Landamano della Svizzera | |
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Nome originale | Landamano della Svizzera (DE) Landammann der Schweiz (FR) Landamman de la Suisse |
Stato | Svizzera |
Tipo | Capo di Stato |
Istituito | 2 luglio 1802 |
Soppresso | 7 agosto 1815 |
Il Landamano della Svizzera è stata una carica pubblica presente in Svizzera dal 1803 al 1815.[1] Istituita durante la Repubblica elvetica, designava il presidente del Senato e del Consiglio esecutivo.[1] Dopo l'Atto di Mediazione il titolo era assegnato a rotazione ai magistrati supremi dei sei cantoni direttori di Friburgo, Berna, Soletta, Basilea, Zurigo e Lucerna.[1] La carica fu definitivamente abolita con il Patto federale del 7 agosto 1815.[2]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Durante la Repubblica Elvetica
[modifica | modifica wikitesto]Scegliendo il termine "Landamano" per definire l'organo esecutivo della Repubblica Elvetica, Napoleone Bonaparte sperava di agevolare l'accettazione del progetto di Costituzione della Malmaison del 29 maggio 1801.[1] Eletti dal Senato, i due Landamani avrebbero dovuto presiederlo alternandosi ogni anno.[1] Il primo Landamano, in carica, era anche a capo del Piccolo Consiglio, il collegio governativo: affiancato da un segretario di Stato, responsabile unicamente nei suoi confronti, dirigeva gli affari esteri e nominava i prefetti cantonali.[1] Il secondo Landamano ne costituiva il sostituto. Con l'entrata in vigore della seconda Costituzione elvetica, nel 2 luglio 1802, il titolo di Landamano fu attribuito al presidente del Senato e del Consiglio esecutivo, che contava tre membri.[1] La durata del suo mandato fu limitata a un anno.[1] La conduzione della politica estera passò a uno dei cinque segretari di Stato nominati dal Senato.[1]
Dopo l'Atto di Mediazione
[modifica | modifica wikitesto]A differenza dei Landamani della Repubblica Elvetica, durante la Mediazione il Landamano della Svizzera rappresentava, insieme alla Dieta federale, un potere centrale debole.[1] La carica annuale era occupata a rotazione dai magistrati supremi dei sei cantoni direttori di Friburgo, Berna, Soletta, Basilea, Zurigo e Lucerna.[1] Per tutta la durata del mandato il Landamano della Svizzera non poteva lasciare la capitale del suo cantone direttore.[1] Egli era delegato del cantoni e nel contempo presidente della Dieta federale, preparava gli affari da trattare, stabiliva l'ordine del giorno, nominava i membri delle commissioni preparatorie, firmava i documenti ufficiali e deteneva in custodia il sigillo di Stato.[1] Nella seduta di apertura doveva presentare un rapporto sulla situazione politica interna ed esterna della Confederazione.[1] Sulla base dell'Atto di Mediazione, il Landamano della Svizzera poteva convocare sedute straordinarie della Dieta federale.[1] Quando quest'ultima non era riunita, assumeva il ruolo di mediatore fra i cantoni.[1]
Quale autorità di vigilanza sui cantoni, sorvegliava i contatti dei membri della Confederazione con l'estero, teneva sotto controllo la stampa e interveniva nel caso fossero adottate disposizioni cantonali contrarie all'ordinamento costituzionale.[1] Nel caso di insurrezioni interne o altre situazioni di crisi poteva ordinare, su richiesta del cantoni in difficoltà, un intervento armato o non armato della Confederazione, come ad esempio nella guerra di Bocken.[1] Per salvaguardare la neutralità svizzera negli anni 1805, 1809 e 1813 gli furono affidati i pieni poteri.[1]
Il Landamano della Svizzera manteneva i contatti con i diplomatici stranieri e rappresentava gli interessi della Confederazione o di singoli cantoni verso l'estero.[1] Napoleone si servì del Landamano della Svizzera principalmente come tramite con i 19 cantoni.[1] Rispetto al vicepresidente della Repubblica Italiana o al Gran pensionario della Repubblica Batava, il Landamano della Svizzera non disponeva di un apparato di potere, poiché operava come organo esecutivo su incarico della Dieta.[1] Alle sue dipendenze aveva solo un cancelliere, responsabile dei recessi e della corrispondenza diplomatica, un segretario di Stato, che stilava i protocolli della Dieta federale, un archivista e un aiutante di campo, che lo consigliava per le questioni militari.[1]
La carica di capo di Stato non sopravvisse alla Mediazione e rimase un'eccezione nell'ambito della storia svizzera.[1] I progetti costituzionali del 1832-1833 prevedevano il titolo di Landamano della Svizzera per il presidente della Dieta federale e del Consiglio federale.[1]
Elenco dei Landamani della Svizzera
[modifica | modifica wikitesto]Il seguente è l'elenco dei Landamani della Svizzera dal 1803 al 1813.[1]
Immagine | Nome e cognome | Cantone | Anno mandato |
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Louis d'Affry | Friburgo | 1803 | |
Niklaus Rudolf von Wattenwyl | Berna | 1804 | |
Peter Glutz-Ruchti | Soletta | 1805 | |
Andreas Merian | Basilea | 1806 | |
Hans von Reinhard | Zurigo | 1807 | |
Vinzenz Rüttimann | Lucerna | 1808 | |
Louis d'Affry | Friburgo | 1809 | |
Niklaus Rudolf von Wattenwyl | Berna | 1810 | |
Heinrich Grimm von Wartenfels | Soletta | 1811 | |
Peter Burckhardt | Basilea | 1812 | |
Hans von Reinhard | Zurigo | 1813 |
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Andreas Fankhauser, Landamano della Svizzera, in Dizionario storico della Svizzera (DSS), traduzione di Maddalena Disch, Accademia svizzera di scienze umane e sociali, 12 novembre 2007. URL consultato il 1º marzo 2023.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (IT, DE, FR) Landamano della Svizzera, su hls-dhs-dss.ch, Dizionario storico della Svizzera.