Macedoni Македонци | |
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Sottogruppi | torbesci |
Luogo d'origine | Macedonia del Nord |
Popolazione | 5,4 milioni |
Lingua | macedone |
Religione | cristianesimo ortodosso e islam sunnita |
Gruppi correlati | bulgari e altri slavi meridionali |
I macedoni (in macedone, Mакедонци, makedonci) sono il gruppo etnico più numeroso della Macedonia del Nord. Sono un popolo slavo meridionale, caratterizzato dall'uso della lingua macedone, una delle lingue slave meridionali.
Origini
[modifica | modifica wikitesto]Le origini dei macedoni si trovano nei greci e negli illiri. Nell'antichità, gran parte della Macedonia centro-settentrionale (il bacino del fiume Vardar) era abitata dai Peoni. La pianura Pelagonia era invece abitata dagli omonimi Pelagoni, una popolazione macedone; mentre la regione occidentale era abitata dagli Illiri.[1] Nel tardo periodo classico, si erano già sviluppate varie città-stato, simili alle polis greche, e una fiorente attività mineraria,[2] e la Peonia divenne una provincia costituente del Regno di Macedonia.[3] La conquista romana portò con sé una significativa romanizzazione della regione, ove ancora perdura l'etnia arumena. Durante il periodo di dominazione romana, a varie popolazioni barbariche foederate con l'Impero venne concesso di stabilirsi nella regione corrispondente all'odierna Macedonia; tra questi, i Sarmati durante il regno di Costantino[4] o i Goti di Alarico (che vi rimasero per dieci anni).[5] A differenza delle provincie di confine, durante la tarda antichità e nell'Alto Medio Evo, tutta la Macedonia fu una provincia florida e di fede cristiana.[5][6]
Le popolazioni di lingua slava giunsero in Macedonia dopo il periodo romano, sebbene il meccanismo esatto di tale espansione linguistica rimanga oggetto di discussione tra gli studiosi.[7] Tali cambiamenti sono stati tradizionalmente associati alle scorrerie degli Sclaviniae e degli Anti dalla Valacchia e dall'Ucraina occidentale durante il VI e il VII secolo.[8] Considerazioni antropologiche e archeologiche più recenti, invece, vedono la comparsa degli Slavi in Macedonia - e in generale in tutti i Balcani - come parte di un ampio e complesso processo di trasformazione del panorama culturale, politico ed etno-linguistico balcanico dopo il collasso dell'autorità romana. Non sono ancora noti i dettagli e la cronologia degli spostamenti delle singole popolazioni.[9] È invece certo che la Macedonia settentrionale, a differenza della Bulgaria, rimase culturalmente romana fino al VII secolo e oltre.[6] Nello stesso tempo, le fonti attestano la presenza di numerose tribù slave a Tessalonica e nelle regioni limitrofe, inclusi i Berziti in Pelagona.[6] Oltre agli Slavi e ai Bizantini, nel tardo VII secolo la pianura circostante Bitola era abitata da Romani, Bulgari ed Avari[10] e i Cudriguri si erano stabiliti nella regione.[11] Stanziamenti minori di Vardariotai (Magiari) avvennero nel IX secolo,[12] di Armeni nel X-XII secolo,[13] di Cumani nel XI-XIII secolo[14] e di minatori sassoni nel XIV-XV secolo.[15]
Dopo la metà del IX secolo, la regione macedone venne gradualmente incorporata nell'Impero bulgaro, sebbene manchino i dettagli che vi hanno condotto. Clienti dei Bizantini, gli Sklaviniae della Macedonia probabilmente divennero vassalli dei Bulgari durante il regno dell'imperatrice Irene.[16] Successivamente, il centro ecclesiastico e letterario di Ocrida non solo divenne una seconda capitale culturale per la Bulgaria medievale, ma presto eclissò la stessa Preslav.[17] Molti aspetti che definiscono la cultura macedone odierna rappresentano il culmine della cultura derivata dall'incontro tra quella bizantina, bulgara e serba (descritta da Dimitri Obolensky come un "commonwealth bizantino"). La regione macedone, dove si concentrarono molti sviluppi culturali, liturgici e politici, fu la "culla" della cultura slava ortodossa.[18]
Antropologicamente, i macedoni posseggono linguaggi genetici assunti come rappresentativi dei processi demografici preistorici e storici dei Balcani,[19] tipicamente trovati anche in altre popolazioni degli Slavi meridionali e soprattutto tra i bulgari, serbi, bosniaci, montenegrini e anche tra gli abitanti della Grecia settentrionale e della Romania.[20][21][22][23][24][25]
La controversia sul nome
[modifica | modifica wikitesto]Il nome utilizzato per identificare il gruppo etnico dei macedoni, al posto del termine slavo-macedoni, e l'uso di alcuni simboli antichi come il Sole di Verghina vengono contestati dalla Grecia mentre la Bulgaria non riconosce l'esistenza di una nazionalità macedone distinta da quella bulgara[26].
