Manina profumata | |
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Gymnadenia odoratissima | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Monocotiledoni |
Ordine | Asparagales |
Famiglia | Orchidaceae |
Sottofamiglia | Orchidoideae |
Tribù | Orchideae |
Sottotribù | Orchidinae |
Genere | Gymnadenia |
Specie | G. odoratissima |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Liliopsida |
Sottoclasse | Liliidae |
Ordine | Orchidales |
Famiglia | Orchidaceae |
Sottofamiglia | Orchidoideae |
Tribù | Orchideae |
Sottotribù | Orchidinae |
Genere | Gymnadenia |
Specie | G. odoratissima |
Nomenclatura binomiale | |
Gymnadenia odoratissima (L.) Rich., 1817 | |
Sinonimi | |
Orchis odoratissima L. (1759) (bas.) | |
Nomi comuni | |
Ginnadenia profumatissima |
La manina profumata (Gymnadenia odoratissima (L.) Rich., 1817) è una piccola pianta erbacea dai fiori profumati, appartenente alla famiglia delle Orchidacee.[1]
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il nome generico (Gymnodenia) deriva da due parole greche: gymnos (= nudo) e adèn (= ghiandola) e deriva dal fatto che i retinacoli (le estremità nettarifere con ghiandole vischiose per far aderire il polline agli insetti pronubi) non sono racchiusi nelle borsicole ma sono praticamente “nude”[2].
Il termine specifico (odoratissima) ovviamente fa riferimento all'intenso profumo dei fiori.
Il binomio scientifico di questa pianta inizialmente era Orchis odoratissima, proposta dal botanico e naturalista svedese Carl von Linné (1707 - 1778) in una pubblicazione del 1759, modificato successivamente in quello attualmente accettato (Gymnadenia odoratissima), proposto dal botanico francese Rich. (1754 – 1821) nella pubblicazione dal titolo ”De Orchideis Europaeis Annotationes” del 1817.
In lingua tedesca questa pianta si chiama Wohlriechende Handwurtz oppure Wohlriechende Nacktdrüse; in francese si chiama Gymnadénie odorante; in lingua inglese si chiama Fragrant Orchid.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]L'altezza di questa pianta varia da 15 a 45 cm. La forma biologica è geofita bulbosa (G bulb), ossia sono piante perenni erbacee che portano le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presentano organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei chiamati bulbi, organi di riserva che annualmente producono nuovi fusti, foglie e fiori. È un'orchidea terrestre in quanto contrariamente ad altre specie, non è “epifita”, ossia non vive a spese di altri vegetali di maggiori proporzioni.
Radici
[modifica | modifica wikitesto]Le radici sono a fibre sottili di tipo fascicolato. Sono presenti due bulbi ovoidali, profondamente palmati e con molti piccoli e brevi lobi. Dimensioni medie dei “rizotuberi”: larghezza 11 mm; lunghezza 19 mm.
Fusto
[modifica | modifica wikitesto]Il fusto è semplice, gracile e si presenta foglioso fino all'infiorescenza; ha la superficie striata.
Foglie
[modifica | modifica wikitesto]Le foglie, a disposizione alterna, sono strettamente lineari; le superiori, simili a brattee, sono progressivamente più piccole. Quelle inferiori sono ridotte a scaglie membranose abbraccianti il fusto. Quelle medie al centro sono carenate longitudinalmente ed hanno tutta la superficie profondamente canalicolata. Dimensione delle foglie inferiori: larghezza 5 – 7 mm; lunghezza 3 – 10 mm. Lunghezza delle foglie superiori: 2 – 4 mm;
Infiorescenza
[modifica | modifica wikitesto]I fiori sono raccolti in spighe terminali, cilindriche, compatte e multiflora ma anche lasse (fino a 60 fiori per spiga). I fiori, pedicellati, sono posti alle ascelle di brattee lineari piuttosto lunghe e acuminate. I fiori sono resupinati, ruotati sottosopra tramite torsione del pedicello (e non dell'ovario come nel genere Cephalanthera); in questo caso il labello è volto in basso. Lunghezza della spiga: 5 – 10 cm (massimo 20 cm). Dimensione delle brattee: larghezza 2 – 3 mm; lunghezza 10 – 15 mm.
