Maher al-Assad | |
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Maher al-Assad | |
Soprannome | "Il Capo" |
Nascita | Damasco, 8 dicembre 1967 |
Morte | vivente |
Dati militari | |
Paese servito | Siria |
Forza armata | Esercito arabo siriano |
Arma | Guardia repubblicana siriana |
Grado | Maggior generale[1] |
Guerre | Guerra civile siriana |
Campagne | Campagna del Governatorato di Rif Dimashq Offensiva di Wadi Barada |
Battaglie | Assedio di Daraa Assedio di Homs Battaglia di Aleppo |
Comandante di | Guardia repubblicana siriana 4ª Divisione corazzata |
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Maher Al-Assad, in arabo: عصام زهر الدين, (Damasco, 8 dicembre 1967), è un ex ufficiale siriano che ha prestato servizio come comandante della 4ª Divisione corazzata d'élite dell'esercito siriano, che, insieme all'intelligence militare siriana, ha costituito il nucleo delle forze di sicurezza del paese fino al crollo del regime di al-Assad nel 2024.[2][3] Quartogenito di Hafiz al-Assad, è fratello minore dell'ex presidente siriano Bashar al-Assad, ed è stato anche membro del Comitato centrale del partito siriano Ba'ath.[4]
All'inizio della rivoluzione siriana, Maher era considerato da alcuni il secondo uomo più potente della Siria dopo suo fratello Bashar, il presidente.[5][6] Maher è considerato un sostenitore della linea dura del regime, che ha favorito, secondo quanto riferito, la repressione contro il movimento della Primavera di Damasco ed è stato implicato nei rapporti delle Nazioni Unite sull'orchestrazione dell'uccisione del primo ministro libanese Rafic Hariri[6].
Maher al-Assad ha supervisionato le operazioni delle squadre Shabiha, paramilitari alawiti pro-Assad noti per gli attacchi settari contro i civili sunniti.[7] In qualità di comandante della Quarta Divisione Corazzata, Maher è direttamente coinvolto nelle operazioni di produzione, traffico ed esportazione dell'impero multimiliardario della droga siriano, che contrabbanda principalmente una droga illegale nota come Captagon.[8][9][10][11][12]
All'indomani delle offensive dell'opposizione siriana del 2024, che hanno portato alla caduta del regime di Assad e all'esilio di suo fratello Bashar, Reuters ha riferito che Maher era fuggito in Russia attraverso l'Iraq.[13]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Maher al-Assad è nato l'8 dicembre 1967, il figlio più giovane di Anisa Makhlouf e Hafez al-Assad. Aveva solo due anni quando suo padre divenne presidente della Siria. Come gli altri figli della famiglia al-Assad, è stato cresciuto lontano dai riflettori pubblici e addestrato in Siria.[14][15]
Maher ha frequentato la Academy of Freedom School per la sua istruzione secondaria e poi ha studiato economia aziendale all'Università di Damasco.[14][15] Dopo l'università, ha intrapreso una carriera nell'esercito come suo fratello maggiore Bassel.
Quando Bassel morì in un incidente d'auto nel 1994, Maher fu menzionato come possibile successore di Hafez, ma alla fine Bashar succedette a suo padre anche se gli mancavano sia l'esperienza militare che l'ambizione politica. Si è ipotizzato che la reputazione irascibile di Maher abbia influenzato la decisione di suo padre a favore di Bashar.[16]
Vita privata
[modifica | modifica wikitesto]La famiglia Al-Assad è affiliata alla setta musulmana alawita sincretica che si è scissa dal primo sciismo. Maher è sposato con Manal al-Jadaan, una donna sunnita con la quale ha due figlie e un figlio.[17][18] Il suo matrimonio con una donna sunnita, come suo fratello Bashar, rafforzò i suoi legami d'affari con l'élite sunnita.[19]
Secondo il GlobalPost, Maher è considerato da chi lo conosce troppo irascibile per essere un sovrano efficace.[17] Inoltre, il GlobalPost ha scritto che Maher ha indotto sua cognata, Majd al-Jadaan, a lasciare la Siria nell'agosto 2008 a causa di continui disaccordi.[17]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Copia archiviata, su almasdarnews.com. URL consultato il 22 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 18 agosto 2018).
- ^ (EN) COUNCIL IMPLEMENTING DECISION 2011/302/CFSP of 23 May 2011 implementing Decision 2011/273/CFSP concerning restrictive measures against Syria, in Official Journal of the European Union, L136/91, 24 maggio 2011. URL consultato il 25 maggio 2011.
- ^ Syria's military: what does Assad have?, in Reuters, 6 aprile 2011. URL consultato il 5 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 1º maggio 2011).
- ^ (EN) Alan George, Syria: Neither Bread Nor Freedom, Zed Books, 2003, p. 77, ISBN 978-1-84277-213-3. URL consultato il 2 marzo 2013.
- ^ (EN) Ariel Zirulnick, Syria 101: 4 attributes of Assad's authoritarian regime, The Assad family, su csmonitor.com.
- ^ a b (EN) Bashar al-Assad's inner circle, in BBC News, 30 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 27 marzo 2022).
- ^ (EN) All the Tyrant's Men: Chipping Away at the Assad Regime's Core, in The Washington Institute. URL consultato il 29 dicembre 2021.
- ^ (EN) Raya Jalabi, Assad cousins hit with sanctions over amphetamine trade that funds regime, in Financial Times, 28 marzo 2023 (archiviato dall'url originale il 28 marzo 2023).
- ^ (EN) John Solomou, Syria is largest narco-state in world as it earns more from Captagon than from its legal exports, su ANI, 17 aprile 2023 (archiviato dall'url originale il 17 aprile 2023).
- ^ (EN) Max Daly, Is the Syrian Regime the World's Biggest Drug Dealer?, su Vice News, 14 dicembre 2022 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2023).
- ^ (EN) Celine AlKhaldi, A little-known drug brought billions to Syria's coffers. Now it's a bargaining chip, in CNN, 11 aprile 2023 (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2023).
- ^ (EN) Ben, Hwaida Hubbard, Saad, On Syria's Ruins, a Drug Empire Flourishes, in The New York Times, 5 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2023).
- ^ (EN) Samia Nakhoul, Maya Gebeily, Parisa Hafezi e Suleiman Al-Khalidi, Assad's final hours in Syria: Deception, despair and flight, in Reuters, 13 dicembre 2024.
- ^ a b (EN) 7, in Maher Assad: brother of Syrian President Bashar Al Assad, Middle East Intelligence Bulletin, vol. 2, agosto 2000. URL consultato il 10 giugno 2011.
- ^ a b (EN) Mid-East Realities, in Middle East, 11 giugno 2000. URL consultato il 9 marzo 2013.
- ^ (EN) Ester Pan, Syria's Leaders, in Council on Foreign Relations, 10 marzo 2006. URL consultato il 10 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 30 aprile 2017).
- ^ a b c (EN) Hugh Macleod e Annasofie Flamand, Syria's "thug-in chief", in Global Post, 27 giugno 2011. URL consultato il 20 gennaio 2013.
- ^ (ES) La Siria de los Assad (SWF), in El Mundo. URL consultato il 21 giugno 2011.
- ^ (EN) All the Tyrant's Men: Chipping Away at the Assad Regime's Core, in The Washington Institute. URL consultato il 29 dicembre 2021.
Altri progetti
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