Lucio Bini (Roma, 18 settembre 1908 – Roma, 15 agosto 1964) è stato un neurologo e psichiatra italiano.
Il suo nome è ricordato, insieme a quello di Ugo Cerletti, per lo sviluppo e l'introduzione della terapia elettroconvulsivante (1938). Data la scarsa dimestichezza pratica con l'elettricità, Cerletti affidò a Bini il compito di costruire una macchina capace di garantire i massimi sistemi di sicurezza nell'uso della corrente elettrica.[1]
Sempre a Bini, inoltre, si deve il cosiddetto metodo dell'annichilimento (1947), per cui ai pazienti più refrattari agli effetti positivi della cura veniva provocata una sequenza di convulsioni fino alla pressoché totale perdita della memoria, a cui sarebbe seguita anche l'amnesia dei complessi patologici.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Egisto Taccari, Dizionario Biografico degli Italiani - BINI, Lucio, vol. 10, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1968. URL consultato il 24 maggio 2018.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Parte di questo testo proviene dalla relativa voce del progetto Mille anni di scienza in Italia, pubblicata sotto licenza Creative Commons CC-BY-3.0, opera del Museo Galileo - Istituto e Museo di Storia della Scienza (home page)
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Bini, Lùcio, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Lucio Bini, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Egisto Taccari, BINI, Lucio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 10, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1968.
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