Luigi Biasucci | |
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Nascita | Roma, 13 aprile 1890 |
Morte | Monastir, 14 settembre 1941 |
Cause della morte | morto in combattimento |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Fanteria |
Corpo | Regio corpo truppe coloniali della Libia |
Anni di servizio | 1911 - 1941 |
Grado | Colonnello |
Guerre | Guerra italo-turca Prima guerra mondiale Guerra d'Etiopia Seconda guerra mondiale |
Campagne | Campagna di Libia (1913-1921) Arbegnuoc Campagna italiana di Grecia |
Comandante di | 140º Reggimento fanteria |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941)[1] | |
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Luigi Biasucci (Roma, 13 aprile 1890 – Monastir, 14 marzo 1941) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Roma il 13 aprile 1890, figlio di Vincenzo e Severina Florindi.[2] Promosso sottotenente di complemento del Regio Esercito nel febbraio 1911 ed assegnato al 59º Reggimento fanteria, prese parte alla campagna libica dal 1912 al 1913 ottenendo il passaggio in servizio permanente effettivo.[2] Promosso tenente nell'aprile 1915, il 24 maggio dello stesso anno entrò nella guerra contro l'Impero austro-ungarico in forza al 59º Reggimento fanteria mobilitato, nel quale divenne capitano nel settembre dello stesso anno.[2] Passato poi al 215º Reggimento fanteria venne insignito di una medaglia di bronzo al valor militare.[2] Nell’ottobre 1917, lasciò il fronte italiano per ritornare in Libia dove prestò servizio nel IV Battaglione del 39º Reggimento fanteria a Tomuk fino al 1919.[2] Rientrato in Patria, fu successivamente assegnato al Ministero della guerra e poi alla Scuola centrale di fanteria dove rimase in servizio fino alla sua promozione a maggiore, avvenuta nel marzo 1926.[2] Trasferito al 66º Reggimento fanteria, nel marzo 1932, con la promozione a tenente colonnello ritornò in Libia dove assunse il comando del VII Battaglione libico del 3º Reggimento fanteria coloniale.[2] In servizio al reggimento mobilitato nel gennaio 1936 partì per l'Africa Orientale dove si distinse in numerosi combattimenti nel corso della guerra d'Etiopia e nelle successive operazioni di controguerriglia.[2] Rientrato in Tripolitania nel luglio 1937, nel settembre successivo, divenuto colonnello, rientrò in Italia per assumere dapprima il comando del 73º Reggimento fanteria e dal giugno 1940 il comando del 25º Reggimento fanteria.[2] Nel dicembre 1940 fu assegnato al Comando Superiore delle FF.AA. (Forze Armate) d'Albania, e dal gennaio 1941 assunse il comando del 140º Reggimento fanteria della 47ª Divisione fanteria "Bari".[2] Cadde in combattimento a Quota 731 di Monastero il 14 marzo 1941, e per onorarne il coraggio fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[1]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— Decreto Luogotenenziale del 1 agosto 1941.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
[modifica | modifica wikitesto]Fonti
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 1, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
- Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 2, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
- Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volule primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1968, p. 597.
- Alberto Cavaciocchi e Andrea Ungari, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
- Angelo Del Boca, Gli Italiani in Libia. Tripoli bel suol d'amore. 1860-1922, Bari, Laterza, 1986.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Biasucci, Luigi, su Combattenti Liberazione. URL consultato il 17 settembre 2018.