Letitia Elizabeth Landon, meglio conosciuta con le iniziali L. E. L. (Londra, 14 agosto 1802 – Cape Coast, 15 ottobre 1838), è stata una scrittrice e poetessa inglese.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Letitia Elizabeth nacque nel 1802 a Londra, nel quartiere Chelsea da John Landon e Catherine Jane Bishop[1]. Bambina precoce Letitia imparò a leggere molto presto, anche con l'aiuto di un vicino invalido che le lasciava lettere sul pianerottolo da farle leggere[2]. All'età di cinque anni iniziò a frequentare la scuola della Signora Rowden[3] al 22 di Hans Place, scuola che annovera alunne del calibro di Mary Russell Mitford e Lady Caroline Lamb[1]. La famiglia si trasferì però in campagna, dove il padre John poté realizzare il suo progetto di una fattoria e da quel momento in poi Letitia venne educata a casa dalla cugina Elizabeth[1]. Elisabeth, anche se più vecchia e istruita venne presto superata dalla giovane allieva Letitia:
«When I asked Letitia any question relating either to history, geography, grammar - Plutarch's Lives, or to any book we had been reading, I was pretty certain her answers would be perfectly correct[4].»
«Quando facevo domande a Letitia relative sia a storia, geografia, grammatica, la vita di Plutarco, o ad un qualsiasi libro che stava leggendo, ero abbastanza certa che le sue risposte sarebbero state del tutto corrette[4].»
Carriera Letteraria
[modifica | modifica wikitesto]A causa della grande depressione agricola, presto tornarono a Londra, nel 1815, dove il padre John fece la conoscenza di William Jerdan, editore del Literary Gazette[1]. Secondo il commendatore del XIX secolo A. Thomson, Jerdan notò la giovane Letitia nel mentre che camminava per la strada, "reggendo un cerchio nella mano e un libro di poesie nell'altra, conscia della propria imminente evoluzione"[5]. Jerdan incoraggiò la ricerca poetica della Landon, tanto che il suo primo poemetto venne pubblicato con l'iniziale L nella Gazzetta del 1820, quando Letitia aveva appena 18 anni. L'anno seguente, grazie al supporto finanziario della nonna, Letitia pubblicò un libro di poesie "Il Destino di Adelaide", sotto il suo vero nome[1]. Il librò incontrò una leggera critica letteraria[1] ma si vendette bene. Letitia, comunque, non ricevette mai nessun profitto poiché la casa editrice falli poco dopo[6]. Lo stesso mese in cui Il Destino di Adelaide divenne noto, Letitia pubblicò altri due poemi sotto le iniziali L.E.L. nella Gazzetta. Tali poemi, e il fatto che fossero pubblicati sotto delle iniziali, causarono non poche discussioni e speculazioni di vario tipo[1]. Come disse il critico contemporaneo Laman Blachard
«The initials L.E.L. speedily became a signature of magical interest and curiousity[7]»
«Le iniziali L.E.L. divennero presto il simbolo di un magico e curioso interesse»
Bulwer Lytton scrisse che, quando era ancora uno studente del college
«rush every Saturday afternoon for the 'Literary Gazette,' [with] an impatient anxiety to hasten at once to that corner of the sheet which contained the three magical letters L.E.L.. And all of us praised the verse, and all of us guessed at the author. We soon learned it was a female, and our admiration was doubled, and our conjectures tripled[8].»
«[io e tutti i miei compagni di classe] correvamo al Literary Gazette [con] un'ansia pazzesca di arrivare all'angolo della strada per trovare il foglio con le tre magiche lettere L.E.L.. Applaudivamo i versi li scritti e ammiravamo l'autore. Presto capimmo che si trattava di una donna e la nostra ammirazione raddoppiò, e triplicarono le congetture.»
Letitia lavorò quindi come capo recensore del Literary Gazette e continuò a scrivere poesie. La sua seconda raccolta The Improvisatrice venne pubblicata nel 1824[1].
