Nella teoria dei segni del semiologo statunitense Charles Sanders Peirce (1839-1914), è detto "indice"[1] un segno che ha un rapporto di prossimità naturale alla cosa denotata.[2][3]
Esempi di indice sono i sintomi di una malattia, l'abbassamento del liquido in un barometro, la banderuola che indica la direzione del vento, il gesto di indicare con il dito indice.[4]
Peirce distingue gli indici dalle icone, che con la cosa denotata hanno un rapporto di somiglianza formale, e dai simboli, che sono segni istituiti da convenzioni sociali.[2]
Sono considerati indici i deittici, quegli elementi linguistici che sono interpretabili in base al contesto (ad esempio, io, tu, qui, domani, questo, l'altro ecc.).[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Gian Luigi Beccaria (a cura di), Dizionario di linguistica, Torino, Einaudi, 2004, ISBN 978-88-06-16942-8.
- Gaetano Berruto e Massimo Cerruti, La linguistica. Un corso introduttivo, Novara, UTET Università, 2011, ISBN 978-88-6008-343-2.