Kārimī (in arabo ﻛﺎﺭﻣﻲ?) era il nome collettivo con cui s'identificavano, nel periodo ayyubide e mamelucco e fino alla fine del Medioevo, i mercanti musulmani che commerciavano in particolare spezie percorrendo le rotte marine dell'Oceano Indiano.[1]
Assai discussa è l'etimologia del nome che fu per la prima volta usato da al-Qalqashandī. Enno Littmann, la ricollegava all'ambra gialla (in arabo kārim), assai presente in Egitto, e la sua ipotesi è abbastanza convincente ma non per questo inoppugnabile, anche perché non si può ignorare che alcuni documenti, rinvenuti tra i materiali ammassati nella Geniza del Cairo, fanno riferimento al nome, collegandolo a un'imbarcazione marittima.
Al-Qalqashandī rivela che i Fatimidi avrebbero istituito una forza navale dedicata alla protezione del commercio dei Karimi che incrociavano tra ʿAydhāb e Sawākin e che erano esposti alle scorrerie dei pirati che si nascondevano nelle isole Dahlak, affidandone il comando al governatore di Qūṣ o, in alternativa, a un Emiro, sempre nominato dal Cairo.[2]
Nel 1183, due anni dopo la loro comparsa sotto forma organizzata in Egitto, il nipote di Saladino, al-Muzaffar Taqī al-Dīn ʿUmar, delegato per il Paese dei Faraoni in sostituzione del fratello del Sultano ayyubide, al-ʿĀdil (Safedino), fece edificare sulle sponde del Nilo, a Fusṭāṭ, il Funduq al-Kārim (Magazzino dei Karimi), a dimostrazione della rilevanza dei loro traffici.
Un deciso rafforzamento delle loro attività derivò dal controllo delle vie marittime del mar Rosso da parte di Saladino, che cacciò da quelle acque i Crociati dopo aver sconfitto Rinaldo di Châtillon, mantenendo sgomberi gli itinerari tra la Penisola araba con le due Città Sante del Hijaz, e l'Egitto.
Un periodo fecondo per le attività economiche karimite fu senz'altro quello fatimide,[3] ma il primo ventennio del Sultanato mamelucco baḥrī rappresentò il momento di maggior fulgore, allorché i Karimi monopolizzarono il traffico di spezie tra Yemen ed Egitto.[4]
Ancora a metà del XIV secolo i Karimi costituivano una presenza economica incisiva. Oltre al volume dei traffici, essi avevano costituito una grande banca internazionale al Cairo, in grado di concedere importanti crediti in Yemen[5] e ancor di più ai Sultani mamelucchi al potere, come quando Barqūq ottenne 1 milione di dirham dai Karimi in vista di una probabile invasione dei Mongoli e della necessità di assoldare truppe da inviare sul teatro di operazioni in Siria. Né va trascurato il fatto che l'esponente karimita Burhān al-Dīn al-Maḥallī contribuì molto generosamente (anche a vantaggio immediato e futuro dei Karimi) alle opere di difesa del porto di Alessandria, attaccato nel 1403 dalle forze crociate.[6]
Le fortune dei Karimi svanirono bruscamente nel XV secolo, coerentemente con la crisi generale che colpì il Sultanato mamelucco e l'intera economia dell'Egitto.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ O 'Mare Arabico', secondo la denominazione geografica araba.
- ^ Si veda il lemma «Kārimī» (Subhi Y. Labib), in: The Encyclopaedia of Islam.
- ^ Si veda anche Bernard Lewis, The Fatimids and the route to India, in Revue de la Faculté des Sciences économiques de l'université d'Istanbul, vol. 11, 1949-1950, pp. 50-54.
- ^ Ashtor (1956), pp. 52-3.
- ^ Eliyahu Ashtor, "The Kārimī Merchants", p. 53, che cita i Nujūm al-zāhira fi mulūk Miṣr wa l-Qāhira di Ibn Taghribirdī, 8 voll., edito e tradotto da William Popper sotto il titolo History of Egypt 1382–1469, Berkeley, University of California, 1954-63, V, pp. 89-90 e 117.
- ^ Ashtor (1956), p. 53.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) W. Heyd, Histoire du Commerce du Levant au Moyen Age, 2 voll., Lipsia, Otto Harrassowitz, 1885-86.
- (DE) Walter Josef Fischel, Über die Gruppe der Kārimī-Kaufleute: Ein Beitrag zur Geschichte des Orienthandels Ägyptens unter den Mameluken, in Analecta Orientalia, vol. 14, Roma, Pontificium Institutum Biblicum, 1937, pp. 65-82.
- (EN) Eliyahu Ashtor, The Kārimī Merchants, in Journal of the Royal Asiatic Society, n. 1/2, 1956, pp. 45-56, JSTOR 25222787.
- (EN) Claude Cahen e R.B. Serjeant, A fiscal Survey of the Medieval Yemen. Notes Preparatory to a Critical Edition of the Mulaḫḫaṣ al-fitan of al-Ḥasan b. ʿAlī al-Šarīf al-Ḥusaynī, in Arabica, IV, n. 1, 1957, pp. 23-33, JSTOR 4055149.
- (EN) S. D. Goitein, New Light on the Beginning of the Karim Merchants, in Journal of the Economic and Social History of the Orient, I, n. 2, 1958, pp. 175-84, JSTOR 3596014.
- S. D. Goitein, A Mediterranean Society. The Jewish Communities of the Arab World as Portrayed in the Documents of the Cairo Geniza, I, Berkeley - Los Angeles, University of California Press, 1967, pp. 332-39.