Il padre John morì lo stesso anno e Letitia venne costretta ad usare la scrittura per sostenere sia se stessa che la famiglia[9]. Critici contemporanei definirono questo connubio dannoso per la qualità del lavoro di Letitia[9].
Dal 1826 l'alta reputazione di Letitia iniziò a soffrire di pettegolezzi e vociferazioni sempre più presenti nei giornali scandalistici, secondo i quali aveva segretamente dato alla luce dei figli. Ella continuò comunque a scrivere, e nel 1831 pubblicò il suo primo romanzo, Romance and Reality. Intraprese inoltre una relazione con il critico, scrittore e biografo inglese John Forster. Forster, venuto a conoscenza delle voci sulla presunta attività sessuale della compagna, le chiese di smentirle pubblicamente. Letita rispose che Forster poteva benissimo "fare tutte le indagini che avesse voluto"[10]. Forster fece appunto delle indagini sul conto della compagna e rimase piacevolmente soddisfatto da quanto Letitia fosse pulita. Ella però ruppe comunque la relazione e gli scrisse:
«The more I think, the more I feel I ought not - I can not - allow you to unite yourself with one accused of - I can not write it. The mere suspicion is dreadful as death. Were it stated as a fact, that might be disproved. Were it a difficulty of any other kind, I might say, Look back at every action of my life, ask every friend I have. But what answer can I give ... ? I feel that to give up all idea of a near and dear connection is as much my duty to myself as to you....[11]»
«Più ci penso più sento che non dovrei - io non posso - permetterti di unirsi con una persona accusata di - non posso scriverlo.. Anche solo il semplice sospetto è terribile come la morte. Dove è certo che fosse un fatto, sarebbe potuto essere smentito. Fosse stato un problema di qualsiasi altro tipo avrei potuto dirmi, guardati indietro, guarda tutte le cose che hai fatto nella tua vita, chiedi ad ogni amico che hai. Ma che risposta posso dare...? Credo che rinunciare anche solo all'idea di una vicina e cara relazione con te sia un dovere sia nei miei che nei tuoi confronti....»
Privatamente, comunque, dichiarò che non avrebbe mai spostato un uomo che diffidava di lei[10]. Come confermato anche in una lettera a Bulwer Lytton[1]. Più tardi Letitia affermò che cercava qualcuno da sposare per poter lasciare l'Inghilterra che tanto l'aveva delusa e fraintesa[12] Nell'ottobre 1836, Letitia incontrò George Maclean, governatore della Costa d'Oro (colonia Britannica fino al 1957, oggi Ghana), ad una cena, e i due iniziarono una relazione. Maclean, comunque, parti per la Scozia lo stesso anno, con la sorpresa e l'angoscia degli amici e di Letitia. Dopo molte richieste Maclean tornò in Inghilterra dove sposò Letitia poco tempo dopo, il 7 giugno 1838[1]. Il matrimonio venne tenuto segreto e Letitia passò i primi mesi a casa di amici. I primi di luglio la coppia salpò per Cape Coast, dove arrivarono il 16 agosto. Due mesi dopo, il 15 ottobre, Letitia Elizabeth Landon venne trovata morta, con una boccetta di acido prussico stretta nella mano.[1].
"Pensi di me quello che penso di te, |
Da "L.E.L.'s Last Question" di Elizabeth Barrett Browning (1844)[13]. |
Tra i vari poeti del suo tempo che la conobbero e ammirarono vi fu Elizabeth Barrett Browning, che scrisse come omaggio L.E.L.'s Last Question, e Christina Rossetti, che pubblicò nel 1866 una poesia di tributo intitolata semplicemente L.E.L contenuta nella raccolta The Prince's Progress and Other Poems.
