Lodovico Costa della Trinità | |
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Viceré di Sardegna | |
Durata mandato | 30 luglio 1763 – 4 settembre 1767 |
Predecessore | Carlo Giuseppe Solaro di Govone |
Successore | Vittorio Lodovico d'Hallot Des Hayes |
Lodovico Costa della Trinità | |
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Nascita | Torino, 17 febbraio 1699 |
Morte | Pinerolo, 1772 |
Dati militari | |
Paese servito | Regno di Sardegna |
Forza armata | Armata Sarda |
Arma | Cavalleria |
Grado | Maggiore generale |
Guerre | Guerra di successione austriaca |
dati tratti da Dizionario bibliografico dell’Armata Sarda seimila biografie (1799-1821)[1] | |
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Francesco Lodovico Costa della Trinità (Torino, 17 febbraio 1699 – Pinerolo, 1772) è stato un politico e militare italiano, ufficiale veterano della guerra di successione austriaca, tra il 1763 e il 1767 ricoprì la carica di Viceré, luogotenente e capitano generale del Regno di Sardegna.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Torino il 17 febbraio 1699,[1] all’interno di una nobile famiglia, figlio di Girolamo Maria conte della Trinità e di Luisa Maria Vittoria Solaro della Chiusa. Suo fratello Vittorio Amedeo Costa della Trinità era stato Viceré di Sardegna. Entrato come cavaliere nell’Ordine di Malta professando i voti, con dispensa paterna data la minore età, il 30 giugno 1709, prestò servizio come ufficiale sulle galere da guerra dell’ordine gerosolimitano.[1] Entrato nell’Armata Sarda partecipò alla guerra di successione austriaca venendo promosso tenente colonnello il 25 febbraio 1745, grado che divenne effettivo il 5 marzo 1747.[1] Colonnello del Reggimento Dragoni del Piemonte il 28 ottobre 1748, fu promosso brigadiere generale il 26 febbraio 1757, e maggiore generale.[1] Trasferito ai Dragoni del Genevese[1] il 5 gennaio 1763, fu nominato Viceré, Luogotenente e Capitano Generale del Regno di Sardegna il 30 luglio dello stesso anno, ricoprendo tale incarico fino al 4 settembre 1767.[1] Durante il suo mandato riorganizzò[2] le università di Sassari e di Cagliari, promosse l’introduzione e la diffusione della lingua italiana nell’amministrazione statale,[2] e riformò coltivazione e il commercio di tabacco e cereali. Inoltre si impegnò fortemente a contrastare le incursioni dei corsari barbareschi contro le coste della Sardegna,[3] utilizzando i capitani e le galee dell’ordine di Malta.[3]
Nominato governatore di Pinerolo[1] e Ispettore generale della cavalleria,[1] investito del Nobile di Chieri e di Balì dell’Ordine di Malta, si spense a Pinerolo nel 1772.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Carlo Botta, Storia d'Italia: continuata da quella del Guicciardini, sino al 1789, Capolago, Tipografia e Libreria Elvetica, 1834.
- Virgilio Ilari, Davide Shamà, Dario Del Monte, Roberto Sconfienza e Tomaso Vialardi di Sandigliano, Dizionario bibliografico dell’Armata Sarda seimila biografie (1799-1821), Invorio, Widerholdt Frères srl, 2008, ISBN 978-88-902817-9-2.
- Lodovico Antonio Muratori, Annali d'Italia compilati da Lodovico Antonio Muratori dal principio dell’era volgare fino al MDCCL, Lucca, Leonardo Venturini, 1770.
- Rossana Poddine Rattu, Biografia dei viceré sabaudi del Regno di Sardegna (1720–1848), Tricase, Youcanprint Self-Publishing, 2005, ISBN 88-7343-379-0.