Konstanty Ildefons Gałczyński (Varsavia, 23 gennaio 1905 – Varsavia, 6 dicembre 1953) è stato un poeta polacco.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque in una famiglia appartenente al ceto medio, che allo scoppio della prima guerra mondiale si trasferì a Mosca, dove visse dal 1914 al 1918. Suo padre lavorò in Russia come impiegato.
Si cimentò nella letteratura giovanissimo, come testimoniato dal sonetto All'onore, scritto all'età di 11 anni.
Ritornò a Varsavia nel 1918 e si iscrisse a studi classici all'università locale.
Frequentò con assiduità corsi di musica e indubbiamente questa sua predilezione si riversò anche nelle sue liriche, che si caratterizzarono per una marcata musicalità insita nelle parole e nelle locuzioni, agevolata anche dall'introduzione di neologismi.[1]
Purtroppo questa qualità particolare ha reso più difficile rispettare il significato e l'efficacia del testo originale nella traduzione in altre lingue dei suoi lavori.
Il suo stile poetico deve molto alla conoscenza degli autori anglosassoni moderni e suoi contemporanei.
All'età di 23 anni si avvicinò al circolo culturale Kwadryga, che diffondeva idee e ideali innovativi, ispirati dal Futurismo e dalla poesia d'avanguardia.
Nel 1930 si sposò con Natalia Avalov.
Proprio nel 1930 esordì con il poema folkloristico La fine del mondo.
Dal 1931 al 1933 soggiornò a Berlino, mentre dal 1934 al 1938 si trasferì a Vilnius, e nel 1936 gli nacque la figlia Kira.
Partecipò alla seconda guerra mondiale, ma venne catturato dai tedeschi e internato nel lager di Altengrabov.
Nel secondo dopoguerra viaggiò intensamente in Europa, soggiornando a Parigi, a Bruxelles e a Roma, prima di fermarsi definitivamente a Varsavia.
Se il suo periodo artistico giovanile evidenziò una propensione alla vena satirica, talvolta persino spregiudicata e all'umorismo assurdo aventi come bersaglio argomenti politici e sociali, sempre a metà strada fra il realismo e l'illogicità, come nel ciclo L'oca verde (Zielona ges), nella maturità scoprì un suo nuovo talento nella lirica pura, dando prova di essere un grande poeta e realizzando le sue opere migliori, lasciando alle spalle il virtuosismo lessicale degli inizi e occupandosi di tematiche più profondamente umane.[2] realizzò poesie, farse a carattere grottesco e favole esopiche. Indubbiamente il suo ottimo bagaglio culturale, rinforzato dall'assimilazione della letteratura inglese, francese e italiana, gli consentì di sospingere più in là il suo orizzonte di ricerca e la conversione in versi della sua spiccata e originale fantasia.[1]
Tra le sue opere più significative si possono citare La visita (1936), Preghiera all'angelo custode (1933), caratterizzate da miscugli ed eleganze cromatiche, rese ancora più complete e profonde in La morte di Andersen (1949), in La slitta (1951), in Incontro con la madre (1950) e in uno dei suoi capolavori: Niobe (1950), il cui contenuto descrive le vicissitudini dei polacchi al tempo della seconda guerra mondiale. Un altro suo capolavoro è tuttavia il paradossale Viaggio di Chryzostom Bulwieć a Ciemnogrod (1954).
Altri suoi lavori, come ad esempio Stalin è morto (Umart Stalin, 1953) invece si incanalarono negli stili e nelle regole dettate dalle convenzioni del socialismo reale.
Nel 1950 le sue opere divennero oggetto di contesa ideologica e alcuni suoi lavori vennero denunciati all'autorità per sospetto deviazionismo politico.
Di notevole importanza anche i suoi Canti (1953), scritti poco tempo prima della sua morte avvenuta per un attacco cardiaco, e da ritenersi un vero e proprio testamento artistico e spirituale, di profondo spessore psicologico.
Realizzò anche numerose traduzioni di opere di William Shakespeare e di Friedrich Schiller. Viene citato, sotto il nome di Gamma nell'opera di Czesław Miłosz La mente prigioniera (1953). Le sue poesie sono state musicate, o comunque sono state fonte di ispirazione, da vari autori di musica popolare.
Dal 1998 è stato istituito un concorso poetico biennale denominato Gałczynalie, e la fondazione L'oca verde è stata costituita a Varsavia nel 2007. Il nome di una trentina di istituti scolastici è stato dedicato alla memoria dell'autore.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b "Le Muse", De Agostini, Novara, 1965, vol.5 pag.155
- ^ Konstanty Ildefons Gałczyński nella Enciclopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato il 28 febbraio 2015.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Konstanty Ildefons Gałczyński
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su kigalczynski.pl.
- Gałczyński, Konstanty Ildefons, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- GALCZYNSKI, Konstanty Ildefons, in Enciclopedia Italiana, II Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1948.
- (EN) Opere di Konstanty Ildefons Gałczyński, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Konstanty Ildefons Gałczyński, su WhoSampled.
- Sito ufficiale di Konstanty Ildefons Gałczyński, su kigalczynski.pl.
- Museo Konstanty Ildefons Galczynski, su culture.pl. URL consultato il 26 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2008).
- (PL) Biografia, su galczynski.kulturalna.com.
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