Jacques Vallée Des Barreaux (Châteauneuf-sur-Loire, 6 dicembre 1599 – Chalon-sur-Saône, 9 maggio 1673) è stato un poeta libertino ed epicureo francese, amico dell'abate Claude Picot.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Pronipote di Geoffroy Vallée, un deista condannato al rogo, Jacques Vallée nacque a Châteauneuf-sur-Loire, allora situata nell'ex provincia dell'Orléanais del Regno di Francia, durante il regno di Enrico IV. Figlio di un presidente del Gran Consiglio del re[1], continuò la sua formazione presso il rinomato collegio dei Gesuiti di La Flèche, dove fu compagno di studi di René Descartes e di Denis Sanguin de Saint-Pavin, di cui divenne l'amante. Nominato inizialmente consigliere del Parlamento di Parigi, si dimise da tale incarico[2] per assecondare più liberamente il suo gusto per il buon cibo e il piacere. Svergognò pubblicamente la giovanissima Marion de Lorme, prima di farla rapire da Enrico di Cinq-Mars.[3].
Nel 1640[4], si impegnò, in compagnia di bon vivant come lui, “ad andare a perlustrare tutte le delizie della Francia".[5]
Des Barreaux era legato alle belle menti del suo tempo: Jean-Louis Guez de Balzac, Chapelle, Descartes e Théophile de Viau. al quale indirizzò la sua poesia Plainte à un sien ami, che lasciava pochi dubbi circa i sentimenti nutriti nei suoi confronti.
Un'opera anonima pubblicata a Parigi nel 1794, durante il Terrore, il Colloque des Morts les plus fameux (Colloquio dei Morti Più Famosi), riporta che Des Barreaux disse al cielo, mentr eun venerdì udì un tuono quando era intento a preparare una frittata di speck: «Che senso ha fare tanto clamore per così poco?».
Compose un discreto numero di canti e di poemi fuggitivi (brevi poesie il cui contenuto è scarso per rilevanza, ma è notevole per merito della forma), nei quali manifestava la sua incredulità e il suo ateismo. Si è conservato il famoso sonetto dove canta la palinodia:
«Grand Dieu tes jugements sont remplis d’équité, etc.»
«Grande Dio i tuoi giudizi sono pieni di giustizia, ecc.»
Secondo Voltaire, questo verso -che fu composto quando era malato, ma che avrebbe rinnegato una volta ritrovata la salute- fu in realtà dell'abate Louis de Lavau.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Antoine Adam, in Gédéon Tallemant des Réaux, Historiettes, coll. «Bibliothèque de la Pléiade», Gallimard, 1961, t. II, p. 933, nota 4.
- ^ Tallemant des Réaux, Historiettes, t. II, pp. 29 e 30.
- ^ Pierre Leguay, in Roman d'Amat, Dictionnaire de biographie française, Parigi, Letouzey et Ané, 1962, t. X, p. 888.
- ^ Antoine Adam, in Gédéon Tallemant des Réaux, Historiettes, t. II, p. 936, nota 5.
- ^ Tallemant des Réaux, Historiettes, t. II, p. 29.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Marie-Françoise Baverel-Croissant, La vie et les œuvres complètes de Jacques Vallée des Barreaux: 1599-1673, Parigi, Honoré Champion, coll. «Libre pensée, littérature clandestine, », 2001, 464 pp. (ISBN 978-2-745-30317-2)
- Frédéric Lachèvre, Jacques Vallée Des Barreaux: le prince des libertins du xviie siècle, Parigi, Leclerc, 1907, 286 p. (versione online)
- Gédéon Tallemant des Réaux, Historiettes, coll. «Bibliothèque de la Pléiade», Gallimard, 1961, t. II, pp. 29-33.
- Baguenault de Puchesse, «Les Vallée et le château de Chenailles», Bulletin de la société archéologique et historique de l'Orléanais, Société archéologique et historique de l'Orléanais, t. XVI, no 201, 1911, pp. 102-106 (versione online)
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