Marie Bonaparte-Wyse | |
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Ritratto di Carlo Garacci, 1858 circa | |
Nome completo | Marie Laetitia Studolmina Wyse Rattazzi Bonaparte |
Trattamento | Principessa |
Nascita | Waterford, 25 aprile 1831 |
Morte | Parigi, 2 febbraio 1902 |
Luogo di sepoltura | Aix-les-Bains |
Padre | Studholme John Hodgson |
Madre | Laetitia Bonaparte-Wyse |
Coniugi | Frédéric Joseph de Solms Urbano Rattazzi don Luis de Rute y Ginez |
Figli | Prime nozze: Alexis Napoléon Christian de Solms Seconde nozze: Isabella Roma Rattazzi |
Firma |
Marie Laetitia Studolmina Wyse Rattazzi Bonaparte, conosciuta semplicemente come Marie Bonaparte-Wyse o Madame de Solms (Waterford, 25 aprile 1831 – Parigi, 2 febbraio 1902), è stata una scrittrice e nobile francese con cittadinanza inglese e italiana.[1]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Infanzia e periodo a Parigi
[modifica | modifica wikitesto]Marie Laetitia Bonaparte-Wyse nacque da Laetitia Bonaparte-Wyse, figlia del fratello di Napoleone Bonaparte, Luciano Bonaparte, e moglie di Lord Thomas Wyse, ambasciatore britannico.[1] Il padre era in realtà il capitano britannico John Studholme Hodgson, ma venne mantenuto comunque il cognome Wyse per garantire la legittimità della discendenza e evitare di rovinare il buon nome della famiglia.[1] D'altra parte Lord Thomas Wyse non riconobbe mai la paternità della bambina.[1]
Bonaparte-Wyse crebbe in Inghilterra, compiendo diversi viaggi con la famiglia in Italia e Germania e in particolare passando le vacanze con i familiari a Wiesbaden e Baden-Baden.[1] Ricevette una educazione di stampo classico, sviluppando un interesse verso l'arte e la letteratura e imparando il tedesco, l'inglese e il latino.[1] Proseguì gli studi a Parigi, conseguendo il diploma di insegnante per le scuole primarie e secondarie.[1]
Il 12 dicembre 1848 sposò il conte Frédéric Joseph de Solms, ma il matrimonio ebbe breve durata: i due si separarono anche se in maniera non ufficiale e de Solms si trasferì negli Stati Uniti.[1] Nel frattempo ebbe un figlio dal marchese Alexis de Pomereu, di nome Alexis Napoléon Christian.[1] Il salotto di Bonaparte-Wyse, considerato vivace e all'avanguardia, ospitò diversi intellettuali, scrittori e artisti di idee repubblicane e antinapoleoniche, come Eugène Sue, Alexandre Dumas, Eugène Scribe, Émile de Girardin e Jules Simon.[1] La sua reputazione era tuttavia compromessa dal proprio comportamento, considerato eccentrico e insofferente ai protocolli di corte, dai suoi debiti e dall'ambiente lussuoso di cui si circondava, dalle sue origini straniere nonché da una presunta relazione con Napoleone III.[1] A ciò si aggiunsero i rinnovati sentimenti antinapoleonici dopo il colpo di stato di Napoleone III.[1]
Esilio in Savoia
[modifica | modifica wikitesto]Accusata di infangare il nome dei Buonaparte, Marie Laetitia Bonaparte-Wyse venne infine condannata all'esilio nel febbraio 1853.[1] Cercò di ribaltare la decisione prima spiegando le sue ragioni in una lunga lettera alla stampa, poi ricorrendo in appello presso la Corte del tribunale della Senna.[1] Perse tuttavia il processo, e quindi si ritirò in Savoia presso Aix-les-Bains, aprendo un salotto presso lo Chalet de Solms, affacciato sul lago del Bourget.[1]
Anche il suo periodo in Savoia fu caratterizzato da pettegolezzi e curiosità sulla sua persona, che venne paragonata a altre donne celebri del tempo come Madame de Staël.[1] Fu centro di varie polemiche a mazzo stampa, in particolare dal giornalista del Figaro Alphonse Karr.[1] A fronte di questi attacchi, nel 1857 il suo amico dai tempi del salotto parigino Eugène Sue scrisse un'opera a sua difesa, Une page de l’histoire de mes livres: Mme de Solms dans l’exil.[1] La stessa Bonaparte-Wyse rispose alle critiche tramite la sua attività di scrittrice e drammaturga: allestì un teatro presso lo Chalet di Aix-les-Bains, mettendo scena opere di cui era regista e attrice.[1] Inoltre fondò diverse riviste artistico-letterarie, a cominciare da Les Matinées d’Aix-les-Bains nel 1858, e successivamente il Journal du chalet e le Soirées d’Aix-les-Bains.[1]
