Partito Comunista di Germania | |
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(DE) Kommunistische Partei Deutschlands | |
Leader | Rosa Luxemburg Karl Liebknecht Ernst Thälmann |
Stato | Germania |
Abbreviazione | KPD |
Fondazione | 30 dicembre 1918 |
Derivato da | Lega di Spartaco |
Dissoluzione |
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Confluito in | Partito Socialista Unificato di Germania (solo in Germania Est) |
Ideologia | Comunismo Marxismo-leninismo[1] Socialismo rivoluzionario Nazionalismo di sinistra[2] Correnti interne Spartachismo[3] Bolscevismo |
Collocazione | Estrema sinistra |
Affiliazione internazionale | Comintern |
Testata | Die Rote Fahne |
Organizzazione giovanile | Lega della Gioventù Comunista di Germania |
Iscritti | 360.000 (1932) |
Colori | Rosso |
Bandiera del partito | |
Il Partito Comunista di Germania (in tedesco Kommunistische Partei Deutschlands, KPD) è stato un partito politico tedesco dal 1918 al 1956 e fu un partito di minoranza nella Germania Ovest del periodo post-bellico, fino alla sua messa al bando.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Fondato alla fine della prima guerra mondiale da socialisti che si opponevano alla guerra e condotto da Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, il partito, dopo la morte della fondatrice, si avvicinò al leninismo, e nel 1920 da una scissione di sinistra nacque il KAPD. Durante il periodo della Repubblica di Weimar, il KPD crebbe di importanza e passò dal 10% al 16,9% dei voti (5.980.614 riportati nelle elezioni del 6 novembre 1932) potendo così ottenere un gran numero di seggi (100) al Reichstag, e nei parlamenti dei vari Länder.
Bandito e perseguitato dal regime nazista di Adolf Hitler, che assassinò in carcere il suo segretario generale Ernst Thälmann, il KPD mantenne un'organizzazione clandestina e dovette subire pesanti perdite. Il partito rinacque nella Germania post-bellica e conquistò pochi seggi (15) col 5,7% dei suffragi alla prima elezione al Bundestag del 1949; i suoi sostenitori comunque subirono un grande calo a causa dell'instaurazione di uno Stato socialista nella Zona di occupazione sovietica in Germania. Un altro fatto che lasciò margini molto stretti alla diffusione del comunismo nella Germania occidentale fu l'esperienza di milioni di soldati tedeschi che durante la campagna di Russia avevano constatato le condizioni di vita del popolo sovietico.[4] Nelle elezioni federali del 14 agosto 1949 il KPD ottenne il 5,7% dei suffragi con 1.361.706 voti e 15 deputati al Bundestag.
Nelle successive elezioni federali del 6 settembre 1953 il KPD. ottenne il 2,2% dei suffragi con 611.317 voti. Tra le cause della débacle del KPD tra le due elezioni (perdita di 750.389 voti e della rappresentanza parlamentare) non furono estranei i Moti operai del 1953 nella Germania Est contro il regime filosovietico nel giugno-luglio 1953 ed il relativo soffocamento con energia dell'insurrezione da parte delle truppe sovietiche (arresti in massa, corte marziale, fucilazioni e fughe nella Germania occidentale). Il partito fu bandito nella Germania Ovest nel 1956 (il KPD venne sciolto dalla Corte costituzionale federale tedesca di Karlsruhe il 17 agosto 1956 in applicazione dell'articolo 21, 2°comma, della Legge Fondamentale della Repubblica Federale Tedesca).[5] Il ricorso contro la decisione della Corte costituzionale, noto come Partito Comunista di Germania contro la Repubblica Federale di Germania, venne sanzionato dalla Commissione Europea dei Diritti dell'Uomo, che confermò la messa al bando del partito, in quanto i suoi obiettivi non erano compatibili con la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali.
Nel 1968 fu fondato un nuovo partito comunista con un nome diverso, il Partito Comunista Tedesco (DKP).
Organizzazione
[modifica | modifica wikitesto]Nei primi anni del 1920 il partito operava in base al principio del centralismo democratico. Proprio per questo almeno una volta all'anno avevano luogo congressi e meeting.[6]
Risultati delle elezioni statali in percentuale
[modifica | modifica wikitesto]Anno | BD | BW | BY | HB | HH | HE | NI | NW | RP | SL | SH | WB | WH |
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1946 | – | 6,1 | 11,5 | 10,4 | 10,7 | 10,3 | |||||||
1947 | 7,4 | – | 8,8 | 5,6 | 14,0 | 8,7 | 8,4 | 4,9 | 7,3 | ||||
1948 | – | ||||||||||||
1949 | – | 7,4 | |||||||||||
1950 | – | 1,9 | 4,7 | 5,5 | 2,2 | 4,9 | |||||||
1951 | – | 6,4 | 1,8 | 4,3 | |||||||||
1952 | – | 4,4 | 9,5 | – | – | ||||||||
1953 | – | 3,2 | – | – | |||||||||
1954 | – | 2,1 | 3,4 | 3,8 | 2,1 | – | – | ||||||
1955 | – | 5,0 | 1,3 | 3,2 | 6,6 | – | – | ||||||
1956 | – | 3,2 | – | – |
Entrata nel parlamento dello stato | |
Il più alto profitto nelle singole province, ad esclusione dell'ingresso nel Landtag |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Marxismo e leninismo fino al 1929
- ^ Brown 2009, p. 94 e ss.
- ^ Fino alla fondazione, nel 1920, del Partito Comunista Operaio di Germania
- ^ La Germania da Adenauer a oggi, Tempi Nuovi Laterza, p. 39.
- ^ «I partiti, che per le loro finalità o per il comportamento dei loro aderenti si prefiggono di attentare all'ordinamento costituzionale democratico liberale, o di sovvertirlo, o di mettere in pericolo l’esistenza della Repubblica federale tedesca, sono incostituzionali. Sulla questione d'incostituzionalità decide il Tribunale costituzionale federale»
- ^ Broue, P. (2006) The German Revolution: 1917-1923, Chicago: Haymarket Books, p. 635.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Timothy S. Brown, Weimar Radicals. Nazis and Communists between Authenticity and Performance, New-York-Oxford, Berghahn Books, 2009, ISBN 978-1-84545-564-4.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Partito Comunista di Germania
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Communist Party of Germany, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Opere riguardanti Partito Comunista di Germania, su Open Library, Internet Archive.
Controllo di autorità | GND (DE) 2016052-5 |
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