"Slavo-macedoni" può essere tradotto in macedone come "Македонски Словени" (Makedonski Sloveni). Slavi è il primo aggettivo qualificativo utilizzato dagli studiosi per distinguere il gruppo etnico dei macedoni da tutti gli altri abitanti della regione.[27] Il linguista, storico ed etnografo Krste Misirkov stesso — il cui contributo è stato fondamentale per la creazione di un'identità macedone distinta da quella bulgara — utilizzò ripetutamente tale qualifica nei primi testi patriottici sull'etnia macedone.[28]
Secondo lo storico locale Pavlos Koufis, cittadino greco di etnia macedone, anche i cittadini slavo-macedoni della Grecia accettarono il termine con favore perché li inseriva all'interno della grande famiglia delle popolazioni slave.[29]
Ad ogni modo, l'uso di "slavo-macedoni" in riferimento al gruppo etnico ed alla lingua, sebbene accettabile in passato, attualmente può essere considerato peggiorativo ed offensivo da alcuni macedoni residenti in Grecia. L'International Helsinki Federation for Human Rights riporta:
«... the term Slavomacedonian was introduced and was accepted by the community itself, which at the time had a much more widespread non-Greek Macedonian ethnic consciousness. Unfortunately, according to members of the community, this term was later used by the Greek authorities in a pejorative, discriminatory way; hence the reluctance if not hostility of modern-day Macedonians of Greece (i.e. people with a Macedonian national identity) to accept it.»
«... il termine slavomacedoni è stato introdotto ed accettato dalla comunità [Macedone] stessa, che all'epoca aveva una coscienza etnica macedone e non greca molto più diffusa. Sfortunatamente, secondo i membri della comunità, tale termine è stato in seguito usato dalle autorità greche in modo peggiorativo e discriminatorio; da qui la riluttanza, se non l'ostilità, ad accettarlo da parte dei moderni macedoni di Grecia, cioè persone con identità nazionale macedone»
Alcuni macedoni famosi
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) A J Toynbee, Some Problems of Greek History, Oxford University Press, 1969, pp. 80, 99-103. ISBN non esistente
- ^ Marjan Jovanonv, The Problem of the Discontinuity in Classical and Hellenistic Eastern Macedonia, in Macedonian Historical Review, УДК, vol. 1, n. 1, 2010. URL consultato il 27 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2014).
- ^ J. Roisman, I. Worthington (a cura di), map. 2, 2010.
- ^ (EN) Peter J. Heather, Goths and Romans: 332-489, Oxford University Press on Demand, 1991, p. 129, ISBN 978-0-19-820234-9.
- ^ a b Carolyn S. Snively, Macedonia in Late Antiquity in J. Roisman, I. Worthington (a cura di), p. 551, 2010.
- ^ a b c (EN) Florin Curta, Were there any Slavs in seventh-century Macedonia?, in Istorija, vol. 47, n. 1, 2012, pp. 61-76.
- ^ F. Curta, p. 148, 2004.
- ^ J. Fine, p. 29, 1991.
- ^ F. Curta, pp. 335–345, 2001.
- ^ J. Fine, p. 71, 1991.
- ^ (EN) Denis Sinor (a cura di), The Cambridge History of Early Inner Asia, Cambridge University Press, 1990, pp. 215-216, ISBN 0-521-24304-1.
- ^ (EN) Florin Curta, The Edinburgh History of the Greeks, C. 500 to 1050: The Early Middle Ages, Edinburgh University Press, 2011, pp. 259, 281, ISBN 978-0-7486-3809-3.
- ^ Stanziatisi soprattutto a Bitola, Stumnitsa e Moglena. Cfr. (EN) Hélène Ahrweiler, Angeliki E. Laiou (a cura di), Studies on the Internal Diaspora of the Byzantine Empire Armenian Research Center collection, Dumbarton Oaks, 1998, p. 58, ISBN 978-0-88402-247-3.
