Ippoboto (III secolo a.C. circa – II secolo a.C. circa) è stato uno storico greco antico.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Di Ippoboto (greco antico: Ἱππόβοτος) non abbiamo notizie al di fuori di Diogene Laerzio, che è l'unica fonte a citarlo. Secondo Marcello Gigante, tra l'altro, è ormai chiaro che quest'ultimo conoscesse Ippoboto solo per via indiretta, e attraverso anche Filodemo di Gadara[1].
Opere
[modifica | modifica wikitesto]Proprio da Diogene Laerzio si apprende che avesse scritto Sulle sette (in greco: Περὶ Αἱρέσεων)[2] e un Registro dei filosofi (in greco: Τῶν Φιλοσόφων Ἀναγραφή)[3]. Di essi restano 14 frammenti, tutti citati, appunto, da Dioegene.
Ippoboto, secondo una tradizione dossografico-biografica, trattava i filosofi già dai Sette Sapienti e Pitagora fino a Cratete, Menedemo e Zenone, quindi si deduce che scrisse nel III o II secolo a.C. Il suo lavoro includeva elenchi di alunni di Zenone[4] e Timone di Fliunte[5]. Tra l'altro, Diogene riferisce[6] che Ippoboto si rifiutò di inserire le scuole cinica, eleatica e dialettica nella sua trattazione.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- M. Gigante, Frammenti di Ippoboto. Contributo alla storia della storiografia filosofica, in Omaggio a Pietro Treves, a cura di A. Mastocinque, Padova, Antenore, 1983, pp. 151-193.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Controllo di autorità | VIAF (EN) 44692613 · CERL cnp00284852 · GND (DE) 102395780 |
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