Luciano Manara | |
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Descrizione generale | |
Tipo | Sommergibile di media crociera |
Classe | Bandiera |
Proprietà | Regia Marina |
Cantiere | CRDA, Monfalcone |
Impostazione | 18 febbraio 1928 |
Varo | 5 ottobre 1929 |
Entrata in servizio | 6 giugno 1930 |
Radiazione | 1º febbraio 1948 |
Destino finale | demolito |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento in immersione | 1146,87 t |
Dislocamento in emersione | 936,65 t |
Lunghezza | fuori tutto 69,8 m |
Larghezza | 7,18 m |
Pescaggio | 4,4 m |
Profondità operativa | 100 m |
Propulsione | 2 motori diesel FIAT da 3000 CV totali 2 motori elettrici Savigliano da 1300 CV totali |
Velocità in immersione | 8,2 nodi |
Velocità in emersione | 15,1 nodi |
Autonomia | in superficie 4740 mn a 8,5 nodi in immersione: 8,2 mn alla velocita di 8,2 nodi |
Equipaggio | 5 ufficiali, 47 sottufficiali e marinai |
Armamento | |
Armamento | alla costruzione:
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Note | |
Motto | Inausum audet ("Osa l'inosabile") |
informazioni prese da [1] e [1] | |
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Il Luciano Manara è stato un sommergibile della Regia Marina. Prende il nome dal patriota risorgimentale Luciano Manara.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Dopo il completamento, fu destinato (insieme ai tre gemelli) alla VI Squadriglia Sommergibili di Media Crociera, con base a Taranto[2].
Il 26 aprile 1931 si tenne la cerimonia di consegna della bandiera di combattimento, offerta dall'Associazione Bersaglieri in congedo[2].
Nel 1932 la VI squadriglia divenne VII Squadriglia e nel 1934 ritornò ad essere VI, subendo tuttavia lo spostamento della sede a Napoli[2].
A partire dal dicembre 1936[3] partecipò clandestinamente alla guerra di Spagna con quattro infruttuose missioni, trascorrendo in mare in tutto 60 giorni senza cogliere alcun risultato[2].
Il 5 ottobre 1938 fu assegnato alla Flottiglia Scuola Comando[2].
Nel 1940 si trovava basato a Trapani, in seno al VIII Gruppo Sommergibili[4]. Dopo l'entrata dell'Italia nel secondo conflitto mondiale, svolse la sua prima missione tra l'isolotto di Gaudo (Grecia) e Ras el Tin (Libia), al comando del capitano di corvetta Salvatore Todaro[4][2]. Il 20 od il 29 giugno 1940, mentre stava facendo ritorno alla base, fu mitragliato e bersagliato con bombe – nei pressi di Capo Spartivento Calabro – da un idrovolante Short Sunderland; il sommergibile reagì con le mitragliere, colpendo l'aereo ed obbligandolo a ritirarsi[2][4].
Fra il 21 ed il 22 luglio 1941 fu inviato tra Pantelleria e Malta assieme ad altri tre sommergibili, per opporsi all'operazione inglese «Substance» (consistente nell'invio di un convoglio di rifornimenti a Malta); avvistò il convoglio britannico e la Forza H e lanciò il segnale di scoperta, ma non ebbe modo di passare all'attacco[5].
Tra la fine di luglio e l'inizio di agosto fu nuovamente inviato tra Pantelleria e Malta a contrastare un'altra operazione di rifornimento di Malta, la «Style», ma non avvistò le unità inglesi[5].
In tutto il sommergibile svolse 11 missioni offensivo-esplorative ed 8 di trasferimento, navigando in tutto per 10.193 miglia in superficie e 1381 in immersione[2][4].
Il 16 marzo 1942 fu destinato alla Scuola Sommergibili di Pola, per la quale svolse 203 missioni di addestramento sino al 15 luglio 1943[2][4].
Fu poi messo in cantiere a Brindisi per essere rimodernato, ed in tale stato si trovava al momento dell'armistizio[2][4].
Nel 1944, ultimati i lavori, fu adibito all'addestramento di navi scorta degli Alleati, spostando più volte la propria base (dapprima Brindisi, poi Taranto ed infine Palermo)[2].
Svolse anche una missione di trasporto incursori in territori occupati dai tedeschi, al comando del tenente di vascello Gaspare Cavallina[6].
Accantonato con la fine della guerra, fu radiato il 1º febbraio 1948 e quindi demolito[2].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Da Navypedia.
- ^ a b c d e f g h i j k l Museo della Cantieristica Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive.
- ^ Giorgerini, p. 191.
- ^ a b c d e f Sommergibile Luciano Manara.
- ^ a b Giorgerini, pp. 296-297.
- ^ Giorgerini, p. 379.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, Mondadori, 2002, ISBN 978-88-04-50537-2.