Fiore
[modifica | modifica wikitesto]I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo)[3]. In fiori sono profumati di vaniglia e sono bianco-rosei o bianchi (sfumano nel porporino verso l'apice dell'infiorescenza). Dimensione del fiore: 6 – 10 mm.
- Formula fiorale: per queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
- P 3+3, [A 1, G (3)][4]
- Perigonio: il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali ciascuno (3 interni e 3 esterni). Il primo verticillo (esterno) ha 3 tepali a forma quasi lineare, apice acuto e portamento patente (sono disposti orizzontalmente). Nel secondo verticillo (interno) il tepalo centrale (chiamato “labello”) è molto diverso rispetto agli altri due laterali che si presentano più piccoli, rotondeggianti e protesi in avanti, e insieme al tepalo centrale del primo verticillo (in effetti questi tre tepali sono conniventi) formano come un cappuccio a protezione degli organi riproduttivi. Lunghezza del tepali: 4 – 5 mm
- Labello: il labello (semplice – non formato da due parti distinte) è il tepalo centrale più interno a forma concava terminante sul retro in uno sperone (lungo non più dell'ovario) basale e sacciforme; sul davanti è presente una breve “lingua”, con tre lobi quasi uguali e appena incisi, ripiegata verso il basso. Al suo interno si trovano gli organi di riproduzione (il ginostemio). Lo sperone del labello è nettarifero. Lunghezza dello sperone: 5 mm. Dimensione del labello: larghezza 3 mm; lunghezza 3 mm.
- Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (si tratta di una sola antera biloculare e fertile) è concresciuto con lo stilo e forma una specie di organo colonnare chiamato ginostemio[5]. Il polline è conglutinato in pollinii (questi ultimi sono forniti di una ghiandola vischiosa - retinacolo) dotati di caudicola. I retinacoli sono privi di borsicole (quindi nudi)[3]. L'ovario, infero e sessile, è formato da tre carpelli fusi insieme.
- Fioritura: da maggio ad agosto.
Frutti
[modifica | modifica wikitesto]Il frutto è una capsula con diverse coste e deiscente per alcune di queste. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio.[6]
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]La riproduzione di questa pianta può avvenire in due modi:
- per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi: il nettare è contenuto nello sperone, costringendo così i vari insetti a “strofinarsi” contro gli organi impollinatori posti nel ginostemio. La germinazione dei semi è condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi di albume).
- per via vegetativa in quanto uno dei due bulbi possiede la funzione vegetativa per cui può emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui (l'altro bulbo è di riserva).
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]- Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Centroeuropeo.
- Diffusione: in Italia questa pianta è presente sulle Alpi (è comune) e sugli Appennini settentrionali (è rara). In Europa è comune con esclusione delle seguenti zone: dinarica e Monti Balcani.
- Habitat: l'habitat tipico di queste piante sono i cespuglieti, i pascoli, praterie rase e le boscaglie (di pini montani), pinete in generale e gineprai; ma anche pietraie, ruderi, zone vicine a sorgenti e ruscelli oppure torbiere basse. Il substrato preferito è calcareo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.
- Diffusione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 1000 fino a 1800 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e subalpino.
Fitosociologia
[modifica | modifica wikitesto]Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale[7]:
- Formazione: delle comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite
- Classe: Elyno-Seslerietea variae
- Ordine: Seslerietalia variae
- Classe: Elyno-Seslerietea variae
- Formazione: delle comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]Il numero cromosomico di G. odoratissima è: 2n = 40[8].
Variabilità
[modifica | modifica wikitesto]Ne sono state descritte numerose varietà (non tutte riconosciute dai vari botanici) tra cui la seguente probabilmente presente sul territorio italiano:
- Gymnadenia odoratissima var. idae Goiran, (1883)
Ibridi
[modifica | modifica wikitesto]Con la specie Gymnadenia conopsea la pianta di questa voce forma il seguente ibrido interspecifico:
- Gymnadenia × intermedia Peterm. (1841)
Queste piante si ibridano facilmente anche con specie di generi diversi formando così ibridi intragenerici. Qui descriviamo brevemente l'ibrido col genere Nigritella[9][10]:
- Gymninigritèlla heuffleri (Kerner) Camus (1892) – Ibrido tra Gymnadenia odoratissima e Nigritella nigra: la parte basale del labello è leggermente trilobata (in Nigritella i tre lobi sono più profondamente incisi) ed ha un portamento più obliquo; lo sperone è più breve dei tepali; la lunghezza dell'infiorescenza è intermedia tra le due specie (non è cilindrica come in Gymnadenia, ma neppure conica come in Nigritella); il colore è più chiaro (rosa deciso) rispetto al bruno-purpureo della Nigritella.