In questo periodo collaborò anche con varie riviste letterarie, scrivendo sotto vari pseudonimi: fra i più noti vi sono baron Stock, comte d’Albans, comte de Tresserve, Bernard Camille, Th. Bentzon, ma spesso utilizzò anche il cognome dei suoi mariti.[1] Pubblicò sul giornale Le Constitutionel, fu autrice di cronache per il Pays e scrisse feuilletons per il Turf.[1] Collaborò strettamente con vari autori, fra cui François Ponsard, Pierre Alexis Ponson du Terrail, Victor Hugo, Théodore de Banville e Charles Augustin de Sainte-Beuve.[1] Nel 1854 pubblicò il suo primo libro, Nice ancienne et moderne, dedicato alla città di Nizza e al suo ambiente cosmopolita e transnazionale.[1] Oltre alla scrittura si dedicò, anche se in misura minore, anche alla composizione musicale e alla pittura.[1]
Durante il suo soggiorno in Savoia compì diversi viaggi a Torino, dove aprì un salotto presso l'hotel Feder, e iniziò a interessarsi alle vicende italiane: tenne corrispondenza con Daniele Manin e Vincenzo Gioberti e, da ammiratrice di Giuseppe Garibaldi, compose un poema dedicato a Vittorio Emanuele II per chiedere l'amnistia per i partecipanti alla battaglia dell'Aspromonte.[1]
Soggiorno in Italia
[modifica | modifica wikitesto]In questo periodo Bonaparte-Wyse aveva una relazione con il ministro Urbano Rattazzi, e nel 1863, poche settimane dopo la morte del marito Frédéric Joseph de Solms i due convolarono a nozze.[1][2] Inizialmente la coppia si stabilì in una villa estiva di Rattazzi tra Torino e il lago di Como, poi con lo spostamento della capitale del Regno d'Italia a Firenze i due vi si trasferirono.[1] Anche in questo caso, la scelta di Bonaparte-Wyse di sposare Rattazzi subito dopo la morte del marito e il suo stile di vita lussuoso e trasgressivo attirarono critiche e polemiche, specialmente sui giornali umoristici Pasquino e La chiacchiera.[1][2]
A Firenze, come già successo in Savoia, Bonaparte-Wyse aprì un suo salotto, che entrò immediatamente in competizione con quello di Emilia Peruzzi, sebbene molte fossero le differenze tra le due donne: la prima interessata a balli e spettacoli teatrali, la seconda alla discussione politica.[1] In questi anni continuò ad essere regista e attrice delle sue rappresentazioni teatrali e fondò la rivista letteraria Les matinées italiennes. Revue anecdotique, artistique et littéraire, che si avvaleva di molti dei suoi precedenti collaboratori. Scrisse inoltre un resoconto su Firenze e il suo parlamento e, più avanti, una ricostruzione degli anni passati accanto a Rattazzi.[1]
Il 21 gennaio 1871 nacque la figlia Isabella Roma, ma allo stesso tempo il matrimonio con Rattazzi cominciò a entrare in crisi.[3] Dopo la morte di Napoleone III, Bonaparte-Wyse si recava spesso a Parigi per far valere i diritti di eredità del figlio Alexis, e ritornava solo raramente in Italia.[3] A partire dal 1873, anno della morte di Rattazzi, si ristabilì definitivamente a Parigi.[1]
Attività in Francia, Spagna e Portogallo
[modifica | modifica wikitesto]Una volta rientrata in Francia Bonaparte-Wyse si dedicò all'attività di scrittrice, giornalista e traduttrice. Durante un viaggio in Spagna conobbe don Luis de Rute y Ginez, ufficiale del governo, con cui si sposò nel 1880.[1] Il legame con la Spagna è testimoniato anche dalla fondazione della rivista di attualità e letteratura Les matinées espagnoles, conosciuta come Nouvelle revue internationale européenne dal 1888 al 1920.[1] Tale rivista, pubblicata a Parigi e a Madrid, aveva lo scopo di incoraggiare lo scambio culturale fra Francia e Spagna, e fra le altre cose pubblicò la traduzione de El gran galeoto di José Echegaray y Eizaguirre e Le cousin Basile di Eça de Queiroz.[1]