- ^ (EN) István Vásáry, Cumans and Tatars: Oriental Military in the Pre-Ottoman Balkans, 1185-1365, Cambridge University Press, 2005, p. 67, ISBN 978-1-139-44408-8.
- ^ (EN) Traian Stoianovich, Balkan Worlds: The First and Last Europe, M.E. Sharpe, 1994, p. 89, ISBN 978-0-7656-3851-9.
- ^ J. Fine, pp. 110-111, 1991.
- ^ (EN) Alexander M. Schenker, The Dawn of Slavic: An Introduction to Slavic Philology, Yale University Press, 1995, pp. 188-190, ISBN 978-0-300-05846-8.
- ^ J. Fine, pp. 113, 196, 1991.
- ^ (EN) Marijana Peričić et al., High-Resolution Phylogenetic Analysis of Southeastern Europe Traces Major Episodes of Paternal Gene Flow Among Slavic Populations, in Molecular Biology and Evolution, vol. 22, n. 10, 2005, pp. 1964-1975, DOI:10.1093/molbev/msi185.
- ^ (EN) Zlatko Jakovski et al., Genetic data for 17 Y-chromosomal STR loci in Macedonians in the Republic of Macedonia, in Forensic Science International: Genetics, vol. 5, n. 4, 2011, pp. e108-e111, DOI:10.1016/j.fsigen.2011.04.005.
- ^ (EN) A Petlichkovski et al., High-resolution typing of HLA-DRB1 locus in the Macedonian population, in Tissue Antigens, vol. 64, n. 4, 2004, pp. 486–91, DOI:10.1111/j.1399-0039.2004.00273.x.
- ^ (EN) Lovorka Barac, Marijana Pericic, Y chromosomal heritage of Croatian population and its island isolates, in European Journal of Human Genetics, vol. 11, 2003, pp. 535–542, DOI:10.1038/sj.ejhg.5200992.
- ^ (EN) Ornella Semino et al., The Genetic Legacy of Paleolithic Homo sapiens sapiens in Extant Europeans: A Y Chromosome Perspective, in Science, vol. 290, n. 5494, 2000, pp. 1155–59, DOI:10.1126/science.290.5494.1155.
- ^ (EN) Hristova-Dimceva et al., HLA-DRB and -DQB1 polymorphism in the Macedonian population, in Tissue Antigens, vol. 55, n. 1, 2000, pp. 53–56, DOI:10.1034/j.1399-0039.2000.550109.x.
- ^ (EN) Rebala K et al., Y-STR variation among Slavs: evidence for the Slavic homeland in the middle Dnieper basin, in Journal of Human Genetics, vol. 52, n. 5, 2007, pp. 406-414, DOI:10.1007/s10038-007-0125-6.
- ^ Umberto CINI, IL RICHIAMO DEI BALCANI. n° 127, ‘Grecia versus Macedonia’, [1][collegamento interrotto]
- ^ Ad esempio, vedi (EN) Chiave di ricerca: "Macedonian Slavs" OR "Slav Macedonians", su scholar.google.com, Google scholar. URL consultato il 22 ottobre 2009.
- ^ Ad esempio può essere consultato il libro: Krste Misirkov, За Македонцките работи (On Macedonian Matters), Sofia, 1903. Consultabile in inglese presso: On Macedonian Matters, su misirkov.org. URL consultato il 22 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2008).
- ^ Pavlos Koufis, Laografika Florinas kai Kastorias, Atene, 1996.
- ^ (EN) The Macedonians (DOC), su greekhelsinki.gr, The Greek Human Rights Web Pages, 2002 (caricato sul sito). URL consultato il 22 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 29 luglio 2009).
31. Karl Hron. Das Volksthum der Slaven Makedoniens. Wien, 1890.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Florin Curta, The Making of the Slavs: History and Archaeology of the Lower Danube Region, c. 500-700, Cambridge University Press, 2001, ISBN 0-521-80202-4.
- (EN) Florin Curta, The Slavic Lingua Franca. Linguistic Notes of an Archaeologist Turned Historian., in East Central Europe/L'Europe du Centre-Est, vol. 31, n. 1, 2004, pp. 125–148.
- (EN) John V A Jr. Fine, The Early medieval Balkans. A Critical Survey from the 6th to the late 12th Century, University Michigan Press, 1991, ISBN 978-0-472-08149-3.
- (EN) Joseph Roisman, Ian Worthington (a cura di), A Companion to Ancient Macedonia, John Wiley & Sons, 2010, ISBN 978-1-4051-7936-2.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Macedonian, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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