Maretina | |
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Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C16H16NO6P |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 216-078-6 |
PubChem | 15148 |
SMILES | CCOP(=O)(OCC)ON1C(=O)C2=CC=CC3=C2C(=CC=C3)C1=O |
Proprietà chimico-fisiche | |
Temperatura di fusione | 183-184 °C |
Dati farmacologici | |
Modalità di somministrazione | Orale |
Dati farmacocinetici | |
Escrezione | Renale |
Indicazioni di sicurezza | |
La maretina, o Carbamato di m-tolilidrazide è un farmaco ad attività antipiretica.[1][2] In Italia l'uso del composto si diffuse intorno ai primi anni del '900. Piuttosto efficace nel determinare una defervescenza febbrile si rivelò presto decisamente tossico e per tale motivo cadde in disuso.
Chimica
[modifica | modifica wikitesto]Si presenta come una polvere bianca, cristallina, inodore ed insipida che fonde a 183-184 °C. Il composto è solubile nell'alcool, nel cloroformio, nel tacetene (cloruro di metile).[3]
Farmacodinamica
[modifica | modifica wikitesto]L'azione terapeutica cominciava a distanza di 2-4 ore dall'assunzione e l'azione terapeutica di una dose si prolungava per 9-15 ore.[3]
Farmacocinetica
[modifica | modifica wikitesto]Il farmaco dopo assunzione per via orale viene assorbito dal tratto gastroenterico e successivamente eliminato dall'organismo attraverso l'emuntorio renale. La sua presenza nelle urine ne comporta un potere riducente.
Usi clinici
[modifica | modifica wikitesto]In passato il composto venne utilizzato soprattutto nella febbre tubercolare[3][4][5][6][7] ma veniva anche raccomandata nel tifo addominale, nelle gastriti febbrili, nell'ittero infettivo, nella pleurite siero-fibrinosa, nell'influenza, nella febbre intermittente, nella setticemia ed in molte altre affezioni febbrili.[3]
Effetti collaterali e indesiderati
[modifica | modifica wikitesto]Nei soggetti in trattamento sono stati segnalati l'insorgenza di emolisi e metemoglobinemia, nonché altri disturbi secondari.
Dosi terapeutiche
[modifica | modifica wikitesto]La molecola veniva somministrata ad un dosaggio di 100–250 mg, due o tre volte al giorno.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Ugo Fabris, Intorno all'azione antipiretica della maretina., in Gazz. osp. Un. Milano, vol. 28, 1907, pp. 1225-1228.
- ^ Jacob Barjansky, Über das Maretin und seine antipyretischen Wirkungen, in Załachowski, 1904.
- ^ a b c d Gennaro Attanasio, La febbre dei tisici ed il nuovo antipiretico maretina, in Gior. internaz. sc. med. Napoli, vol. 28, 1906, pp. 145-166.
- ^ La febbre nei tubercolotici: la maretina, in Riforma med. Napoli, vol. 24, 1908, pp. 510-544.
- ^ G. Fiorio, Zambelli G., Studio clinico sperimentale sulla maretina, in Morgagni Milano, vol. 49, 1907, pp. 103-300.
- ^ A. Braga, Alcune note sull'impiego della maretina nelle febbri dei tubercolotici, in Boll. Soc. Medica di Parma, vol. 1, 1908, pp. 85-98.
- ^ Elkan, Ueber die Wirkung dea Maretins, eines neuen Antipyreticums, auf das Fieber der Phtisiker, in Mùnchener med, 1904.