Reputazione
[modifica | modifica wikitesto]L'alta reputazione della Landon durante tutto il XIX secolo, declinò nel Novecento con i cambiamenti nella moda letteraria, e la sua poesia venne recepita come estremamente semplice e sentimentale. In epoca recente, tuttavia, lo studio della poetica Landonese è tornato ad occupare scuole e critici, grazie soprattutto agli studi della scrittrice femminista Germaine Greer[14] negli anni settanta. Critici come Isobel Armstrong sostengono che l'apparente semplicità nello scrivere di poetesse come la Landon e altre dell'Ottocento fosse un metodo adottato apposta per poter raggiungere anche classi sociali meno istruite[15].
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- The Easter Gift, A Religious Offering. Londra: Fisher, Son, & Co, 1832.
- The Book of Beauty; or, Regal Gallery. Londra: Rees, Orme, Brown, Green, and Longmans, 1833.
- "The Enchantress and Other Tales." The Novelists Magazine 1 (1833): 90-118.
- Ethel Churchill; or, The Two Brides. Londra: Henry Colburn, 1837.
- Duty and Inclination: A Novel. Londra: Henry Colburn, 1838.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j k Byron (2004)
- ^ Thomson (1860), p 147
- ^ Benché non sposata preferì l'appellativo di Signora anziché Signorina, Byron (2004)
- ^ a b Citato da Wu (2006), p 1442
- ^ Thomson (1860), p 145
- ^ Thomson (1860), p 151
- ^ Citato da Byron (2004)
- ^ Citato da Thomson (1860), p 152
- ^ a b Thomson (1860), p 153
- ^ a b Thomson (1860), p 164
- ^ Thomson (1860), p 165
- ^ Thomson (1860), p 166
- ^ Citato da Armstrong e Bristow (1998), p 286
- ^ Greer, Germaine. Slip-shod Sybils
- ^ Armstrong, Isobel. "The Gush of the Feminine."
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Armstrong, Isobel, and Joseph Bristow, eds. Nineteenth-Century Women Poets. Oxford: The Clarendon Press, 1998.
- Blain, Virginia. "Letitia Elizabeth Landon, Eliza Mary Hamilton, and the Genealogy of the Victorian Poetess." Victorian Poetry 33 (Primavera 1995): 31-51.
- Byron, Glennis. "Landon, Letitia Elizabeth (1802-1838)." Oxford Dictionary of National Biography. Settembre 2004.
- Rappoport, Jill. "Buyer Beware: The Gift Poetics of Letitia Elizabeth Landon." Nineteenth-Century Literature 58 (Marzo 2004): 441-473.
- Stevenson, Glennis. "Letitia Landon and the Victorian Improvisatrice: The Construction of L.E.L." Victorian Poetry 30 (Primavera 1992): 1-17.
- Thomson, A. T., and Philip Wharton. The Queens of Society. New York: Harper and Brothers, 1860.
- Wu, Duncan, ed. Romanticism: An Anthology. Terza Edizione. New York: Blackwell, 2006.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikisource contiene una pagina in lingua francese dedicata a Letitia Elizabeth Landon
- Wikisource contiene una pagina in lingua inglese dedicata a Letitia Elizabeth Landon
- Wikiquote contiene citazioni di o su Letitia Elizabeth Landon
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Letitia Elizabeth Landon
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Letitia Elizabeth Landon, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Opere di Letitia Elizabeth Landon / Letitia Elizabeth Landon (altra versione), su MLOL, Horizons Unlimited.
- (EN) Opere di Letitia Elizabeth Landon / Letitia Elizabeth Landon (altra versione), su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Audiolibri di Letitia Elizabeth Landon, su LibriVox.
- (EN) Bibliografia di Letitia Elizabeth Landon, su Internet Speculative Fiction Database, Al von Ruff.
- Sito ufficiale su Letitia Elizabeth Landon, su people.iup.edu. URL consultato il 21 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 4 ottobre 2009).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 257537315 · ISNI (EN) 0000 0001 0960 540X · SBN UFIV122282 · BAV 495/115892 · CERL cnp00405298 · LCCN (EN) n83041502 · GND (DE) 119300524 · BNE (ES) XX5442768 (data) · BNF (FR) cb16507153d (data) · J9U (EN, HE) 987007349665405171 |
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