Āryadeva (devanāgarī: आर्यदेव; cinese: 聖天 pinyin: Shèngtiān; coreano: Seongcheon, giapponese: Shōten; tibetano: 'Phags pa lha; 170 circa – 270 circa) è stato un monaco buddhista singalese, filosofo e discepolo di Nāgārjuna, fondatore della scuola Madhyamaka.
La vita
[modifica | modifica wikitesto]Figlio del re cingalese Pañcaśṅaṛga[1], Āryadeva abbandonò il mondo secolare e si fece monaco buddista di scuola Theravāda, divenendo discepolo di Hemadeva. Lasciato lo Sri Lanka, giunse in India, a Śrīparvata, un monastero nei pressi dell'attuale città di Guntur (Stato indiano dell'Andhra Pradesh), divenendo discepolo del maestro Madhyamaka, Nāgārjuna (altre fonti indicano che maestro e discepolo si incontrarono a Pataliputra). Presso Śrīparvata, Āryadeva studiò le dottrine Madhyamaka e i Prajñāpāramitā Sūtra, entrando nella corrente Mahāyāna. Secondo la tradizione narrata dallo storico tibetano Tāranātha Kunga Ningpo, durante il viaggio che lo conduceva all'università di Nālandā, a cui era stato invitato per dibattere con il brāhmana Mātṛceta, offri ad una donna un occhio (le fonti cinesi sostengono che lo offri ad una immagine dorata di Maheśvara) e per questo venne chiamato anche Kāṇadeva (deva con un solo occhio, cinese 迦那提婆 Jiānàtípó, giapp. Kanadaiba). Giunto a Nālandā, sconfisse Mātṛceta che convertì al Buddismo. Divenuto abate di Nālandā, vi eresse un ulteriore complesso monastico di ventiquattro edifici. Rientrato nell'India meridionale, morì in un luogo sconosciuto.
Āryadeva è considerato "patriarca" nelle scuole buddiste cinesi Tiāntái e Chán.
Opere attribuite ad Āryadeva
[modifica | modifica wikitesto]- Catuḥśataka, contenuto nel Canone tibetano (al numero 5246 dell'edizione di Pechino) e nel Canone cinese (廣百論本, Guǎngbǎilùn běn, giapp. Kōhyaku ron bon nel T.D. 157.029.182a-187a, ma solo la prima metà, tradotto in 1 fascicolo da Xuánzàng, ma nello stesso canone ve ne sono altre versioni tradotte da Xuánzàng o, precedentemente, da Kumārajīva). È l'opera principale di Āryadeva, si compone di sedici capitoli di cui i primi otto si occupano della preparazione per chi intraprende la "Via" buddista, mentre i secondi otto della non-sostanzialità dei dharma.
- Śatakaśāstra, contenuto nel Canone cinese (T.D. 1569), è la versione abbreviata del Catuḥśataka.
- Akṣaraśataka, contenuto nel Canone cinese (T.D. 1572) è, nel Canone tibetano, attribuito a Nāgārjuna ma gli studiosi ritengono sia più corretto attribuirlo ad Āryadeva [2].
Tutte le altre opere che tradizionalmente vengono attribuite ad Āryadeva, secondo gli studiosi [3] appartengono ad un altro Āryadeva, denominato Āryadeva II, un maestro del Buddismo Vajrayāna vissuto nell'VIII secolo.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Le fonti su Āryadeva sono reperibili nel Catuḥśatakaṭīka di Candrakīrti; nel Canone cinese al T.D. n. 2048; nel Mañjuśrīmūlakalpa; ma anche in fonti tibetane come quelle riportate nelle opere di Tāranātha Kunga Ningpo e Bu-ston rin-chen grub.
- ^ Mimaki Katsumi Āryadeva, in Enciclopedia dalle Religioni. Diretta da Mircea Eliade. Milano, Jaca Book, 2006, pag.19.
- ^ Op. cit.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Mimaki Katsumi Āryadeva, in Enciclopedia dalle Religioni. Diretta da Mircea Eliade. Milano, Jaca Book, 2006.
- Karen Lang. Aryadeva's Catuhsataka: On the Bodhisattva's Cultivation of Merit and Knowledge. Denmark, Akademisk Forlag, 1986.
- Tom J. F. Tillemans. Materials for the Study of Aryadeva, Dharmapala, and Candrakirti, 2 voll. Vienna, Arbeitskreis für Tibetische und Buddhistische Studien Universität Wien, 1990.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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