La contea era un feudo affidato in epoca carolingia all'amministrazione di un comes, o conte, direttamente dall'imperatore. Successivamente indicò il territorio retto da un conte nella maggior parte degli stati europei, per lo più soggetto a sua volta a un signore di rango più elevato (duca, principe, re o imperatore). In Spagna, alcune contee del nord si resero completamente indipendenti durante il medioevo: la Contea di Barcellona dal regno di Francia, la contea di Aragona e la contea di Castiglia dal regno di Navarra, fino a trasformarsi in regni de facto o anche de iure.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il diritto comitale nasce con i Franchi. I comites, nominati dal re e direttamente da lui dipendenti, erano posti a capo delle province in luogo di quei duchi spesso concorrenti o ribelli al potere centrale, portando a un forte accentramento di potere nel sovrano. L'Italia era così tutta divisa in contee. Nel comitatus il conte è giudice e supremo tutore della pace, presiede le assemblee giudiziarie, impone ammende a chi trasgredisce, esige le imposte, amministra i beni dello stato, ed è a capo delle milizie[1]. Con la disgregazione delle istituzioni di epoca carolingia (i cui distretti di base, comitati o contee, coincidevano con i distretti delle città dove i conti - in latino comites - avevano stabilito la propria residenza) e con l'affermarsi di nuovi poteri (di particolare importanza quello dei vescovi) e di nuovi ceti di governo, la vecchia forma di organizzazione del territorio in distretti soggetti all'autorità presente nella più vicina città andò in crisi, e il vecchio assetto di potere andò frantumandosi in una miriade di piccoli centri di potere in continuo attrito fra loro.
Con i normanni nell'Italia meridionale, i feudi, approfittando delle rivalità insite nei vari rami della famiglia comitale degli Altavilla, divennero di fatto indipendenti tra loro con la nascita di stati/contea. Dalla gran contea di Sicilia (1061-1130), si formò il regno di Sicilia. A sua volta dal sovrano Ruggero II di Sicilia fino al dominio aragonese, alcune parti del territorio divennero ampie contee (Modica, Caltabellotta, Adernò, Geraci) con vasti poteri assegnati ai conti[2].
Nella Francia medievale, le contee più grandi erano quasi indipendenti e davano diritto al titolo di Pari, come la contea di Fiandra, quelle di Tolosa o quella d'Artois. Quelle più piccole erano spesso sottoposte almeno formalmente all'autorità di un duca, come quelle di Angiò e di Orléans che dipendevano dal ducato di Neustria o di Francia, o quella di Périgord dal ducato di Aquitania.
Le grancontee
[modifica | modifica wikitesto]Nei secoli XI-XII alcune contee normanne, per il loro particolare rilievo storico o strategico, si dissero grancontee (o gran contee). Tali erano: la già citata grancontea di Sicilia (successivamente elevata a regno) e la grancontea di Ariano (primo dominio normanno in terra italiana[3], nonché sede delle assise del regno del 1140).
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Giuseppe Ermini, CONTE, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1931. URL consultato il 20 gennaio 2023.
- ^ Enrico Mazzarese Fardella, I feudi comitali di Sicilia dai Normanni agli Aragonesi, Giuffrè, 1974
- ^ (EN) Raffaele D’Amato e Andrea Salimbeti, The Normans in Italy 1016–1194, Bloomsbury Publishing, 2020, p. 7, ISBN 9781472839442.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giorgio Chittolini, La formazione dello Stato regionale e le istituzioni del contado (secoli XIV-XV). Torino, Einaudi, 1979. ISBN 880614118X
- Enrico Mazzarese Fardella, I feudi comitali di Sicilia dai Normanni agli Aragonesi, Giuffrè, 1974