Con la morte del marito, avvenuta nel 1889, continuò a viaggiare tra Francia, Spagna e Portogallo, scrivendo articoli e storie brevi per la rivista Revue des deux mondes.[1] Nel dicembre del 1891 venne coinvolta in una controversia giudiziaria: a seguito del ferimento della sua dama di compagnia Charlotte Mortier Bouly de Lesdain e dell'amante Regis Delbeuf, segretario di redazione delle Matinées Espagnoles, ad opera del marito di lei barone Bouly de Lesdain, Bonaparte-Wyse venne infatti accusata di essere la mandante.[1][4] Venne insinuato infatti che Bonaparte-Wyse avesse una relazione amorosa con Bouly de Lesdain, e che per gelosia riguardo la relazione con Delbeuf avesse spinto il barone Bouly ad aggredire la coppia.[4] Nonostante Bonaparte-Wyse non si fosse presentata al processo e l'imputato fosse stato assolto, la vicenda diede adito a diversi commenti sul legame tra lesbismo e comportamenti criminali da parte di studiosi come Scipio Sighele e Cesare Lombroso.[1][4] Morì a Parigi il 2 febbraio 1902 e venne sepolta a Aix-les-Bains.[1]
Produzione artistica
[modifica | modifica wikitesto]I libri e le opere teatrali di Bonaparte-Wyse hanno spesso un carattere di critica sociale e trattano di temi come la condizione delle donne e le pressioni dell'opinione pubblica a cui vengono sottoposte, la artificiosità di polemiche e scandali mondani, il ruolo del matrimonio come mezzo di scalata sociale.[1] Nel periodo dei suoi viaggi in Spagna e Portogallo si occupò anche di temi d'attualità come lo schiavismo, il colonialismo, e la condizione femminile, in particolare nelle opere Maxime: récit des moeurs créoles, Les américaines chez elles e nei resoconti per la Revue des deux mondes.[1]
Realizzò anche un album di caricature di alcune delle figure più importanti della politica italiana del tempo, come Bettino Ricasoli, Antonio Mordini, Emilio Visconti Venosta, e Camillo Benso, conte di Cavour.[1] Tali caricature erano ispirate allo stile di Honoré Daumier, conosciuto a Parigi, raffiguranti figure sproporzionate, con teste grandi e corpi esili.[1]
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- Nice ancienne et moderne, 1854
- Comtesse Eguor au Lac du Bourget, 1857
- Madame Émile de Girardin, sa vie et ses oeuvres, 1857
- Quelques lettres inédites, 1857
- Eugène Sue photographié par lui-même: fragments de correspondance non interrompue de 1853 au 1er août 1857 avant-veille de sa mort, précédés de détails sur sa vie et ses œuvres, 1858
- Les femmes de 1793, 1858
- Manin, essai biographique, 1858
- Fleurs d’Italie, poésies et légendes, 1859
- La dupinade, 1859
- Chants de l’exilée, 1859
- La réputation d’une femme, 1862
- Mademoiselle Million, 1863
- Le piège aux maris, 1865
- Les débuts de la forgeronne, 1866
- La mexicaine, 1866
- Les mariages de la créole, 1866
- L’aventurière des colonies, 1867
- La chanteuse (libro I e libro II), 1867
- Luise de Kelmer, 1868
- Nice la belle, 1870 circa
- Cara patria. Echos italiens, 1873
- Maxime: récit des moeurs créoles, 1874
- L’ombre de la mort: le roman d’Aline, 1875
- L’Espagne modern, 1879
- Le Portugal à vol d’oiseau. Portugais et portugaises, 1880
- La belle juive, épisode du siège de Jérusalem, 1882
- Énigme sans clef, 1894
- Les américaines chez elles, 1895
- Lettres d’une voyageuse, 1897
- La grand-mère, 1899
- La fin d’une ambassadrice, 1900
- Dernière folie, 1902
- Urbain Rattazzi par un témoin des dix dernières années de sa vie, 1902
Ascendenza
[modifica | modifica wikitesto]Genitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
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Studholme John Hodgson | |||||||||||||
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Marie Laetitia Bonaparte-Wyse | |||||||||||||
Carlo Maria Buonaparte | Giuseppe Maria Buonaparte | ||||||||||||
Maria Saveria Paravicini | |||||||||||||
Luciano Bonaparte, I principe di Canino e Musignano | |||||||||||||
Maria Letizia Ramolino | Giovanni Geronimo Ramolino | ||||||||||||
Angela Maria Pietrasanta | |||||||||||||
Letitia Christine Bonaparte | |||||||||||||
Charles Jacob de Bleschamp | Nicolas Jacob de Bleschamp | ||||||||||||
Marguerite Dehorgue | |||||||||||||
Alexandrine de Bleschamp | |||||||||||||
Philiberte Bouvet | Jean-Charles Bouvet | ||||||||||||
Marie Gasparde Grimod de Verneuil | |||||||||||||
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) Anonimo, Madame de Solms: épisode du bas empire, Jersey, Imprimerie universelle, 1853, SBN IT\ICCU\LO1\1488751.
