito Livio, Ab Urbe condita libri.
- Plutarco, Questioni romane.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Mater Matuta
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Mater Matuta, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Giulio Giannelli, MATER MATUTA, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1934.
- (EN) Mater Matuta, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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