-
× Gymnigritella heufleri
Località: Giardino Botanico Alpino "Giangio Lorenzoni", Pian Cansiglio, Tambre d'Alpago (BL), 1000 m s.l.m. - 04/07/2008 -
× Gymnigritella heufleri
-
× Gymnigritella heufleri
Altri generi con i quali la pianta di questa voce si ibrida facilmente sono Orchis e Platanthera.
Sinonimi
[modifica | modifica wikitesto]- Orchis odoratissima L. (1759) (basionimo)
- Satyrium odoratissimum (L.) Wahlenb. (1826)
- Habenaria odoratissima (L.) Franch. (1885)
Specie simili
[modifica | modifica wikitesto]Questa pianta può facilmente essere confusa con l'altra specie del genere Gymnadenia presente in Italia: Gymnadenia conopsea (L.) R.Br. - Manina rosea. Quest'ultima comunque si distingue dalla “Manina profumata” per le seguenti caratteristiche:
- i fiori non sono profumati (o appena un po');
- la dimensione e del labello è più grande;
- lo sperone del labello è più lungo (nella specie conopsea lo sperone oltrepassa il fusto nella direzione opposta, mentre nella specie odoratissima non è più lungo dell'ovario).
Conservazione
[modifica | modifica wikitesto]Come tutte le orchidee è una specie protetta e quindi ne è vietata la raccolta e il commercio ai sensi della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES).[11]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Gymnadenia odoratissima, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 5 aprile 2021.
- ^ Nicolini, vol. 2, p. 374.
- ^ a b Pignatti, vol. 3, p. 700.
- ^ Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato l'8 novembre 2009 (archiviato dall'url originale il 28 dicembre 2010).
- ^ Musmarra, p. 628.
- ^ Strasburger, vol. 2, p. 808.
- ^ Flora alpina, vol. 2, p. 1112.
- ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato l'8 novembre 2009.
- ^ Pignatti, vol. 3, p. 725.
- ^ (FR) Index synonymique de la flore de France, su www2.dijon.inra.fr. URL consultato l'8 novembre 2009.
- ^ CITES - Commercio internazionale di animali e piante in pericolo, su esteri.it, 7 febbraio 2019. URL consultato il 7 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2021).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Flora alpina. Volume 2, Bologna, Zanichelli, 2004.
- Gruppo italiano per la ricerca sulle orchidee spontanee (GIROS), Orchidee d'Italia. Guida alle orchidee spontanee, Cornaredo (MI), Il Castello, 2009, ISBN 978-88-8039-891-2.
- Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia botanica Motta. Volume secondo, Milano, Federico Motta Editore, 1960.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume terzo, Milano, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
- Eduard Strasburger, Trattato di botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Gymnadenia odoratissima
- Wikispecies contiene informazioni su Gymnadenia odoratissima
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Index synonymique de la flore de France, su www2.dijon.inra.fr. URL consultato l'08-11-2009.
- Fungoceva.it. URL consultato l'08-11-2009.
- Gymnadenia odoratissima Flora delle Alpi Marittime Database.
- http://193.62.154.38/cgi-bin/nph-readbtree.pl/feout?FAMILY_XREF=&GENUS_XREF=Gymnadenia&SPECIES_XREF=odoratissima[collegamento interrotto] Flora Europaea (Royal Botanic Garden Edinburgh) Database.
- Gymnadenia odoratissima Flora Italiana - Schede di botanica.
- Gymnadenia odoratissima G.I. R. O. S. - Gruppo Italiano per la Ricerca sulle Orchidee Spontanee - Database.
- Gymnadenia odoratissima IPNI Database.
- Gymnadenia odoratissima Royal Botanic Gardens KEW – Database.
- Gymnadenia odoratissima Tropicos Database.
- Gymnadenia odoratissima Catalogazione floristica - Università di Udine.