- (EN) Olga Bonaparte-Wyse, The spurious brood: princess Letitia Bonaparte and her children, Londra, Gollancz, 1969, ISBN 057500262X.
- Pierfelice Borelli, Urbano e Maria Rattazzi: la storia di un grande statista italiano, Cavallermaggiore, Gribaudo, 1993, SBN IT\ICCU\LO1\0325866.
- Heather Brady, The Frontiers of Popular Exoticism: Marie Bonaparte's New Orleans Crossings, in Nineteenth-Century French Studies, vol. 31, 3&4, University of Nebraska Press, 2003, pp. 311-323, DOI:10.1353/ncf.2003.0008.
- Vincenzo Broglio, Cenni sulla vita e sugli scritti della principessa Maria Wyse-Solms-Bonaparte, Milano, Giuseppe Redaelli, 1857, SBN IT\ICCU\LIA\0805835.
- (FR) P. Coustans, Madame Urbain Rattazzi (Princesse Marie de Solms) née Bonaparte-Wyse, Parigi, Librairie des auteurs, 1867, SBN IT\ICCU\LIA\0949213.
- (FR) Zoltan-Etienne Harsany, Marie de Solms 1831-1902: femme de lettres, Aix-Les-Bains, Imprimerie Multi 73, 1983, SBN IT\ICCU\UTO\1102430.
- (FR) Francisco Lafarga, Marie Rattazzi (née Marie-Lætitia Bonaparte-Wyse) traductrice: le cas du Grand Galeoto de José Echegaray (PDF), in Synergies Espagne, vol. 12, 2019, pp. 17-28.
- (EN) David Lowenthal, "The Marriage of Choice and the Marriage of Convenance": A New England Puritan Views Risorgimento Italy, in Journal of Social History, vol. 42, n. 1, 2008, pp. 157-174, DOI:10.1353/jsh.0.0062.
- (FR) Magda Martini, Marie Laetitia Bonaparte-Wyse: une reine du Second Empire, Parigi / Ginevra, Librairie Droz / Librairie Minard, 1957, SBN IT\ICCU\TO0\0445095.
- Nerina Milletti, Una principessa poco prudente, in Quir: mensile fiorentino di cultura e vita lesbica e gay, e non solo..., n. 10, 1994, pp. 20-23.
- (FR) A.C. Morgan, Marie-Laetitia Bonaparte-Wyse. «La princesse Brouhaha» ou l’art du scandale version Second Empire, in Andrea Del Lungo e Brigitte Louichon (a cura di), Romancières en France de 1848 à 1870 - Tome II - La littérature en bas-bleus, Parigi, Classiques Garnier, 2013, SBN IT\ICCU\TSA\1655897.
- Rosanna Roccia, Umberto Levra: uno sguardo su Urbano Rattazzi ‘privato’ (PDF), in Bollettino della Società per gli Studi Storici, Archeologici ed Artistici per la Provincia di Cuneo, n. 167, 2022, pp. 105-110.
- Ubaldo Rogari, Due regine dei salotti nella Firenze capitale: Emilia Peruzzi e Maria Rattazzi fra politica, cultura e mondanità: le diverse anime di un'epoca e di una città nell'emblematico contrasto fra le personalità delle due celebri gentildonne, Firenze, Remo Sandron, 1992, SBN IT\ICCU\CFI\0518658.
- (FR) Catherine L. Schmitz, «Une idée généreuse ou une situation intéressante»: Les femmes et le bonheur conjugal dans le théâtre d’Aix-les-Bains de Marie de Solms Rattazzi, in Women in French Studies, vol. 24, 2016, pp. 13-32, DOI:10.1353/wfs.2016.0015.
- (FR) Eugène Sue, Une page de l'histoire de mes livres: madame de Solms dans l'exil, 2ª ed., Torino, Joseph Favale et Comp., 1857 [1857], SBN IT\ICCU\IEI\0221891.
- (FR) Françoise Vaysse, Lettres inédites de Marie-Letizia de Solms-Rattazzi de Rute, née Bonaparte-Wyse à Paul Lacroix, 25 ans de correspondance avec un ami complaisant, in Revue de l'Aire, n. 29, 2003, pp. 135-150.
- (FR) Auguste Vitu, La vérité sur madame Rattazzi, Parigi, A. Degorce-Cadot, 1869, SBN IT\ICCU\LO1\0623651.
- Angelica Zazzeri, Marie Laetitia Studolmina Wyse Rattazzi Bonaparte, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2020.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Opere di Marie Laetitia Bonaparte-Wyse, su MLOL, Horizons Unlimited.
- (EN) Opere di Marie Laetitia Bonaparte-Wyse, su Open Library, Internet Archive.
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