Una linea di fuga o linee di deterritorializzazione (dal francese: ligne de fugi), a volte tradotta come linea di volo, è un concetto sviluppato da Gilles Deleuze e Félix Guattari nella loro opera Capitalismo e schizofrenia. Descrive una delle tre linee che formano ciò che Deleuze e Guattari chiamano assemblaggi, e funge da fattore in un assemblaggio che alla fine gli consente di cambiare e adattarsi a detti cambiamenti, che possono essere associati a nuovi fattori sociologici, politici e psicologici. Il traduttore Brian Massumi nota che in francese "Fuite non copre solo l'atto di fuggire o eludere, ma anche di fluire, perdersi e scomparire in lontananza (il punto di fuga in un dipinto è un "point de fuite"). Non ha alcuna relazione con il volo"[1].
Nel primo capitolo del secondo volume del loro progetto Capitalismo e Schizofrenia, Mille piani (1980), il concetto viene utilizzato per definire un "rizoma":
«Le molteplicità sono definite dall'esterno: dalla linea astratta, dalla linea di fuga o di deterritorializzazione secondo la quale cambiano di natura e si connettono con altre molteplicità. Il piano di consistenza (griglia) è l'esterno di tutte le molteplicità. La linea di fuga segna: la realtà di un numero finito di dimensioni che la molteplicità di fatto riempie; l'impossibilità di una dimensione supplementare, a meno che la molteplicità non sia trasformata dalla linea di fuga; la possibilità e la necessità di appiattire tutte le molteplicità su un unico piano di consistenza o esteriorità, indipendentemente dal loro numero di dimensioni[2]»
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Gilles Deleuze e Félix Guattari, L'Anti-Edipo, trad. di Alessandro Fontana, Torino, Einaudi, 1975, pp. XL-447, ISBN 88-06-16323-X.
- Gilles Deleuze e Félix Guattari, Mille piani, Castelvecchi, 1980, p. 645, ISBN 2-7073-0067-5.
- Paolo Godani, Deleuze, Carocci Editore, 2009, p. 201, ISBN 9788843049240.