Iacopo Campanile, detto Capanio (Napoli, 1500 circa – Napoli, post 1536), è stato un poeta italiano, noto per aver composto il poemetto Vero tempio de amore, plagiato da Niccolò Franco con il nome di Tempio d'amore.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Non si sa quasi nulla della biografia di Iacopo Campanile. Francesco Torraca lo ritenne un poeta del XV secolo[1], ipotesi confutata poi da Erasmo Percopo[2] e da Benedetto Croce. Quest'ultimo datò all'incirca al 1520 il Vero tempio de amore, poemetto laudativo del Capanio[3].
Vero tempio de amore
[modifica | modifica wikitesto]Il Vero tempio de amore è un poemetto laudativo allegorico in ottava rima. Il poeta immagina un tempio a Cupido, dio dell'amore, che regge su trenta colonne, ossia sulle trenta dame più belle del Regno di Napoli:
- Isabella de Requesens, moglie di Raimondo Folch de Cardona;
- Vittoria Colonna;
- Costanza d'Avalos;
- Antonicca del Balzo, madre di Isabella di Capua;
- Dorotea Gonzaga;
- Susanna Gonzaga[non chiaro];
- Costanza Pignatelli, moglie di Giacomo Gaetani, conte di Morcone;
- Caterina Acquaviva, contessa di Venafro;
- Sidonia Caracciolo, marchesa di Laino;
- Isabella Castriota, moglie di Guidone Fieramosca;
- Caterina Sanseverino;
- Maria Sanseverino;
- Giulia Carafa, contessa di Borrello;
- Isabella Pignatelli, contessa di Palena;
- Isabella Spinelli;
- Isabella Gualandi;
- Maria Diaz Garlon, moglie di Alfonso Sanseverino;
- Lucrezia Carafa;
- Porzia e Isabella Brancia;
- Marzia e Cornelia Maramaldo, sorelle di Fabrizio Maramaldo;
- Ippolita Caldora, figlia di Berlingiero Caldora e moglie di Alfonso Torelli;
- Adriana e Aurelia Sanseverino;
- Cassandra Marchese, amata da Iacopo Sannazaro;
- Violante di Sangro;
- Cassandra Brancaccio;
- Lucrezia Scaglione, moglie di Paolo Carafa;
- Giulia Grisone.
Il poemetto del Campanile è noto anche per un episodio di plagio: nel 1536, anno in cui fu stampato ad Alife nella stamperia domestica del reverendo Luigi Acilio[4], apparve a Venezia un Tempio d'amore scritto da Niccolò Franco e dedicato ad Argentina Rangone. Rispetto al poemetto del Campanile, nel poemetto del Franco il nome delle dame napoletane fu sostituito con quello di altrettante dame veneziane[5]. Evidentemente il Franco intendeva presentarsi come poeta a Venezia, città in cui era arrivato da poco tempo[6][7].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Francesco Torraca, Rimatori napoletani del secolo decimoquinto, in Discussioni e ricerche letterarie, Livorno, F. Vigo, 1888, p. 122 e 177.
- ^ Erasmo Percopo, Dragonetto Bonifacio marchese d'Oria rimatore napolitano del sec. XVI, in Giornale storico della letteratura italiana, vol. 10, 1887, pp. 2-21.
- ^ Mario Di Leo, Lodi di dame napoletane del secolo decimosesto dall'amor prigioniero, a cura di G. Ceci e B. Croce, Napoli, 1894.
- ^ Iacopo Campanile, Vero tempio de amore, Alife, 1536.
- ^ Niccolò Franco, Tempio d'amore, Venezia, 1536.
- ^ Franco Pignatti, «FRANCO, Nicolò», Dizionario biografico degli italiani, vol. 50, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1998.
- ^ Carlo Simiani, Un plagio di Niccolò Franco, in Rassegna critica della letteratura italiana, vol. 5, 1900, pp. 19-26.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Giovanni Parenti, CAMPANILE, Iacopo, detto Capanio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 17, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1974.
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