Hykkara è una città dei Sicani, citata da Tucidide[1] e collocabile nella Sicilia occidentale.
La sua collocazione è ignota ma è stato ipotizzato possa identificarsi con l'odierna Carini, in provincia di Palermo, o con il sito archeologico di Monte d'Oro. Il centro fu saccheggiato durante la spedizione ateniese del 415 a.C. e la popolazione venne ridotta in schiavitù; fra queste una bambina di nome Laide che fu venduta a Corinto[2][3], città nella quale esisteva la pratica della prostituzione sacra nel tempio di Afrodite[4].
La leggenda riportata da Tucidide afferma che Cocalo, figlio del ciclope Briareo e re dei Sicani, ordinò la costruzione di una nuova città fortificata, che servisse per contrastare la vicina Segesta, città degli Elimi; del progetto venne incaricato Dedalo, che scelse una località fra la stessa Segesta e Panormos e la chiamò Hykkara per ricordare il figlio Icaro. Secondo lo storico Timeo di Tauromenio il nome della città è da collegarsi alla presenza molto diffusa nella zona di un pesce chiamato Hykas o Ikkaron.
L'imperatore Antonino Pio la indica fra Palermo e Partinico[senza fonte], lungo la via Valeria, la strada consolare che fungeva da via di comunicazione principale lungo la costa settentrionale della Sicilia.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Thuc. VI, 62.3: « καὶ ἐν τῷ παράπλῳ αἱροῦσιν Ὕκκαρα, πόλισμα Σικανικὸν μέν, Ἐγεσταίοις δὲ πολέμιον».
- ^ Pausania, Descrizione della Grecia, Libro II, 2, 5 (on-line)
- ^ Ateneo di Naucrati, Deipnosofisti, XIII, 589 (on-line in una traduzione in lingua inglese)
- ^ Walter Burkert, La religione greca di epoca arcaica e classica; a cura di Giampiera Arrigoni, II edizione, Milano: Jaca book, 2003, p. 304 n. 9, ISBN 88-16-40585-6, ISBN 9788816405851 (Google libri)
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