Gruppo Rubanu Orgosolo | |
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Paese d'origine | Italia |
Genere | Canto a tenore Folk |
Periodo di attività musicale | 1966 – 1982 |
Album pubblicati | 3 |
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il Gruppo Rubanu è uno dei gruppi di canto a tenore di Orgosolo, era stato creato nel 1966 da Nicolò Giuseppe Rubanu, assieme a Egidio Muscau, Michele Vedele, Antonio Buffa e Sebastiano Piras.
Il gruppo Rubanu ha introdotto i testi politici nel canto a tenore; infatti dopo la Rivolta di Pratobello il loro impegno politico divenne una priorità, a questo contribuì anche il loro incontro con gli Inti Illimani[1].
Molti brani originali, con testi di Nicolò Rubanu, fra cui Pratobello, un brano scritto nel 1969 a seguito della omonima rivolta, Poveru dai cannu ses naschidu, S'atitu, ecc. parlano di tematiche sociali. Nel loro repertorio inoltre compaiono alcune poesie di Peppino Mereu (fra cui Nanneddu e Deo no isco sos carabineris), musicate da loro, che hanno una forte connotazione di impegno politico.
Nel 1974, Nicolò Rubanu musicò il testo della poesia di Mereu A Nanni Sulis[2] e il gruppo la eseguì per la prima volta al Teatro Eliseo di Nuoro, in occasione di una esibizione insieme agli Inti-Illimani[3], lo stesso anno il gruppo la pubblicò nel loro album Su lamentu e su pastore.
È stata la prima formazione di canto a tenore ad incontrare il jazz nell'album sperimentale The New Village on the Left con Marcello Melis, Enrico Rava, Roswell Rudd, Don Moye [4].
Componenti del gruppo
[modifica | modifica wikitesto]- Egidio Muscau - Vohe
- Michele Vedele - Vohe
- Antonio Buffa - Mesu Vohe
- Nicolò Giuseppe Rubanu - Bassu
- Sebastiano Piras - Hontra
Discografia
[modifica | modifica wikitesto]- 1975, Su lamentu de su pastore, AEDO CD 769 (rieditato nel 2004, Frorias)
- 1976, The New Village on the Left, in collaborazione con Marcello Melis (Quartet), con Enrico Rava, Roswell Rudd, Don Moye
- 1982, S 'attitu, LP-VOL. II- AEDO LPK 3370.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Paula Pitzalis, Boghes de pedra, in Làcanas n.41, nov.-dic. 2009
- ^ A. Strinna, Nanneddu meu Una delle canzoni più antiche e più popolari della tradizione musicale sarda Archiviato il 7 ottobre 2015 in Internet Archive., Cantosardoachitarra.it
- ^ Maria Giovanna Fossati, Boccio i cori sardi, non sono etnici, 2 dic. 2007, La Nuova Sardegna
- ^ Romano Cannas (a cura di), Radio Brada - 8 settembre 1943: dalla Sardegna la prima voce dell'Italia libera, con prefazione di Jader Jacobelli, p. 123
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